bullet1 ENZO PASCOLO - Salvaguardia e recupero dei borghi rurali friulani

bullet2 I borghi rurali, caso specifico nel contesto del paesaggio culturale

Dal punto di vista concettuale non vi è sostanziale differenza tra i problemi che si presentano nella conservazione dei centri antichi urbani e di quelli che chiamiamo per brevità “borghi rurali”.
Certamente i primi hanno avuto la precedenza nell’attenzione da parte degli studiosi e dell’opinione pubblica, anche perché le città sono il luogo privilegiato dove sorgono gli edifici monumentali, ed a questi , nella cultura dell’800 e del primo 900, piuttosto che alla città nel suo complesso era rivolto principalmente l’interesse.
I centri minori ed in particolare i borghi rurali si affacciano per ultimi nella graduatoria dei beni da conservare. Anche per essi l’interesse per le tipologie edilizie precede di gran lunga l’interesse per il modo di aggregarsi e di ubicarsi degli insediamenti.
Ciò che attira oggi il nostro interesse ed il nostro apprezzamento per quegli agglomerati che hanno conservato in maggior misura le connotazioni caratteristiche di epoche precedenti il balzo tecnologico degli ultimi cent’anni, è quel marcato senso di “luogo” legato alla storia, al territorio , ai suoi abitanti, che si esprime attraverso un’immagine unitaria ma allo stesso tempo dotata di varietà espressiva ( principio del “tema con variazioni” o dell’”unità nella diversità”).
A tale proposito mi torna alla mente una bella frase con la quale un filosofo dell’ottocento, riferendosi a ciò che auspicava per il futuro politico della nazione italiana, così si esprimeva: “unità nella diversità, questa è la definizione della bellezza”. Concetto invero estensibile sia alle manifestazioni artistiche che al mondo naturale!
Ma torniamo ai luoghi costruiti dall’uomo: essi non hanno mai rappresentato un’immagine statica ma piuttosto un riflesso della dinamicità della vita; tuttavia hanno conservato, fino a che tale equilibrio non si è rotto, una loro unità nella continuità con le forme passate, frutto di un “costume edilizio”derivato da esigenze e disponibilità contingenti.
Questo”organico” modificarsi dell’immagine nel tempo, si riflette ovviamente nell’immagine spaziale : i singoli episodi edilizi si differenziano l’uno dall’altro ma contengono al loro interno una comune caratteristica che li accomuna in un insieme unitario.
Nelle grandi realizzazioni architettoniche ed urbanistiche dei periodi rinascimentale e barocco si voleva dare un volto “moderno” sia agli edifici sia agli assetti urbani, anche distruggendo l’antico, fenomeno tuttavia limitato alle città ed agli altri luoghi rappresentativi dove lo “stile” prevale sul “costume edilizio”, senza che l’uno escluda l’altro. Ma anche in questi casi non viene compromessa l’unità dell’insieme e la continuità con il passato e tutto l’ambiente ne risulta qualitativamente arricchito. Infatti anche quello che definiamo “stile” non è frutto di arbitraria invenzione, ma rielaborazione continua di una tradizione .