IN
PRIMO PIANO
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Perché i
bambini, di qualsiasi razza e cultura, possano vivere senza subire abusi (
www.aquiloneblu.org )
Un "Aquilone Blu" per l'infanzia
Aquilone Blu è un’associazione o.n.l.u.s. che esiste e lavora a favore
dell’infanzia grazie all’impegno, alla volontà e alla costanza di
volontari, navigatori del web pronti, in base alle proprie attitudini e
preferenze, ad impiegare il proprio tempo e la propria vita perché i
bambini, di qualsiasi razza e cultura, possano vivere senza subire abusi,
maltrattamenti ed ingiustizie da adulti che, al contrario, li dovrebbero
amare. Il lavoro comune, gran parte svolto grazie al contatto quotidiano
che la rete permette, sta sempre di più concretizzandosi anche nei vari
progetti, iniziative, incontri, collaborazioni che Aquilone sta portando
avanti in varie città e con professionisti differenti. E’ proprio di
Internet che Aquilone si avvale per mantenere alta l’attenzione sul
criminoso fenomeno della pedofilia, nonché per il conseguimento dei suoi
obiettivi che sono informazione, sensibilizzazione, sostegno, offrendo così
un servizio gratuito agli operatori del settore: scuole, A.S.L.,
professionisti e diverse associazioni che già operano sul territorio a
salvaguardia dell’infanzia. Aquilone Blu organizza e partecipa a
convegni, propone attività ed argomenti per affrontare la tematica degli
abusi ai minori, cerca di creare sinergia in quanto crede fermamente nella
collaborazione, nell'unione delle sensibilità ed intelligenze, crede che
la forza del lavoro di tutti, ognuno con il proprio specifico, sia il modo
migliore per creare la “cultura dell'attenzione” da opporre al
problema terribile della pedofilia. Il sito Internet www.aquiloneblu.org
vuole essere la dimostrazione tangibile nonché portavoce dell’ impegno
e degli obiettivi che l’associazione intende fermamente conseguire.
L’utilizzo del web è una costante quotidiana indispensabile per i
volontari facenti parte del gruppo: infatti le informazioni raccolte, gli
aggiornamenti e tutti i contatti avvengono principalmente attraverso la
rete e allo stesso modo vengono divulgate, pubblicizzate e promosse con
rapidità ed attenzione. I servizi offerti sono gratuiti. Oltre a ciò,
Aquilone Blu è promotore di diversi ed importanti progetti destinati ai
bambini, ai loro genitori e a tutti quelli che vogliono fare qualcosa di
concreto per l’infanzia: il Progetto Scuole ed il Progetto di
Navigazione Sicura su Internet. Aquilone Blu ha collaborato e collabora
con numerose Istituzioni fra le quali la Provincia di Milano, la Provincia
di Rimini, i Comuni di Torino, Rimini, Bellaria Igea Marina (RN), Mazzè
(TO), Vittoria (RG), il Provveditorato agli Studi di Bologna. E’
indispensabile l’aiuto di tutti per dare voce a questa nostra battaglia,
perché indispensabile è INFORMARE e SENSIBILIZZARE sul tema degli abusi
all'infanzia.
La pedofilia è un fenomeno di incredibili dimensioni, molto complesso e,
si ritiene, non affrontato con le dovute misure. Il tentativo di Aquilone
Blu o.n.l.u.s. è e sarà, quindi, quello di utilizzare i mezzi
d’informazione per combatterla e per provocare reazioni atte a
sconfiggere omertà e silenzio che, spesso, sono motivo di disturbo per la
lotta alla pedofilia. AQUILONE BLU ONLUS - (Organizzazione Non Lucrativa
di Utilità Sociale) www.aquiloneblu.org info@aquiloneblu.org Tutti i
servizi offerti dai volontari di Aquilone Blu sono gratuiti. Se vuoi
sostenere i progetti dell’associazione con donazioni o contributi puoi
utilizzare la forma del bonifico bancario: INTESA BCI AGENZIA DI IVREA -
ABI: 2002 CAB: 30543 C/C: 7219552/01/76; CONTO CORRENTE POSTALE N.
46626285
IL SITO WWW.AQUILONEBLU.ORG
Tutti i servizi offerti e presenti nel sito sono gratuiti e mirano a
contribuire il diffondersi di una cultura opposta a quella occulta della
pedofilia, ossia quella dell’attenzione. In www.aquiloneblu.org si
trovano importanti sezioni, in continuo aggiornamento, quali:
- I NUMERI della pedofilia e dell’infanzia
a rischio, i rapporti sulle misure adottate nell’ambito U.E. e nel resto
del mondo a tutela dell’infanzia, con annessa legislazione
- LE REGOLE di Aquilone Blu per l’infanzia
ed i consigli ai genitori. In questa sezione si trova il gioco ideato per
aiutare i bambini ed i ragazzi a navigare con tranquillità e sicurezza in
Internet: “NAVIGARE? UN GIOCO DA RAGAZZI.. GIOCA CON GRETA BLU”
- LA CARTINA INTERATTIVA, uno degli
importanti strumenti del sito e più frequentemente utilizzato: raccoglie
le associazioni no-profit, i servizi comunali, i servizi ASL e i tribunali
dei minori presenti sul territorio italiano, regione per regione E’
continuamente aggiornata ed implementata.
- GLI EVENTI E LE NEWS, ovvero la sezione
dedicata alle attività, incontri, convegni ed iniziative a favore
dell’infanzia, ad opera di associazioni ed enti presenti sul territorio
nazionale ed estero.
- LEGGI, DECRETI E DOCUMENTI, ovvero la
raccolta di leggi e normative a tutela dell’infanzia vigenti in Italia,
nell’U.E. e nel mondo.
- LE CONSULENZE: sezione molto importante del
sito di Aquilone Blu. Permette di contattare gratuitamente ed in forma
privata, tramite e-mail, i consulenti che prestano la loro opera quali il
Pedagogista Clinico, il Pediatra, la Psicologa ad indirizzo clinico,
l’avvocato civilista e penalista.
- I LIBRI, ricchissima sezione dedicata alla
bibliografia in materia di infanzia. E’ suddivisa in: bibliografia per
adulti, adolescenti e bambini, e riviste. Consultabile on-line, è
corredata di illustrazioni e recensioni di alcuni tra i libri più
importanti in tema di abusi sui minori e pedofilia.
- SCRITTI: comprendono le
“testimonianze”, ovvero le lettere aperte con tema gli abusi ai
minori, le relazioni circa le nostre partecipazioni ai convegni e
importanti documenti –redatti in collaborazione con esperti- che
affrontano i temi dell’abuso. In questa sezione si possono consultare
documenti redatti da Aquilone Blu quali “il business della pedofilia”,
“chi sono questi amanti dei bambini”, “la pedofilia femminile”,
“l’identikit del pedofilo”, “Pedofilia, internet e la realtà
spaventosa della famiglia” e tanti altri.
- PENSIERI: lo spazio “dite la vostra”, a
disposizione di tutti.
- LA SOLIDARIETA’ è un progetto importante
di Aquilone Blu: in questo spazio si da’ voce al disagio minorile,
cercando di attuarne la divulgazione in maniera capillare e precisa.
- I PROGETTI: Progetto PENSIERI, Progetto
SOLIDARIETA’, Progetto ADOZIONE DI AQUILONE BLU DA PARTE DELLE SCUOLE,
Progetto INTERNET-NAVIGAZIONE SICURA, Progetto LIBRO FAVOLE “UN ANNO CON
GRETA BLU” ed il Progetto GIUSTIZIA. Inoltre Aquilone Blu si è attivato
per sostenere l’iniziativa dell’associazione Prometeo o.n.l.u.s. di
Bergamo, ossia il “Progetto Romania 2002 – adottiamo i bambini di
strada di Timisoara”, divulgandone il contenuto attraverso la rete e la
distribuzione di materiale informativo.
- La sezione SCUOLE è un importante
strumento di interazione tra le scuole aderenti al Progetto Adozione di
Aquilone Blu, nonché lo spazio nel quale vengono pubblicati lavori
realizzati nel corso di attività scolastiche, per promuovere nuovi
progetti, segnalare appuntamenti e news. Importanti lavori sono la favola
interattiva di Cappuccetto Rosso, la favola scritta da Greta Blu per i
bambini “Dappertutto”, con la quale affrontare dolcemente il tema con
gli abusi ed il racconto “Voglio una vita a colori”, destinato ai
ragazzi. Tutte le attività vengono svolte con la supervisione del Dott.
Sergio De Martino, pedagogista clinico.
- LE FAVOLE: IL SITO FAVOLE DI GRETA BLU
www.gretablu.it , dedicato ai bambini e a tutti coloro che li amano e li
rispettano. In un’atmosfera colorata di blu, dai toni caldi e
rilassanti, i bambini e le loro famiglie navigano liberamente sulle ali
della fantasia in questa oasi serena ed accogliente: il sito favole di
Greta Blu, parte integrante di Aquilone Blu . Invitati dalle celebri
parole del Piccolo Principe, al quale è dedicata una apposita sezione, i
piccoli navigatori si divertono nel leggere le tante favole scritte da
Greta Blu e dai suoi amici, possono ideare il finale della “favola a metà”,
o inventare un racconto con i “personaggi in cerca d’autore”.
Fantasia, cura ed attenzione sono protagonisti anche nella sezione
dedicata ai più piccoli: tenere filastrocche, brevi storie, disegni da
stampare e colorare, il tutto costruito con dedizione ed amore. Per la
realizzazione di determinate attività si è dimostrata indispensabile la
consulenza di esperti psicologi con i quali si è instaurato un ottimo
rapporto di fiducia e collaborazione continuativa. Un progetto importante
presentato da Greta Blu è senza dubbio il percorso didattico-educativo di
“La favola interattiva di Cappuccetto Rosso”, ideata dallo staff di
Aquilone Blu in collaborazione con la Scuola Elementare “Don Bosco” e
“Devesi” di Ciriè (To): una iniziativa che ha permesso a ciascun
bambino di esprimere pensieri ed emozioni a volte difficili da raccontare.
