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Scopello



L'abitato conta circa 80 residenti, cresciuta attorno ad un antico baglio, distante poco più di 10 km dal capoluogo comunale di Castellammare del Golfo, che d'estate diventano circa duemila. Nei pressi si trova la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro e i "faraglioni di Scopello", con l'attigua tonnara. Deve probabilmente il proprio nome ai faraglioni o scogli (in latino scopulus, in greco scopelos).

Il primo insediamento sul promontorio dove si trova Scopello risale all'età ellenistica, poi continuato nelle epoche romana e islamica. Durante il periodo normanno fu demanio regio. Negli anni '30 del XIII secolo l'imperatore Federico II di Svevia concesse la terra di Scopello al piemontese Oddone de Camerana, e ai cavalieri lombardi arrivati con lui in Sicilia. Nel 1237 Oddone di Camerana e i suoi cavalieri lombardi si spostarono a Corleone, e l'imperatore Federico II concesse Scopello in feudo alla città di Monte San Giuliano (oggi Erice).

L'attuale borgata risale al XVII secolo ed è divisa in due parti: un baglio, che la tradizione indica come d'epoca normanna, ma risalente al XVIII secolo, e una piazzetta con la chiesa di Santa Maria delle Grazie, parrocchia dal 1961, e poche case.

Ferdinando III di Borbone elesse l'area di Scopello, con il vicino omonimo bosco, al rango di riserva reale per la caccia, visitandola due volte nel 1830 e nel 1859. A motivo di queste visite, essendo prossima l'unità d'Italia, con la spedizione dei Mille gli scopellesi si schierarono dalla parte borbonica, tanto da ingaggiare una battaglia, tra il dicembre 1862 e il gennaio 1863, con le forze piemontesi che non riuscirono facilmente ad insediarsi nella borgata. La riserva di caccia di Scopello venne assegnata a una società statale che aveva il compito di dismettere i beni del vecchio stato borbonico e venne acquistata a prezzi bassissimi da affiliati alla mafia di Castellammare del Golfo che avevano sostenuto la causa unitaria che poi rivendettero i terreni a prezzi di mercato.



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