Relazione - Enzo Guidotto

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Il prof. Enzo Guidotto interviene a Nogara sulla criminalità nel nord-est

“Lavorando assieme, ce la possiamo fare a sconfiggere la mafia”. E’ stato questo l’appello lanciato dal prof. Enzo Guidotto, presidente dell’Osservatorio Veneto sul fenomeno mafioso, in occasione dell’incontro, tenutosi nella sala consiliare del Municipio di Nogara (Verona) martedì 30 gennaio scorso ed organizzato dall’Università del Tempo Libero “Libera… mente” di Nogara, in collaborazione con Omicron (l’ Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord).

Da sempre instancabile organizzatore e promotore di dibattiti, incontri e conferenze sul tema della mafia e delle altre forme di criminalità organizzata, il prof. Guidotto, di origine siciliana, ma residente in Veneto dal 1967, ha iniziato raccontando brevemente episodi significativi della sua vita, divisa tra il sud ed il nord d’Italia. Ha poi ricordato ai presenti alcuni avvenimenti legati alla criminalità, accaduti in provincia di Verona tempo fa: “Alla fine degli anni settanta” ha spiegato Guidotto “in Questura a Verona, lavorava un Ispettore rigoroso, inflessibile ed intransigente, ma molto scomodo per alcuni. Si chiamava Antonio Maritati. Dei malavitosi lo prendono di mira e per punirlo organizzano un attentato. La sera della vigilia di Natale del 1979, gli assassini lo attendono nel garage sotto casa, con fucile e mitra in pugno. Arriva la macchina e sparano all’impazzata sul lato guida, non sapendo però che in quel momento stava guidando il figlio dell’Ispettore, di soli 18 anni, il quale, avendo da poco preso la patente, stava riportando l’auto in garage”.

Dopo aver accennato al sequestro dei beni per circa dieci miliardi del boss Galasso a Sanguinetto, a pochi chilometri da Nogara, Guidotto si è soffermato ad analizzare il fenomeno mafia: “Questo sistema - sostiene - è formato innanzitutto dall’economia mafiosa, con un giro d’affari di circa trecentomila miliardi all’anno, provenienti da traffici illeciti. In secondo luogo il sistema è caratterizzato da continui  collegamenti con i pubblici poteri e infine dalla violenza”. La mafia si potrebbe quindi considerare come un “potere politico ed economico esercitato con la violenza”: questa definizione sintetica è anche il titolo del suo libro sull’argomento, che il professore ha gentilmente lasciato in dono alla biblioteca di Nogara.

Il professor Guidotto ha concluso la sua esposizione con una esortazione: “Non possiamo pensare di risolvere il problema della mafia, delegandolo alla magistratura e alle forze dell’ordine. E’ estremamente importante che il popolo sovrano si dia da fare, che non resti a guardare, che non si rassegni. I rassegnati sono dei soggetti socialmente pericolosi, perché non possono che trasmettere agli altri indifferenza e pessimismo. Bisogna puntare sulle iniziative di legalità, perché la conoscenza di certe situazioni non può non svegliare la gente. La conoscenza crea coscienza e quando si ha una presa di coscienza scatta nelle persone normali la molla dell’impegno civico. E’ chiaro – ha aggiunto Guidotto - che anche le Istituzioni devono fare la loro parte, cercando di sconfiggere la piaga della disoccupazione, promovendo iniziative per far conoscere i fenomeni criminali e favorendo un disinquinamento totale degli apparati pubblici corrotti. Sono convinto che tutti insieme possiamo farcela”.

Dopo il suo lungo intervento, Guidotto si è intrattenuto con i presenti in un vivace dibattito sui temi trattati.

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