Greta Blu dedica particolare attenzione alle scuole, ritenendo infatti che
proprio attraverso la costruzione di un racconto i bambini permettono ai
grandi di entrare nel loro mondo, di cogliere pensieri e segnali,
traducendo in realtà quelli che sono i loro sogni, le loro paure, i loro
dubbi. E, più semplicemente, dall’ideazione di un racconto si sviluppa
un ottimo lavoro di gruppo, offrendo maggiore possibilità di aggregazione
e di confronto. A tale fine e’ stato creato SPAZIO SCUOLA a disposizione
dei bambini e dei loro insegnanti che lavoreranno attivamente tramite
mailing list, interagendo e scambiandosi idee e progetti. “Una storia,
tanti finali” e’ il primo lavoro on-line presentato dagli alunni della
Scuola Elementare di Ginestra Fiorentina (Fi). Greta Blu collabora con il
portale per bambini “La Girandola” www.lagirandola.it per il quale
scrive periodicamente favole, on-line nella apposita pagina “Le fiabe”
e con www.ufottoleprotto.com . Il pensiero quotidiano di Greta Blu è,
quindi, la serenità dei bambini e il desiderio di saperli felici, amati,
rispettati e protetti. Il segreto è la semplicità con la quale si arriva
direttamente al cuore, anche con una semplice favola. Grande successo per
il concorso INVENTIAMOCI LA PACE, indetto da Aquilone Blu, che ha visto la
partecipazione di più di 600 alunni di tante scuole italiane che hanno
presentato circa 410 opere suddivise in testi e disegni. I risultati e le
prime immagini sono online sulla home page di www.gretablu.it . Le opere
sono state esposte nel corso della manifestazione NOI SIAMO FAVOLE,
tenutasi il 18 e 19 maggio presso l’associazione Culturale
“Costellazione di Orione”, a Barengo di Mazzè (To). L’iniziativa
verrà riproposta per l’anno scolastico 2002/2003.
Su www.aquiloneblu.org , è possibile segnalare un sito internet sospetto
di pedofilia: segnalare gli abusi di cui si è a conoscenza non solo è un
dovere civico ma un imperativo morale. Troverete poi i link a tanti siti
dedicati all’infanzia e la pagina “AIUTATECI” : come sostenere le
nostre iniziative ed i nostri progetti. Nella sezione COLLABORATORI sono
presenti le associazioni e gli enti che hanno gratuitamente sostenuto i
progetti e le attività di Aquilone Blu o.n.l.u.s. .
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
La battaglia contro la pedofilia non è una battaglia disperata o persa in
partenza. E' possibile porre un argine a questo fenomeno, mettendo in atto
una vera rivoluzione culturale. Non è cosa semplice, è un lavoro duro e
certosino, richiede volontà, pazienza e coraggio. E' essenziale
impegnarsi nella prevenzione, nell'informazione e formazione. Un ruolo
importante in questa campagna informativa lo hanno i genitori, e gli
educatori, maestri, professori, dirigenti scolastici, animatori
socio-culturali.
OCCORRE pensare a mettere in piedi corsi formativi per pediatri, dare loro
gli strumenti per poter riconoscere eventuali situazioni di abuso.
OCCORRONO registi cinematografici coraggiosi, come Paolo Modugno che con
il suo film "Territori D'Ombra (Film denuncia contro la pedofilia) ha
contribuito a far crescere la cultura dell'attenzione al fenomeno abusi ai
minori.
OCCORRONO canovacci teatrali sul problema.
OCCORRONO conduttori televisivi sensibili.
OCCORRONO neuropsichiatri infantili che dedichino un po' del loro tempo ad
andare nelle scuole a parlare con i ragazzi.
OCCORRE che i tour operator facciano campagna informativa contro il
turismo sessuale.
OCCORRONO direttori di telegiornali che si soffermino sul problema non
solo quando accadono le tragedie.
OCCORRONO giornalisti che abbiano voglia di ascoltare e scrivere di più
su ciò che accade di terribile ogni giorno ai bambini in tutto il mondo.
OCCORRE INFINE che tutti insieme iniziamo una lotta serrata contro la
cultura del silenzio, ci vuole da parte di tutti coraggio, volontà e
attenzione.
Per vincere questa battaglia ci vogliono tantissimi soldati e piccoli
principi che abbiano ancora memoria del loro essere stati
bambini.(Mariangela Berretti - Presidente di Aquilone Blu o.n.l.u.s.).
www.aquiloneblu.org info@aquiloneblu.org
INFORMAZIONI
E RIFLESSIONI (NAZIONALE)
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Roma, 29 maggio:
sit-in contro le modifiche alla legge sul commercio delle armi
Un sit-in per protestare contro le modifiche alla legge sul commercio
delle armi si terrà domani, mercoledì 29 maggio, a Roma, davanti alla
sede del Parlamento. La manifestazione intende attirare l’attenzione sul
disegno di legge 1927, presentato alla Camera il 25 marzo e tornato in
discussione a partire da ieri. Si tratta della ratifica dell’accordo
quadro a livello europeo su questa delicata materia e, se venisse recepito
senza alcuna modifica, svuoterebbe di significato la legge 185 che
attualmente disciplina la vendita di materiale bellico all’estero e la
vieta nei confronti di Paesi che violano i diritti umani o sono impegnati
in guerra. La pacifica dimostrazione di domani prenderà il via alle 17:30
in piazza Montecitorio e si snoderà attraverso momenti di
sensibilizzazione e informazione ma anche di spettacolo. E’ previsto un
intervento del missionario comboniano padre Alex Zanotelli. La chiusura è
fissata alle 21:30 con una fiaccolata.
2 giugno 2002:
la Messa cede il passo alla parata militare
Per la prima volta in 45 anni la Rete 1 della RAI non trasmetterà la
Messa domenicale. Ammalati, anziani e quanti altri accenderanno il
televisore al mattino del 2 giugno, potranno seguire la parata militare
celebrativa della Festa della Repubblica. Infatti, i responsabili del
palinsesto hanno chiesto ed ottenuto che la Santa Messa cedesse il posto
alla sfilata di armi e soldati. Permane la nostra riserva sulla scelta di
celebrare la Repubblica ostentando gli strumenti di morte piuttosto che le
storie, le azioni, gli ideali, le persone… che nell’attualità e nella
storia danno lustro all’Italia. Questa volta però si passa il segno e
si chiede addirittura alla Messa di trasmigrare in un’altra rete per far
posto alla retorica delle armi in un Paese che nella propria Costituzione
“ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie
internazionali” (art. 11). Ricordiamo che soltanto tre anni fa si
ritenne di ripristinare questa modalità celebrativa dopo che era stata
accantonata per ben 12 anni. La cosa non ci amareggerebbe se non si
trattasse dell’ennesimo segnale del ritorno di una cultura della guerra
che non rende ragione della vocazione del nostro Paese al dialogo,
all’accoglienza, al riconoscimento dei valori tra i quali la libertà di
espressione religiosa. (Tonio dell'Olio - Segreteria Nazionale Pax Christi
Italia)
PAPA esprime
preoccupazione per il Medio Oriente nell'udienza al Presidente USA
Le drammatiche e pressanti emergenze del panorama internazionale sono
state al centro del colloqui che nel primo pomeriggio di oggi si è svolto
in Vaticano fra il Papa e il presidente statunitense George W. Bush. Lo ha
riferito il direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro
Valls. Il Pontefice, in particolare, si è soffermato sulla crisi
mediorientale. “Oltre agli aspetti politici – ha spiegato il portavoce
vaticano - si è presa in considerazione la dimensione umanitaria della
drammatica situazione vissuta dai due popoli israeliano e palestinese. Si
è accennato altresì alla difficile situazione dei cristiani in Medio
Oriente”. Il capo della Casa Bianca ha illustrato al Santo Padre i
risultati dell’importante vertice fra i Paesi della Nato e la Russia,
svoltosi oggi a Pratica di Mare, vicino a Roma. Giovanni Paolo II ha colto
l’occasione per esprimere ancora una volta la propria vicinanza al
popolo statunitense, in seguito ai tragici eventi dell’11 settembre
scorso, ribadendo la propria fiducia nelle risorse spirituali dei
cattolici americani impegnati a testimoniare i valori evangelici nella
società. Nel corso dell’udienza del Papa a Bush, il segretario di
Stato, cardinale Angelo Sodano, e il segretario per i rapporti con gli
Stati, monsignor Jean-Louis Tauran, hanno avuto un colloquio con il capo
della diplomazia Usa, Colin Powell.
Giubileo degli
oppressi/2 - La pace nelle nostre mani: non solo utopia. Giustizia e
riconciliazione: storie senza confini.
In cammino per la pace con p. Alex Zanotelli, Don Ciotti (*), Mons.
Bregantini (**), testimoni dal Sudafrica e dal Brasile… per continuare
il Giubileo degli oppressi.
