BIBLIOTECA COMUNALE

     Gesualdo Pellegrini   

     DOMUSNOVAS

       

 

        La sua storia

   Il suo nome rievoca la genesi del borgo attuale: una "villanova" fondata nel Medioevo dal regno Karalense attorno all'anno mille. Ma si presume che i primi insediamenti umani si trovassero più a monte, presso l'imponente Grotta di S. Giovanni, utilizzata in epoca preistorica (Neolitico, 2800-1800 a. C.) come fortezza e abitazione. Infatti, alcuni ritrovamenti archeologici hanno portato alla luce frammenti ossei (crani, femori) ceramiche e oggetti vari.

   All'ingresso e all'uscita della cavità, a protezione della sua vita domestica, il protosardo ricavò l'accesso privato con una costruzione megalitica addossata alla parete rocciosa. Alcuni resti di questo muro ciclopico possono ancora essere ammirati sulla destra dell'ingresso sud.

   La presenza di un nuraghe, fra i più grandi dell'isola, del tipo polilobato (con torre centrale arcaica inserita in un bastione megalitico a più torri), detto "S'Omu de s'orcu", ci fa supporre che durante l'epoca nuragica, Domusnovas fosse  un punto strategico molto importante, probabilmente per l'approvvigionamento idrico. Il Nuraghe (attualmente in completo stato di abbandono) sorge non distante dal rio S. Giovanni e in prossimità del Monte Acqua che, come dice il nome è ricco di sorgenti.

   Durante le rispettive dominazioni, i Fenici, i Cartaginesi e i Romani sfruttarono il territorio montano del paese, ricco di piombo argentifero, aprendo le miniere di Barraxiutta e Sa Duchessa.

   In quel periodo Domusnovas era una piccola stazione sulla via per Karalis e faceva parte del distretto minerario di Metalla. Recenti scavi in località Sa Scoria hanno portato alla luce resti di tre fonderie anteriori al periodo romano. Presumibilmente i minerali estratti nelle vicine miniere venivano portati a valle per essere lavorati e inviati poi a Roma per la coniazione delle monete e la lavorazione delle armi.

   Nel Medioevo, Domusnovas, che faceva parte del Giudicato di Cagliari, passò sotto la dominazione pisana (XIII sec.) e venne governata da Guelfo Della Gherardesca, figlio del Conte Ugolino. I Pisani, interessati all'estrazione dell'argento e del piombo, di cui le miniere della zona sono ricche, fortificarono il borgo con delle mura e una torre (che si trovava nei pressi dell'attuale chiesa parrochiale) cingendo il territorio con una cerniera difensiva poggiante oltre che sulla torre di Domusnovas, sul Castello dell'Acquafredda di Siliqua, su quello di Gioiosa Guardia di Villamassargia e sulla città fortificata di Iglesias.

   Il bacino minerario era, così, solidamente difeso dagli attacchi di Genova, secolare rivale pisana, che mirava anch'essa al dominio sul Giudicato.

   Domusnovas costituiva, all'epoca, il più importante supporto agricolo dell'economia mineraria dell'Iglesiente.

   La truce fine del Conte Ugolino, lasciato morire di stenti nelle carceri pisane, provocò la ribellione dei Della Gherardesca e dei suoi sudditi contro la Repubblica di Pisa.

   Nelle lotte contro Pisani e Arboresi (loro alleati), Domusnovas fu teatro di grandi battaglie e si distinse particolarmente per il coraggio e la devozione dei suoi abitanti verso il loro governatore.

   Ferito e fatto prigioniero dal Giudice Mariano II d'Arborea (1282), Guelfo perdette Domusnovas che venne occupata dagli Arboresi, i quali smantellarono la rocca; ritornò all'assalto aiutato dal fratello Lotto e riebbe, ma solo per  poco, il borgo.

   Per ironia della sorte i due Della Gherardesca vennero definitivamente battuti: Lotto riuscì a fuggire, Guelfo, ferito, si rifugiò in un monastero dove trascorse gli ultimi istanti della sua vita. 

   Nel 1324, con l'inizio della dominazione Aragonese in Sardegna, anche Domusnovas entrò a far parte del Regno di Aragona.

   Il paese fiorì nel secolo scorso con il recupero dei residui di piombo argentifero presenti nelle enormi quantità di scorie delle vicine miniere sfruttate dai Cartaginesi e Romani. Pare che l'idea di utilizzare queste scorie risalga a Honorè de Balzac che nel 1723 si recò in varie località minerarie sarde e anche a Domusnovas. Il Balzac fallì l'impresa, ma vi riuscì il romagnolo Enrico Serpieri. Fino al dopoguerra l'economia domusnovese si resse sullo sfruttamento minerario; ora i complessi minerari abbandonati, disseminati lungo la valle di Oridda contribuiscono a connotare con la loro inconsueta e suggestiva presenza un territorio già ricco di qualità ambientali.

Torna indietro

| Orario | La nostra biblioteca | La struttura | Emeroteca | G. Pellegrini | Patrimonio | Il catalogo | Cataloghi on line  | Regolamento | Lo staff | Biblioteca ragazzi | InformaCittà | Come trovarci | Domusnovas | Servizi |     Links utili | Avvisi d'asta e bandi di garaUfficio Pubblica Istruzione | Altri Uffici Comune

 

torna all'home page