La vita e le provocazioni di p.Alex, Don Ciotti, Mons. Bregantini e la
voce di testimoni dal Sudafrica e dal Brasile, saranno i passi che
guideranno la carovana di pace promossa dai Missionari Comboniani dal 5 al
13 settembre 2002 che partirà da Verona e passerà da Trento, Mestre,
Milano, Genova, Firenze, Terracina (LT), Molfetta (BA), Pesaro e si
concluderà a Bologna il 15 settembre. Già la carovana del “Giubileo
degli oppressi” conclusosi a Verona nel 2000 ha impegnato i 5000
partecipanti a farsi portatori di nuovi stili di vita, a saper lavorare in
rete e a operare per la giustizia e la pace nel mondo. Abbiamo la
consapevolezza che oppressioni ed esclusioni su scala planetaria sono il
frutto avvelenato di un ordine economico-politico profondamente ingiusto e
violento. Per questo siamo determinati ad impegnarci – come singoli,
come società civile, come chiesa - per modificare una situazione che ci
ripugna e per inaugurare un millennio senza esclusi. Vogliamo rilanciare
con più forza l'impegno per la pace e come missionari sentiamo la
necessità e l'urgenza di annunciare un Vangelo di pace, giustizia e
riconciliazione. L’evento di Assisi, le molte iniziative per la pace, le
proposte emerse a Verona con il Giubileo degli oppressi, confermano il
desiderio di costruire un mondo diverso. La carovana troverà ad
attenderla in ogni città gruppi, associazioni e comunità capaci di
proporre a loro volta percorsi ed esperienze di pace. I testimoni dalle
periferie del mondo ci aiuteranno a capire in che modo riconciliazione e
perdono, difesa dei diritti umani e nonviolenza possono rivitalizzare –
dal basso - società dilaniate dall'odio e dalle divisioni. Dal Sud del
mondo, dunque, ci arriveranno proposte costruttive. Dei vescovi italiani
ci parleranno del nesso legalità-giustizia-pace. L’appuntamento finale
a Bologna metterà a confronto le attese delle persone incontrate con il
magistrato Gian Carlo Caselli, il giornalista Enzo Biagi e un esponente
del mondo ecclesiale. Nel pomeriggio sarà previsto un dibattito con
p.Alex e una celebrazione eucaristica conclusiva. Tappe della
carovana:Verona (5 sett); Trento (6 sett); Mestre (7 sett); Milano (8 sett);
Genova (9 sett); Firenze (10 sett) ; Terracina (LT) (11 sett); Molfetta
(BA) (12 sett); Pesaro (13 sett). (*) : don Ciotti sarà presente a
Trento, Mestre e Milano (**) : mons. Bregantini sarà presente a Molfetta
e Pesaro. Appuntamento conclusivo: Bologna – Casalecchio di Reno (15
sett). La pace è veramente nelle mani di noi tutti. Per informazioni :
nel sito www.giovaniemissione.it i programmi completi. Per richieste
particolari: pacenellemani@comboniani.org ; 0498751506
È CROLLATA LA
STELE DI AXUM, MA NON È MAI TROPPO TARDI PER RESTITUIRLA
“E dire che tutto era pronto ad Axum, città sacra nell’estremo Nord
dell’Etiopia”. È il commento a caldo di Andrea Semplici, africanista
e profondo conoscitore del Corno d’Africa dopo aver appreso la notizia
del crollo parziale della stele per colpa di un fulmine la notte scorsa.
“Tutto era pronto – commenta - per la grande ‘Giornata del
Ritorno’, per il giorno in cui la stele, portata via dall’Italia di
Mussolini negli anni dell’invasione e della colonia, sarebbe stata
rialzata nel cuore del Parco archeologico, proprio di fronte alla chiesa
di Maryam Sion, la basilica più importante del cristianesimo etiopico, a
fianco di quella riserva di acqua conosciuta come il Bacino della Regina
di Saba”. Facciamo però ora un balzo lontano dal Tigray, lontano da
quella terra di frontiera fra Etiopia ed Eritrea. Risaliamo verso il
Mediterraneo, torniamo in Italia. Da qui, angolo di Roma, si intravede la
cupola di San Pietro e l’avvallamento del Circo Massimo. A fianco, fra i
pini, spunta l’austero palazzo della Fao, che, quasi settanta anni fa,
ospitava il ministero delle Colonie. La stele rapita è ancora qui, ma a
pezzi. A dire il vero era già invisibile quando era in piedi, nonostante
i suoi 24 metri di altezza. “Il traffico avvolgeva fino a ieri senza
pietà questo simbolo di una civiltà africana antichissima”, dice
Semplici definendo la stele, “immenso monumento funebre, testimonianza
della potenza di un grande regno dell’antichità”. Ma al di là di
tutto, secondo lui, la stele “va restaurata e restituita”, in
ottemperanza agli impegni presi con il governo di Addis Abeba.
“L’obelisco – dice - non è solo un monumento, è l’icona di una
civiltà”. Ma Paolo Mazzalai, ingegnere, docente di Strutture a Padova,
è altrettanto chiaro: “I rischi per il trasporto vi erano prima e vi
sono tuttora. Non è possibile negarlo. Chi rimontò la stele fece un
ottimo lavoro e la struttura era fino a ieri solidissima: il pericolo di
provocare lesioni e fratture non poteva essere ignorato ieri, figuriamoci
oggi. Il monumento aveva infatti già subito innumerevoli microtraumi: il
trasporto in Italia non era stato indolore e per sessanta anni la stele ha
sofferto le aggressioni del traffico e dell’inquinamento atmosferico”.
Mazzalai, è bene ricordarlo, è stato il consulente dell’Iccrom,
l’autorevole Centro internazionale di studi per la conservazione e il
restauro dei beni culturali, l’organizzazione internazionale che ha
coordinato un folto gruppo di esperti italiani e etiopici nello studio
diagnostico messo a punto per valutare la trasportabilità della Stele di
Axum dalla sua attuale collocazione in Piazza di Porta Capena al sito
originario etiopico. Mazzalai, raggiunto telefonicamente dall'agenzia di
stampa MISNA, ha visto solo le foto della stele e quindi esprime un
giudizio a distanza. “Ritengo che sia possibile restaurarla anche perché
oggi le tecniche sono molto avanzate. Il fulmine non mi pare abbia avuto
un’azione distruttiva sul monumento”. Gli oblelischi di Axum sono
molti, eretti fra il I° e il IV° secolo, costruzioni audaci,
rappresentano una formidabile sfida fisica ed architettonica: osavano
stare in piedi quasi senza fondamenta. “Se ne contano oltre trecento
nelle due grandi necropoli della città-villaggio del Tigray”, conclude
Semplici. “Ma la stele portata a Roma, decorata sui quattro lati, è
considerata la più bella, la più raffinata, il vero capolavoro
dell’arte axumita. E bisogna fare di tutto per salvarla e soprattutto
restituirla”.
Alfa e Beta:
colpevoli o innocenti?
Disponibile sul sito societacivile.it il decreto del gip del 3 maggio 2002
su Berlusconi (Alfa) e Dell'Utri (Beta), indagati come mandanti della
strage Falcone . Il decennale della morte di Giovanni Falcone si sta
trasformando nella fiera dell'ipocrisia e in una commedia degli equivoci.
I nemici di Falcone vivo, oggi celebrano Falcone morto e lo usano per fini
politici. I suoi avversari mortali mettono sotto accusa chi si era
tuttalpiù permesso di avanzare qualche legittima critica al giudice. È
il paradossale è che nessuno risponde, nessuno si alza a gridare la verità.
E cioè che indagati per dieci anni, a Palermo, Caltanissetta e Firenze,
come mandanti delle stragi del 1992-93, sono stati due personaggi di nome
Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri. L¹indagine di Caltanissetta è
terminata il 3 maggio 2002 con un decreto di archiviazione del gip. Che
lascia aperte molte domande. Inquietanti. Leggere per credere. Per questo
il sito societacivile.it ha deciso di mettere on line quel documento,
mettendolo a disposizione di tutti i cittadini. All'indirizzo http://www.societacivile.it
Alex Zanotelli:
«L’ORO, IL TEMPO E IL VANGELO»
“Leggiamo il Vangelo come se non utilizzassimo denaro, usiamo i soldi
come se il Vangelo non esistesse”. Padre Alex Zanotelli ama citare
questa frase di un teologo americano per chiedere ai cristiani del Nord
del mondo di cambiare radicalmente stile di vita. Non che non abbia
ragioni per farlo. A me, tuttavia, pare che la questione decisiva sia
un’altra. E ha a che fare con il tempo, il più gelosamente custodito
dei nostri tesori. Già la cultura popolare aveva identificato il tempo
con l’oro, in senso nobile: la deriva economicista in atto lo ha
associato banalmente al denaro (time is money). Non c’è bisogno di
scomodare filosofi e teologi per ricordare che, più che il conto in
banca, è il tempo, e più precisamente il modo e lo stile con il quale
inanelliamo i giorni, a esprimere chi siamo e cosa per noi conta nella
vita. La riprova? Dopo tanta retorica sul volontariato, basta pensare alla
carenza preoccupante, anche nelle nostre parrocchie, di gente che regali
tempo ed energie per svolgere ruoli decisivi quali catechisti o educatori.
E se non mancano benefattori pronti a staccare un assegno per finanziare
progetti, non stanno forse diventando una razza in via d’estinzione i
giovani che dedicano parte del proprio tempo libero o delle vacanze a
esperienze nel segno della gratuità e della condivisione? Niente
prediche, per carità. Resta il fatto che i criteri secondo i quali
parliamo, di volta in volta di tempo perso o guadagnato, per un cristiano
non possono non avere a che fare con la fede. Per quanto suoni
paradossale, richiami a un uso più saggio e consapevole del tempo vengono
dalla cronaca. “Ritrovare il tempo” era il titolo della Fiera del
libro di Torino: un imperativo laicissimo, dietro il quale traspare una
nostalgia per le cose fondamentali della vita, che la frenesia quotidiana
rischia di offuscare. È paradossale che sia la cultura laica ad avere un
soprassalto del genere. A lungo hanno provato a farci credere che il tempo
non fosse importante nei rapporti. È la qualità che conta, pontificavano
gli esperti sui settimanali à la page, forse per non far sentire in colpa
i troppi genitori in carriera che ai figli riservano ormai le briciole del
week-end. Ora la clamorosa marcia indietro. Dunque, vivere il tempo in
modo alternativo è oggi una via privilegiata per testimoniare la
differenza cristiana. Una comunità capace di “sprecare tempo” nella
preghiera (per il solo gusto di “stare con Gesù”), capace di educare
giovani e adulti a regalare qualche ora la settimana per condurre i
piccoli alla fede o per condividere le sofferenze dei più poveri, è un
segno di contraddizione formidabile nella nostra società votata al
profitto, che non sopporta i “tempi vuoti”. E non sa - impotente
com’è davanti alle trasgressioni del sabato sera - educare a un tempo
che sia davvero libero. Si dirà: perché di tutto questo si parla su una
rivista missionaria? Perché quella del missionario è un’esistenza
interamente votata al dono di sé. Non di una frazione, ma di tutta la
vita, e di tutto il tempo che essa contiene. Pochi, come i missionari,
sono (o dovrebbero essere) liberi dalla schiavitù dell’orologio: hanno
scelto di “sprecare” la vita a servizio di coloro cui sono inviati.
Non di rado senza conseguire quei benedetti-maledetti risultati che
l’ansia da prestazione, insita nel Dna della cultura odierna, esige come
necessari. Ebbene. Forse gli interessati non se ne rendono conto. Ma
proprio dai missionari, la cui vita è ritmata più dagli imprevisti che
dall’agenda, potrebbe venire qualche indicazione utile a un ripensamento
dei ritmi quotidiani. Proprio loro, che conducono l’esistenza in posti
privi dei comfort che andiamo cercando in vacanza, potrebbero parlare con
cognizione di causa di ciò fonda l’autentica “qualità della vita”.
Sapranno– è il caso di dirlo – cogliere l’attimo propizio?
Sapranno, i missionari, contribuire a evangelizzare lo stile di vita dei
cristiani, in un’Italia nella quale – come ha scritto don Mazzi
all’indomani dello scandalo-doping al Giro - occorre riscoprire che
“non siamo macchine fatte solo per lavorare o per vincere una gara
sportiva”? (Gerolamo Fazzini )
80 mila firme
per la Tobin tax
Raccolte da Attac in pochi mesi, saranno consegnate al Parlamento
La buona notizia è che le firme ci
sono. I ragazzi di Attac ne hanno raccolte 80 mila (quasi il doppio del
necessario, per evitare brutte sorprese), e il 19 luglio prossimo le
consegneranno alla commissione finanze della Camera. Così la petizione
popolare per la Tobin tax potrà diventare una proposta di legge in piena
regola. Quanto al resto però, la strada per una maggiore giustizia
sociale è più in salita del Mortirolo. «Perché il problema vero -
osserva Emiliano Brancaccio - è quello di invertire la direzione
generale. E se resta da sola, la Tobin tax diventa una proposta debole,
anche se va nella direzione giusta». Comunque sia, almeno per due giorni
Attac fa festa. Alla sua maniera, con un convegno che richiama a Siena
docenti e studiosi, politici, sindacalisti e i mille volti del movimento.
Appuntamento nell'aula magna di Economia. Per ricordare prima di tutto che
da Monterrey sono arrivate al solito brutte nuove: «Lì i dominanti del
mondo hanno detto che i poteri pubblici non sono più in grado di
assicurare il diritto alla vita per tutti - ammonisce Riccardo Petrella -
e solo il capitale privato è motore del futuro». E allora al lavoro, con
una prima sessione tecnica che venerdì pomeriggio vede riuniti accademici
di tutta Europa. C'è il finlandese Heikki Patomaki che rilancia il
progetto di una campagna continentale, in vista di un vero e proprio
trattato globale basato sull'applicazione della Tobin tax alla
speculazione finanziaria. Il tedesco Peter Waldow affronta la «proposta
Spahn», quella che prevede un'aliquota più bassa nei momenti di quiete
sui mercati finanziari, e una più robusta in caso di turbolenze
speculative. Da Bruno Jetin di Attac Francia una domanda non peregrina:
come utilizzare il gettito della tassa? «Sarebbe necessaria un'agenzia
con indiscusse caratteristiche di democraticità. Non possono certo essere
Banca mondiale, Fondo monetario e Wto a farlo». Sabato è invece il
giorno dei politici, dei sindacalisti e dei movimenti. Al mattino si
trovano fianco a fianco Fiorino Iantorno, Gianni Rinaldini della Fiom e
Vittorio Agnoletto, Fausto Bertinotti, Cesare Salvi e il presidente
regionale toscano Claudio Martini. Tema: dopo Porto Alegre e Monterey,
come lottare contro la finanza neoliberista? E qui Iantorno e Brancaccio
fanno giustizia delle ipocrisie, con alcuni flash illuminanti: «Se il
Sole 24ore scrive che lo stesso Tobin riteneva impraticabile la sua
proposta, bisogna gridare che non è vero niente, che non l'ha mai detto».
E ancora: «Inutile pensare all'Ue come a un interlocutore critico del
modello Usa, quando la Bce dice tranquillamente che in caso di turbolenze
sociali la ricetta da usare è quella del rialzo dei tassi di interesse».
La regione Toscana ha aderito al comitato italiano per la Tobin tax. Il
suo presidente Claudio Martini è esplicito: «Non è una generosa utopia,
ma una proposta realistica e concreta». Al tempo stesso Martini vede
nell'Ue un bicchiere mezzo vuoto, che pure è possibile riempire. Mentre
Fausto Bertinotti è molto meno ottimista: «Quello dell'Ue non è un
modello sociale autonomo, ma soltanto un'articolazione della
globalizzazione, nel solco del modello americano». Andare d'accordo non
è facile, anche se sulla Tobin tax il plauso è generale. «Siamo
espressioni di idee diverse - osserva Riccardo Petrella - e lo vediamo
anche quando affrontiamo il tema del lavoro: per il sindacato, può essere
il `cantiere' dove ricostruire una società diversa. Alcuni di noi invece
dicono che ormai anche il lavoro è diventato proprietà del capitale, e
allora l'obiettivo deve essere la finanza». (RICCARDO CHIARI)
Tutti per (Gino)
Strada
Milano, in 5 mila al Palavobis per la serata
pro-Emergency. Racconti dal fronte Tutto esaurito per ascoltare padre Alex
Zanotelli, il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchu e il fondatore di
Emergency Gino Strada.
Sold out. Un'altra straordinaria serata con l'ex Palavobis tutto esaurito.
Non per un concerto. Nemmeno per una manifestazione di partito. Mercoledì
sera più di cinquemila persone, con commozione, si sono ritrovate,
rispondendo all'appello di Emergency, semplicemente per ascoltare Padre
Alex Zanotelli, Rigoberta Menchù e Gino Strada, Il racconto delle loro
speranze, il loro lavoro nell'altro mondo. Gianni Minà fa gli onori di
casa. Legge una lettera del premio Nobel per la pace Rigoberta Menchu: «La
dichiarazione dei diritti dell'uomo è già stata sancita nel 1948, ora va
applicata». C'è poco altro da dire per introdurre tre personaggi che
"rappresentano tre continenti sofferenti e dimenticati: Africa,
Latinoamerica e Asia». E' il primo grande applauso. Il parterre è
composto come a teatro, i più giovani si devono accovacciare per terra.
Non è serata di slogan, nessuno striscione, nemmeno una bandiera. In
migliaia sono venuti per sentire, «proprio da loro», informazioni di
prima mano. Domina la sensazione di profonda ingiustizia cui nessuno
sembra volersi rassegnare.
«Djambo», saluta in swahili il padre comboniano Alex Zanotelli, dodici
anni di sofferto lavoro nell'inferno della baraccopoli di Korogocho
(Nairobi). Parla della povertà dell'Africa, pacatamente: «Non conta
niente, vale solo l'1% del pil mondiale». Racconta la vita in una
bidonville dove centinaia di migliaia di persone sono costrette in due
chilometri quadrati di terra, terra che non è loro come non sono loro
nemmeno le baracche. Senza diritti, senza salute, senza istruzione, senza
un soldo per seppellire i morti. «Certe sere nella mia baracca mi dicevo
che non ce la potevamo fare», confessa padre Zanotelli. La disperazione
è anche senso di solitudine: in Congo, negli ultimi cinque anni, 2
milioni e mezzo di persone uccise in guerra e nessuno sa nulla. «Dimenticate:
perché non piangiamo per questi morti? Sono persone che ho visto in
faccia, non numeri, le statistiche non le sopporto». Non si arrende. «L'unica
strada non è quella della carità ma quella della giustizia, non c'è più
speranza né nei governi né nelle opposizioni: solo nel potenziale della
società civile». Rigoberta Menchù parla in spagnolo, ma l'ovazione
parte ancora prima della traduzione: «Sono nata in un paese senza luce,
acqua e strade. Ora sono premio Nobel da dieci anni, soy una mujer famosa:
pochi giorni fa ho stretto la mano a Bill Gates ma al mio paese continua a
mancare luce, acqua e strade». La sua è anche la storia del Guatemala.
«Sono vittima di un genocidio riconosciuto dall'Onu - dice - ma ancora
cerco i miei fratelli nelle fosse comuni per poter dare loro una degna
sepoltura. Basta parole e diritti solo sulla carta, basta discorsi: ci
vogliono azioni». Gino Strada, il chirurgo di Emergency che ha vissuto il
dramma dell'Afghanistan (domani è a Roma con il manifesto per un incontro
con lettori e azionisti), racconta ciò che ha visto, lui, dopo l'11
settembre. Cinquemila morti, più di duemila feriti, l'85% civili, il 30%
bambini. «La guerra è stata una scelta terrorista - afferma - e ci hanno
accusato di essere di parte. Di quale parte, se il parlamento italiano
quasi all'unanimità ha votato per la guerra contro la nostra
costituzione? Noi siamo stati sempre contro la guerra, anche quando è
stata decisa dal governo di centrosinistra». Il suo è un invito a darsi
da fare, anche adesso, in tutti i modi possibili, anche con un semplice
gesto: «Esponete uno straccio bianco, fotocopiate la dichiarazione dei
diritti umani, distribuitela a tutti». In cinquemila, l'altra sera, hanno
già risposto all'appello. (GIORGIO SALVETTI)
INFORMAZIONI
E RIFLESSIONI (INTERNAZIONALE)
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Bocciato un
primo piano per la riapertura della caccia alle balene
Si e' conclusa con una vittoria dei paesi che si oppongono alla caccia
alle balene la 54° riunione della Commissione Baleniera Internazionale, a
Shimonoseki (Giappone). La moratoria alla caccia alle balene rimane e
l'atteggiamento arrogante dei cacciatori di balene non e' stato
premiato.Greenpeace, che aveva denunciato la politica di acquisto dei voti
dei paesi in via di sviluppo da parte del Giappone, si rallegra perché il
paese del Sol Levante ha perso su tutta la linea, non riuscendo a far
rientrare l'Islanda nella Commissione, non ottenendo il voto segreto, non
ottenendo l'aumento della quota di balene cacciabili.
"La delegazione giapponese non ha trovato di meglio, infuriata per
questo risultato, che votare contro la concessione di quote di caccia ai
popoli Inuit e i russi Chukotka. E' la prima volta che viene negato loro
questo diritto ed e' scandaloso perché per gli aborigeni e' una questione
di sopravvivenza e non un'attivita' commerciale come per i
giapponesi" ha commentato, da Shimonoseki, Domitilla Senni, direttore
di Greenpeace.
Con ben due votazioni e' stato negato agli aborigeni il diritto di
cacciare. Oltre al Giappone, gli Stati che hanno votato contro la
concessione delle quote sono: Antigua e Barbuda, Grenada, St Lucia,
Dominica, St Kitts e Nevis, Guinea, Isole Solomone, Panama, Gabon, Benin,
Palau e Mongolia. Cosa succedera' ora agli Inuit, ai quali non e' piu'
consentita la caccia per la sopravvivenza?
"Poiché non possono morire di fame e gli Stati Uniti hanno
l'obbligo, stabilito da un Trattato, di garantire loro delle quote di
caccia, saranno costretti a non rispettare le decisioni della Commissione
e le popolazioni costiere del Giappone si potrebbero far forti di questa
violazione per cacciare anch'esse per puro business " spiega
Domitilla Senni. Da segnalare la posizione dello stato caraibico di St
Vincent che si e' rifiutato di votare insieme al Giappone in due
importanti votazioni, quella per l'istituzione dei Santuari dei Cetacei e
quella per un piano che avrebbe riaperto la caccia alle balene ed ha anche
appoggiato la richiesta di quote.Il Marocco ha quasi sempre votato in
linea con il Gaippone. Greenpeace Italia aveva incontrato, nelle settimane
scorse, rappresentanti diplomatici del paese nordafricano, sottolineando
come un voto a favore della caccia alle balene sarebbe stato incongruente
con la linea politica di un paese che affaccia sul Mediterraneo ed ha
sottoscritto accordi internazionali per difendere le balene dei nostri
mari.
Un ruolo molto importante quest'anno lo ha avuto l'Italia ed anche la
Repubblica di San Marino, entrata per la prima volta nella Commissione, il
cui voto e' stato essenziale per la protezione dei cetacei."Ci
rallegriamo per la posizione espressa dal governo italiano in questa sede,
sempre al fianco dei conservazionisti- commenta Senni l'Italia si e' anche
offerta di ospitare nel 2004 la riunione della Commissione Baleniera".Purtroppo
le proposte di istituire due Santuari dei Cetacei nel Pacifico meridionale
e nell'Atlantico meridionale sono state bocciate, ma alcuni stati come
Samoa stanno provvedendo autonomamente a istituire aree di rispetto per i
cetacei.
Gran Bretagna,
tolleranza zero per i bambini
In aumento le espulsioni di piccoli «violenti» dalle scuole, soprattutto
elementari. I più colpiti sono i neri. Il via libera di Blair Gli
insegnanti avevano chiesto più rigore, e il governo ha reso più semplici
le esclusioni per i piccoli più indisciplinati. Che sono aumentate del
19% in un anno.
Aumentano i bambini espulsi, temporaneamente o in maniera permanente,
dalle scuole del Regno unito. E soprattutto aumentano gli espulsi nelle
scuole elementari. In totale nell'anno scolastico 2000/2001 sono rimasti a
casa 9.210 bambini, espulsi in maniera permanente. L'anno precedente erano
stati espulsi in 8.323. Il dato è allarmante, anche se è la conferma di
una tendenza piuttosto diffusa nelle scuole britanniche, quella a
risolvere i problemi attraverso metodi repressivi. Non a caso, infatti,
erano stati proprio gli insegnanti a chiedere di poter fare un uso più
diffuso delle espulsioni anche nelle scuole elementari. Puntualmente la
cosa si è verificata e nello scorso anno scolastico è stato espulso il
19% in più degli studenti tra i cinque e gli undici anni: 1.460 bambini
costretti a casa soprattutto per problemi comportamentali. Le statistiche
rivelano che i bambini neri hanno sette probabilità in più dei loro
compagni bianchi di essere espulsi, mentre i bambini di origine indiana
sono stati i meno colpiti dal provvedimento repressivo. L'aumento delle
espulsioni è in parte da attribuire alla decisione del governo di rendere
più semplice ricorrere al provvedimento di esclusione per quei bambini
che non rispettano la disciplina o hanno comportamenti poco idonei
all'ambiente scolastico o hanno atteggiamenti violenti nei confronti dei
coetanei e degli insegnanti. Poiché dunque le espulsioni erano arrivate a
un «livello accettabile», il governo ha di fatto dato il via libera agli
insegnanti, che ora ricorrono in maniera sistematica a uno strumento che
teoricamente avrebbero dovuto progressivamente eliminare. Quello delle
espulsioni è soltanto un tassello nel complesso mosaico del rapporto
scuola-bambini e più in generale adulti-minori in Gran Bretagna. E' di
pochi mesi fa la sentenza dell'Alta corte che sancisce l'illegalità del
ceffone (o della cintura) al bambino disobbediente. Una sentenza che ha
scatenato un dibattito ben poco edificante sulla necessità di metodi
violenti per impartire la disciplina ai figli. Le pagine dei giornali
inglesi poi hanno dato ampio risalto, l'anno scorso, al caso finito in
tribunale dell'insegnante che aveva «stretto un po' troppo» il collo
dell'alunno «violento». I genitori degli alunni espulsi hanno cominciato
a reagire alla punizione, impugnandola e portandola all'attenzione dei
tribunali: il 90% dei ricorsi arriva all'udienza anche se c'è stato un
calo nelle sentenze favorevoli agli alunni, passate dal 36.7% al 31.9%. La
ministra all'istruzione, Estelle Morris, cerca di smorzare i termini della
questione ricordando che «l'espulsione è e deve rimanere l'ultima
risorsa per gli insegnanti e i presidi». Sottolineando che «l'introduzione
nelle scuole statali di insegnanti di sostegno sta cominciando a dare i
suoi frutti», Morris ricorda anche che «il nostro compito è sostenere
gli insegnanti vittime di abusi e violenze da parte degli studenti ma
anche garantire che questi studenti continuino il loro percorso scolastico
e non finiscano in strada». Ed è proprio su questo che i critici di
quello che è ormai un facile ricorso alle espulsioni contestano: non è
vero, dicono, che i ragazzi espulsi hanno l'opportunità di continuare la
scuola. Molto spesso abbandonano e basta. Ma gli insegnanti e le
associazioni che li rappresentano concordano nel dire che «l'aumento
delle espulsioni riflette l'aumento di comportamenti violenti degli alunni».
Affermazioni che contrastano con quelle di molti insegnanti di sostegno,
per i quali non si pone abbastanza l'accento sui problemi legati a
comportamenti violenti da parte di alcuni studenti. Quanto poi alla
delicata questione di bambini di tre anni accusati di «comportamenti
violenti» e nei confronti dei quali l'anno scorso l'associazione degli
insegnanti e dei lettori ha chiesto di poter usare l'allontanamento, le
critiche che vengono da chi ha il compito di aiutare l'insegnante di ruolo
sono molte. Di fronte alle denunce degli insegnanti delle materne che
dicono di essere stati vittime di «attacchi fisici, sputi, attacchi
verbali» da parte di bambini di tre o quattro anni viene il sospetto che
il problema sia più di capacità di gestione di alcune situazioni da
parte degli insegnanti. Quando poi a suffragio di questa idea per cui
bambini anche molto piccoli sono molto più violenti che in passato si
porta la loro esposizione ai media che trasmettono violenza, oltre che a
un sistema educativo familiare inadeguato, i dubbi sul sistema scolastico
non possono che aumentare. Alle richieste di tolleranza zero anche nelle
scuole fa eco la disponibilità di numerosi medici di prescrivere ai
bambini «iperattivi» la controversa droga Ritalin. Che secondo molti
medici riduce i bambini a piccoli robot dal carattere ritirato, depresso,
letargico. (ORSOLA CASAGRANDE)
In marcia per la
libertà
Sono migliaia gli attivisti in cella per aver
difeso i diritti dei contadini. L'8 giugno a Roma Una manifestazione per
chiedere la scarcerazione di sindacalisti e contadini protagonisti delle
lotte agrarie.
«Terra e dignità» si chiama l'appello firmato da un gruppo di attivisti
contadini e senzaterra, sindacalisti rurali, dirigenti indigeni,
accomunati da un dato di fatto: tutti sono in carcere o sotto processo per
le loro lotte agrarie, pur senza aver compiuto atti di violenza a persone.
Dall'Indonesia, dal Brasile, dal Bangladesh, dalla Bolivia, dagli Stati
Uniti, dall'Europa, chiedono a chi è libero di marciare a Roma l'8 giugno
prossimo, poco prima dell'apertura del Vertice mondiale sull'alimentazione
convocato dalla Fao. Dice l'appello: «Siamo in galera perché difendiamo
il nostro diritto a vivere degnamente e a produrre alimenti adeguati e
sufficienti per tutti, fuori dal controllo e dallo sfruttamento di
multinazionali e governi che pretendono di imporre le loro regole a tutti.
Lottiamo per: la sovranità alimentare, una produzione sostenibile e
diversificata, una moratoria sugli organismi geneticamente modificati,
cibi sani, prezzi che ricompensino il lavoro degli agricoltori, veri
programmi di riforma agraria, alimentazione e agricoltura senza Omc». A
loro volta, i movimenti contadini, sindacati rurali, gruppi e associazioni
dei cinque continenti che in quei giorni a Roma parteciperanno al Forum
delle organizzazioni non governative e della società civile (Ong/Osc) e
all'assemblea dei movimenti antiliberisti chiederanno la liberazione di
questi attivisti. Contadini scacciati dalle terre, arrestati se occupano
latifondi incolti o di proprietà multinazionale: la doppia violazione dei
diritti umani - quello alla terra e quello alla libertà - solca non vista
le campagne del pianeta. Nel lavoro rurale si annidano le forme peggiori
di schiavismo contemporaneo. Il mercato delle terre è spesso spacciato
per riforma agraria. Ma quando dirigenti contadini, sindacalisti rurali,
attivisti di popoli nativi cercano di difendere il diritto alla terra e al
lavoro, li aspetta la galera o peggio. Dalle prigioni del Bangladesh
indicono la manifestazione dell'8 giugno Khalilur Rahman e Dactar Kabir
della Bangladesh Krishok Federation, organizzazione che ha occupato terre
nel distretto di Patuakhali per distribuirle a famiglie senza terra; e
Rahima Begum e Sipra Rani, donne leader del Kishani Sabha, quotidianamente
molestate dalla polizia. In molti firmano dal carcere di Cibaliung,
Indonesia: Rais bin Amsar, Yusup bin Marsa, Asgari bin Arwa, Sarhadi bin
Wari, Samsyuri bin Usma, Usri bin Karsi, Jamali, Warta bin Alias, Ahmad
Nurjali, tutti dell'Unione contadina di Banten, contraria a un piano di
riforestazione a scopo commerciale che estromette famiglie povere da terre
faticosamente occupate. Dal Brasile firmano 3 membri del Movimento Sem
Terra, stato di Sao Paulo: Daniel da Costa Albuquerque, José Carlos Pio,
Miguel Serpa da Luz, pretestuosamente accusati di una serie di crimini.
Firmano, dalle Filippine, Monolito Matricio e altri membri del Kmp,
movimento rivoluzionario contadino da sempre bersaglio della repressione
governativa. Dagli Stati Uniti scrive Leonard Peltier, attivista di First
Nation per i diritti dei nativi. E' in carcere da 26 anni, condannato per
l'omicidio di due agenti Fbi, «eppure gli stessi tribunali ammettono di
non sapere chi li ha uccisi!», sottolinea un nuovo appello del Comitato
Peltier. Firma, dalla Francia, forse in attesa di un altro arresto, José
Bové della Confédération Paysanne, aderente al movimento contadino
internazionale Via Campesina. Nei campi la lotta è dura, il lavoro
faticoso e la vita rischiosa. Nel 1995, il colombiano Cesar Herrera,
sindacalista dei braccianti bananeros, poté godersi un corto soggiorno in
Italia. Passeggiava nelle strade di Roma nel suo pomeriggio libero, con «il
piacere di non sentirsi sotto tiro a ogni angolo di strada...». Difendere
i braccianti nelle piantagioni di banane multinazionali non è un mestiere
salutare. Qualche anno dopo la sua vacanza romana, Cesar è stato ucciso
dalle forze paramilitari al soldo dei proprietari delle piantagioni. In
Colombia le comunità contadine, indigene e afro-colombiane sopportano da
tempo violazioni dei loro diritti e sanguinose repressioni, fino a
massacri collettivi, omicidi di dirigenti, spostamenti forzati di
popolazioni. Impunità assoluta per gli autori, in genere forze
paramilitari al soldo di latifondisti. Durante il 2001 sono stati espulsi
dalle loro terre 375mila contadini colombiani. I massacri di senza terra
sono una specialità da decenni in Centramerica, El Salvador e Guatemala,
e nel ricco Brasile. Secondo la Commissione pastorale della terra (Cpt),
fra il 1988 e il 2000 sono stati assassinati 1.517 fra lavoratori rurali,
avvocati, tecnici, dirigenti sindacali e religiosi legati alla lotta per
la terra. Ogni 17 aprile è commemorato il massacro di Eldorado de Carajas
(Brasile), 1996. I militari, eseguendo l'ordine del governatore dello
stato di Para', uccisero 19 lavoratori rurali e ne ferirono altri 69, solo
per liberare una strada bloccata dai manifestanti. Volando in India, dove
pure la riforma agraria è cosa antica, nello stato casteista del Bihar le
lotte per la giustizia «terrena» sono tuttora macchiate di sangue. I
movimenti gandhiani dei braccianti ricordano ogni anno, dal 1969, gli
oltre 60 uomini, donne e bambini bruciati vivi nel Tamil Nadu per aver
osato protestare contro uno zamindar, un latifondista. (MARINELLA
CORREGGIA)
E-MAIL
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S.O.S.
MADAGASCAR
Spero siate al corrente di quanto sta avvenendo in Madagascar. La
situazione è drammatica. Noi suore Orsoline di Verona ci stiamo da tempo
dando da fare ma abbiamo bisogno di aiuto soprattutto dei gruppi come il
vostro per dar voce a chi non ha voce. Siamo davvero molto preoccupate,
Ratsiraka ha ordinato una sorta di pulizia etnica degli imerina e dei
betsileo e quindi anche le suore appartenenti a queste etnie sono
minacciate. E' assurdo: Milosevic è stato portato davanti al Tribunale
Internazionale... degli efferati delitti di Rastiraka non solo nessuno
parla ma nessuno sembra ascoltare l'appello di tanti uomi e donne che
difendono i diritti umani... non i giacimenti di petrolio e di zaffiri! La
scena del mondo politico è occupata tutta dai potenti che si mostrano
indaffarati a salvare gli equilibri del potere... e tutti pensano che
stiano salvando il mondo...
Vi invito a visitare questi siti e se potete fare qualcosa a contattarci.
Grazie.
sr. Maria giovanna Caprini: e-mail: mariagiovanna@orsolinevrcasamadre.it
http://www.sos-madagascar.cjb.net www.dts.mg
ASSOCIAZIONI
& APPELLI
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LA
COOPERATIVA "IL FIORE" DI MONTEFORTE D'ALPONE (VR) APRE IL
CHIOSCO AL PARCO
Con questo nome, prende il via anche quest’anno l’iniziativa promossa
dall’Amministrazione Comunale di Monteforte e gestita dalla cooperativa
sociale Monteforte Il Fiore, in collaborazione con la Pro Loco,
finalizzata all’apertura, durante il periodo estivo, del chiosco al
parco comunale di Monteforte d’Alpone. Si tratta di una concreta
opportunità per meglio valorizzare e salvaguardare l’area verde presso
il locale parco e, allo stesso tempo offrire un’occasione, a quanti lo
desiderano, per una sosta di ristoro, in un ambiente all’aperto,
accogliente e tranquillo, durante il periodo più caldo dell’anno. Per
la cooperativa Monteforte Il Fiore, si tratta di un’iniziativa
finalizzata ad instaurare una diretta relazione con la gente, un canale di
comunicazione per fare in modo che, quanto svolto dalla cooperativa
diventi un patrimonio di tutti, una ricchezza alla quale guardare con
orgoglio e gratitudine. Per questo auspichiamo che il chiosco venga
frequentato da un gran numero di persone: bambini, ragazzi, giovani e meno
giovani, mamme e famiglie intere. Il chiosco sarà aperto tutti i giorni,
ad esclusione del Lunedì sera, con orario dalle 10 alle 12,30 e dalle 17
alle 22,30, dal lunedì al venerdì, mentre nei fine settimana l’orario
di apertura sarà unicamente nel pomeriggio dalle 16 alle 24. Il chiosco
sarà gestito durante il giorno dal personale della cooperativa e dalle
persone che frequentano il Ceod, mentre alla sera e nei fini settimana,
contiamo sulla presenza di volontari. Se qualcuno pensa di poterci dare
una mano in tal senso, ce lo faccia sapere, chiamandoci al n. 0456104755.
Il ricavato di tutta l’iniziativa, aiuterà la cooperativa, finanziando
le attività finalizzate alla promozione umana ed all’inserimento
sociale di persone differentemente abili. “Un Fiore al parco” vi
permetterà di degustare saporiti snack, unitamente a fresche bevande,
gelati e granite, in compagnia, con, in alcune serate, della buona musica
dal vivo. Altre sorprese ancora vi attendono durante tutta l’estate e
noi attendiamo voi tutti, nella speranza di trascorrere assieme una lunga
estate in allegria.
POESIAFESTIVAL
Prosegue il PoesiaFestival di Verona e della Valpolicella. Questi gli
appuntamenti ancora in programma:
30 Maggio - Giovedì - ore 21.15, Villa Girardi - S. Pietro in Cariano,
Cattura del soffio, Con Mariangela Gualtieri, Gabriella Rusticani, Danio
Manfredini. Regia e luci Cesare Ronconi - Testi Mariangela Gualtieri.
Musiche composte ed eseguite in scena da Bevano Est: Vanni Bendi, chitarra
acustica - Davide Castiglia, violino - Giampiero Cignani, clarinetto -
Stefano Del Vecchio, organetto diatonico. Serata organizzata da Teatro
Valdoca in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena.
1 Giugno - Sabato - dalle ore 16.00 alle ore 20.00, via Fama – Verona
“Poesia in strada” in Via Fama. Giovani artisti veronesi interpretano
la poesia parlata, visiva e dell’ascolto attraverso la lettura,
l’esposizione di opere pittoriche e l’esecuzione di brani musicali.
Serata organizzata dall’Associazione Via Fama come Via Margutta
3 Giugno - Lunedì - ore 21.15, Canoa Club - Corte Dogana 6 – Verona «Il
verbale della mente», Incontro con Michele Ranchetti. Presenta Alberto
Battaglia.
6 Giugno - Giovedì - ore 21.15, Villa Bertoldi - Settimo (Pescantina) «Dentro
il giardino, nel retro del mondo», incontro con Paolo Ruffilli. Presenta
Arnaldo Ederle. Ore 20.30 PreFestival: visita guidata alla villa.
7 Giugno - Venerdì - ore 21.15, Ca’ Verde - S. Ambrogio di Valpolicella
«Buongiorno - Mezzanotte!», due assoli di danza e un duetto di danza e
teatro accompagnati da versi di Anna Achmatova, Marina Cvetaeva e Emily
Dickinson. Primo assolo Di ombre cerchiati gli occhi di Alessandra Vigna.
Coreografia Simona Bucci - produzione Biennale Danza di Venezia. Secondo
assolo Quduò di Antonio Montanile . Coreografia Antonio Montanile -
produzione Biennale Danza di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Antonio
Montanile, Duetto Belladonna di Giuliana Urcioli e Daria Anelli.
Collaborazione alla regia Lech Raczak - produzione Uqbar Teatro.
10 Giugno - Lunedì - ore 21.15, Sala Maffeiana - via Roma – Verona,
Fiamma rossa e nero d’ebano. Serata dedicata a Paul Verlaine, con Bruna
Rossi, attrice - Cristina Miatello, soprano - Albertina Dalla Chiara,
pianista. Musiche di R. Hahn, C. Debussy e G. Fauré. Presenta Quirino
Principe
11 Giugno - Martedì - ore 21.00, Loggia di Corte Sgarzerie – Verona «Lionello
Fiumi e i suoi amici poeti». «Poesia e musica sul tema: Le città».
Voci di Agostino Contò, Mauro Dal Fior, Luca Dorizzi. A cura del Comune
di Verona - I Circoscrizione Centro Storico in collaborazione con
l’Associazione ARS.
GET OUT OF MY
FOREST !
Mostra Fotografica - Campagna Foreste di Greenpeace - A cura del Gruppo
d'Appoggio di Vicenza di Greenpeace
Il Gruppo d'Appoggio di Vicenza di Greenpeace Italia ti invita Venerdì 31
Maggio 2002 alla serata di presentazione della nuova mostra fotografica
sulla Campagna Foreste. La presentazione si svolgerà presso il Victoria
Station (Contrà Mure Porta Santa Lucia 0444302240) alle ore 21.00. Verrà
presentata ciò che è stata la Campagna Foreste di Greenpeace in Italia e
nel Mondo in questo ultimo anno; illustreremo la strategia seguita, le
richieste ai governi e all'industria del legno; racconteremo delle azioni
dirette e non violente organizzate in Italia (es: blocco di una nave per 3
giorni nel porto di Salerno) e nel resto del Mondo; vi porteremo le nostre
testimonianze. Verranno proiettati alcuni filmati e sarà possibile
contribuire alla raccolta di firme della Campagna Foreste. La mostra
resterà esposta al Victoria Station da Venerdì 31 Maggio fino a domenica
9 giugno. Per maggiori informazioni: Pietro 3395048750 - Sabrina
3393495657- Greenpeace Italia - Gruppo d'Appoggio di Vicenza
CORSO DI
FORMAZIONE DEL CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Nell'ambito delle iniziative promosse dal GLT "Lente sulle
imprese" il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, diretto da Francuccio
gesualdi, organizza a Pisa 1-7 Agosto 2002 (in collaborazione con il
CESVOT) il seminario "RISVOLTI SOCIO AMBIENTALI DEL MERCATO
GLOBALE"
Data e durata: 5 giorni di seminario residenziale con arrivo il 1° agosto
e partenza il 7 agosto
Luogo: presso il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Vecchiano (Pisa)
Contenuto: il corso verterà su il ruolo delle imprese e degli stati nel
commercio internazionale, nascita e struttura dell'OMC, gli accordi sulle
barriere tecniche e sugli standard sanitari; l'accordo sull'agricoltura;
l'accordo sui brevetti; l'accordo sui servizi; l'accordo sugli
investimenti; gli accordi di libero scambio; l'accordo di libero scambio
Europa/Messico;prospettive per il futuro
Obiettivi: il corso si pone la finalità di formare volontari ed esponenti
di associazioni provenienti da vari parti di Italia affinché possano fare
formazione nei rispettivi territori e possano diventare un punto di
riferimento per iniziative di resistenza sui temi della globalizzazione
con particolare riferimento al commercio.
Iscrizioni: Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via della Barra 32, 56019
Vecchiano (Pisa), e-mail coord@cnms.it, fax 050-82.63.54.Le iscrizioni
sono aperte fino al 30 giugno. E' ammesso il numero massimo di 25 persone.
Gli organizzatori si riservano di fare delle selezioni sulle candidature
in modo da garantire una partecipazione quanto più estesa a livello
territoriale. Si prega di specificare oltre ai dati personali, le attività
già svolte sui temi della globalizzazione a livello personale e
dall'associazione di appartenenza. Si prega anche di indicare l'uso che si
pensa di poter fare a livello individuale e di gruppo dell'arricchimento
orto dal corso. Il corso è diretto a volontari del mondo sindacale, delle
organizzazioni del commercio equo e della cooperazione internazionale e più
in generale delle associazioni di volontariato.
Master a
distanza in “Economia non profit e cooperazione allo sviluppo”
L'Università degli Studi di Ferrara presso il C.A.R.I.D. (Centro
di Ateneo per la Ricerca e l'Innovazione a Didattica) sta organizzando il
primo Master biennale a distanza in "Economia non profit e
cooperazione allo sviluppo". Il Master, svolto con metodologia
didattica integrata e a distanza, prevede la specializzazione in due
indirizzi: “Impresa sociale” e “Cooperazione allo sviluppo”. Il
corso affronta i temi di uno sviluppo sostenibile con l'ambiente naturale
e sociale e vuole offrire competenze progettuali che permettano di
implementare percorsi di crescita "partecipativi" per realizzare
una democrazia economica maggiormente congrua ai bisogni delle
popolazioni. Tra i partners del Master vi sono: il “Forum permanente del
Terzo Settore”, “l'Associazione Lunaria” di Roma, la “Banca
popolare Etica” di Padova, il “Consorzio Etimos” di Padova, il
“CNCA” (Coordinamento Nazionale delle Comunitè di Accoglienza), il
“CICa” (Comunità internazionale di Capodarco), il “SID” (Society
for Internationale Development) di Roma e la rivista sull'Economia sociale
e la Finanza etica “Valori”.
Per informazioni: scrivere a: nonprofit@carid.unife.it ; telefonare allo
0532/293460 - 293439 tutti i giorni dal lunedì al venerdì nelle dalle 9
alle 13 e dalle 15 alle 18. Consultare il sito del CARID: http://carid.unife.it
APPELLO/1 -
IO NON TAGLIO LA CORDA
Sostieni la Campagna: «Io non taglio la corda» promossa
dall'Associazione «Un ponte per...». Si tratta di uno strumento di
inform/AZIONE preventiva contro la Terza Guerra del Golfo. http://www.unponteper.it/nontagliolacorda/
APPELLO/2 -
PER DOMINIQUE GREEN
Per la difesa giudiziaria di Dominique, la Comunità Sant'Egidio chiede
aiuto con un piccolo contributo, anche solo di 1 Euro. Attraverso le
lettere di Dominique la Comunità di Sant'Egidio è entrata più in
profondità nell'universo del braccio della morte e da questo primo,
intenso rapporto è nata la Campagna mondiale per una Moratoria universale
delle esecuzioni capitali. Perché nessuno sia più giustiziato, negli USA
e nel mondo. La difesa per salvare una vita è molto difficile, ma è una
battaglia decisiva: perché ogni vita è un valore e per ridare fiducia a
chi si trova sotto la minaccia dell'esecuzione capitale. È una premessa
decisiva per diminuire la violenza spezzando la spirale della disperazione
e della sfiducia. Conto Bancario 200034 - Banca di Roma Ag. 204 Cod. ABI
3002.3 - CAB 05008.8 specificare nella causale del versamento "per
Dominique Green". (fonte: Giovanni Zampini, Associazionene “la
Fraternità").
APPELLO/3 -
Contro i mercanti di armi difendiamo la 185
Noi rappresentanti di diverse realtà della società civile organizzata,
esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, delle religioni e
dello sport, degli istituti missionari e degli organi di informazione, del
volontariato e organizzazioni non governative, cittadine e cittadini...
ricordiamo che, così come esplicitato nell’art. 1 della Legge 185/90
che regola il commercio delle armi, la Costituzione Repubblicana
all’articolo 11 “ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali”. Coerentemente riteniamo che nessun atto
legislativo del Parlamento possa contraddire quel dettato favorendo in
qualche modo il ricorso allo strumento della guerra. Per questo motivo
affermiamo la nostra contrarietà alle misure introdotte dall’Accordo
quadro tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e
Irlanda del Nord “relativo alle misure per facilitare la
ristrutturazione e le attività dell’industria europea per la difesa”
siglato a Fanborough il 27 luglio 2000 e sottoposto ora alla ratifica del
Parlamento italiano con il Disegno di Legge n. 1927. Si tratta di un
accordo firmato tra stati che figurano tra i maggiori produttori mondiali
di sistemi d’arma (90% della produzione bellica europea) e, data la
genericità delle misure di controllo contenute in quell’accordo,
crediamo che la sua attuazione possa contribuire solo a far circolare nel
mondo una quantità maggiore di armi ancora più “efficienti”.
Chiediamo che le istituzioni comunitarie si dotino di adeguati strumenti
di garanzia di trasparenza e di controllo in tema di produzione e
commercio di armi. Il nostro “NO” si fa ancora più deciso verso la
proposta contenuta nella ratifica dell’Accordo, di modificare la Legge
185 del 1990. Quella legge fu ottenuta grazie all’impegno di alcune
realtà di base per vincolare a criteri etici e di trasparenza il
commercio di armi. In particolare vanno salvaguardati i principi di fondo
che diedero vita a quella legge e le stringenti normative che vietano
l’esportazione di armi italiane “a Paesi in stato di conflitto armato;
Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’art. 11 della
Costituzione; Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l’embargo
totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite;
Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle
convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo; Paesi che,
ricevendo dall’Italia aiuti ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n.
49, destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze
di difesa del paese”. Chiediamo perciò un’applicazione ancora più
rigorosa di quella legge che peraltro è posta a garanzia della
trasparenza di tutte le operazioni relative al commercio di materiale
bellico. Una riforma di quella legge permetterebbe l’immissione sul
mercato di una quantità rilevante di armi e, in particolare, renderebbe
ancor più difficile accertare i canali di vendita e i destinatari finali.
In un momento storico in cui bande armate, formazioni terroristiche,
criminalità organizzata e mercenari si riforniscono di armi attraverso
canali che sfuggono al controllo degli stati, una tale normativa finirebbe
anche col favorire un incremento del commercio clandestino di armi da
parte di mercanti senza scrupoli. Per queste le ragioni ci appelliamo alla
coscienza di ciascun parlamentare affinché voti contro ogni ipotesi di
riforma della legge 185/90. Preannunciamo una vigilanza attenta e una
mobilitazione che, anche a livello europeo, impedisca alla lobby
dell’industria bellica di lucrare alti profitti pagati a prezzo della
vita dalle vittime delle guerre e della violenza diffusa.
Testo dell'appello da inviare ai
parlamentari
(copia e incolla)
presidenza.repubblica@quirinale.it; BERLUSCONI_S@camera.it; BOSSI_U@camera.it;
MARONI_R@camera.it; TREMONTI_G@camera.it; CASINI_P@camera.it; PERA_S@senato.it;
FINI_G@camera.it; RAMPONI_L@camera.it; VITO_E@camera.it; LARUSSA_I@camera.it;
VIOLANTE_L@camera.it; CRAXI_V@camera.it; CASTAGNETTI_P@camera.it;
GIORDANO_F@camera.it; DILIBERTO_O@camera.it; BOSELLI_E@camera.it;
MINNITI_M@camera.it; RUTELLI_F@camera.it; FASSINO_P@camera.it; FOLENA_P@camera.it;
DALEMA_M@camera.it; TURCO_L@camera.it; FINOCCHIARO_A@camera.it; MUSSI_F@camera.it;
SALVI_C@camera.it; MARINI_F@camera.it; ASCIERTO_F@CAMERA.IT; BELLOTTI_L@CAMERA.IT;
BRANCHER_A@CAMERA.IT; BRICOLO_F@CAMERA.IT; COLASIO_A@CAMERA.IT; CONTE_G@CAMERA.IT;
FERRO_G@CAMERA.IT; FRATTA_P@CAMERA.IT; FRIGATO_G@CAMERA.IT; GHEDINI_N@CAMERA.IT;
GIORGETTI_A@CAMERA.IT; GROTTO_F@CAMERA.IT; LEONE_A@CAMERA.IT; MARTINI_F@CAMERA.IT;
MILANATO_L@CAMERA.IT; ORSINI_A@CAMERA.IT; PERETTI_E@CAMERA.IT;
RODEGHIERO_F@CAMERA.IT; RUZZANTE_P@CAMERA.IT; SAIA_M@CAMERA.IT; SGARBI_V@CAMERA.IT;
STEFANI_S@CAMERA.IT; TRUPIA_O@CAMERA.IT; URSO_A@CAMERA.IT; VALPIANA_T@CAMERA.IT;
VASCON_L@CAMERA.IT; ZANETTIN_P@CAMERA.IT; ZORZATO_M@CAMERA.IT
Oggetto: Appello contro i
mercanti di morte, perchè vinca la vita!
Onorevoli Presidente della Repubblica, Presidente dei Consiglio,
Presidenti delle Camere e Parlamentari tutti,
Il 29 maggio il Parlamento italiano deciderà in merito alla modifica
della LEGGE 185/90. Io vi chiedo, anzi vi prego di ascoltare l'appello
della Società Civile e della migliaia di persone che vi hanno scritto per
chiedervi di lasciare inalterata questa legge che, se modificata, andrebbe
solamente a favorire i mercanti di morte. Quel giorno saremo presenti in
Piazza Montecitorio a chiedervi questo, perchè VINCA LA VITA!
Cordiali saluti,
mettere la propria firma
MassMedi@
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ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE!
Il Vincere
Romanzo di Ettore Masina
Ed. San Paolo - 12 euro - pag 191
La Cassina di Pomm, la "Cascina delle mele", è il microcosmo di
miseri alloggi oltre l'estrema periferia di Milano, dove città e campagna
si confondono. Qui, alla fine degli anni Trenta, un nucleo di famiglie a
maggioranza operaia conduce una vita aspra ma dignitosa, scandita dai
ritmi del lavoro, del riposo, degli affetti e della reciproca solidarietà.
Poi la tempesta del secondo conflitto mondiale lambisce anche la Cascina,
turbandone la quiete: qualche uomo viene richiamato alle armi, parte e non
farà ritorno; apocalittici bombardamenti dilaniano la vicina città;
serpeggiano freddo, fame angoscia, lutto, disperazione. Dopo lo strappo
dell'8 settembre 1943 l'infiammarsi di opposte pressioni politiche lacera
la popolazione milanese, seminando sospetto, terrore, morte. Nasce la
Resistenza. Non c'è più soltanto un fronte militare; partigiani,
tedeschi, repubblichini combattono anche nelle strade. Dilagano i
rastrellamenti, le fucilazioni, le rappresaglie. Imperversa la caccia agli
ebrei. In mezzo a queste sanguinose convulsioni, che inesorabilmente si
ripercuotono sulla comunità della Cascina, prende corpo la vicenda di
Umberto Radaelli, detto "il Vincere", orfano di guerra: un
ragazzo che, divorato da una filiale ammirazione per il Duce, si arruola
nella Squadra «Ettore Muti», la prima forza armata della Repubblica di
Salò. Il Vincere diventa così, sempre più, il dramma di Umberto, la
storia della sua discesa agl'inferi, scandagliata con vertiginosa
profondità psicologica. Al tempo stesso, questo palpitante romanzo, ricco
di fermenti morali e civili, mantiene ovunque un respiro corale. Ad
alimentarlo concorrono numerosi personaggi, alcuni memorabili: uomini e
donne, giovani e anziani, che spesso non rinunciano -nemmeno nelle ore più
tenebrose prima della Liberazione - a combattere il male con il bene,
l'ingiustizia con l'abnegazione, l'odio con l'amore.
RICHIEDILO
Diario PM 2002/2003
a cura della Redazione PM - Missionari Comboniani
Dalla Terra – come una madre – riceviamo ogni giorno cure, alimenti,
calore, vestiti, aria, ossigeno, vento, acqua… Ma se è vero che la
Terra è un po’ nostra madre, allora merita anche il nostro rispetto. Se
la trattiamo male mettiamo in pericolo la nostra stessa vita. Vuoi sapere
come rispettarla? Il Diario PM 2002/2003, tutto dedicato alla salvaguardia
della natura e della vita sul nostro pianeta… insomma, all’ecologia.
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Comboniani, Vicolo Pozzo, 1 - 37129 Verona. N.B. Una copia singola del
Diario PM costa € 7,50 . Per i versamenti utilizza il c.c.p. 202374,
specificando la causale. Con soli € 19,11 invece potrai fare o rinnovare
l’abbonamento al PM per un anno intero; ricevere il diario PM 2002/2003;
appoggiare un progetto in favore delle comunità indigene dell’Amazzonia
ecuadoriana. Tel. 045/8003534 - fax 045/8031455; e-mail: pm@comboniani.org
. CONTENUTI: A piè pagina trovi proverbi, notizie, azioni
eco-intelligenti, consigli, date, curiosità sulla natura e …15 schede
tematiche.
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Guerre&Pace
Una copia € 3,70; abbonamento 10 numeri € 32,00 - ccp n.24648206
intestato a: Guerre&Pace, Milano. Per avere una copia saggio: guerrepace@mclink.it
Nell’ultimo numero
troverete:Presentazione; Sandro Mezzadra Diritto di fuga; Salvatore
Palidda Vecchie e nuove migrazioni; Ilaria Possenti Quali culture senza
diritti?
GLI IMMIGRATI SI ORGANIZZANO - Annamaria Rivera Eterofobia e soggettività
migranti; Immigrazione e organizzazione ; Sergio Bontempelli Costruire
percorsi di cittadinanza; Alban Tuna L'esperienza di Brescia; Donatella
Francesconi Una città di vecchia immigrazione; Pablo Salazar, Abi Ahmed
Laila Pape Mbaye Diaw Organizzarsi per i diritti; Mercedes Lourdes Frías
Contesto sociale e istituzioni; Fulvio Vassallo Paleologo
L'associazionismo in Sicilia; Piero Colacicchi Le organizzazioni rom;
Salvatore Palidda Verso una dimensione europea; Dino Frisullo Modelli
alieni e alibi nostrani; Ibrahime Niane Per far crescere il movimento
LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLO STRANIERO - Giuseppe Faso Le risposte prima
delle domande; Informazione e immigrazione; La carta di Empoli; Dario
Melossi Il processo di "criminalizzazione"; Marcello Maneri
L'immagine dello straniero sui media; Adel Jabbar I musulmani: la
complessità negata
MIGRANTI. SOS DIRITTI! INSERTO SPECIALE SULL'IMMIGRAZIONE realizzato da
"G&P", Porto Franco, Anci Toscana
PALESTINA/ISRAELE In poche pagine, una sintesi chiara che ripercorre la
storia del conflitto tra israeliani e palestinesi, integrata da alcuni
approfondimenti su questioni cruciali. Uno strumento anche per l'attività
didattica e per gli studenti. "Guere&Pace" dossier - 72
pagine formato A5, Euro 2,00 (più 1,50 Euro per sped. post., anche di più
copie). Versamento sul ccp n. 24648206 int. a Guerre e Pace - Milano.
Richiedere a 02 89422081, e-mail: guerrepace@mclink.it.
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penna & salvadanaio
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BOICOTTAGGIO DEI
PRODOTTI ISRAELIANI
Continua il boicottaggio dichiarato contro le esportazioni israeliane per
costringere Israele a trattare coi palestinesi. Ecco un elenco di prodotti
da boicottare, cortesemente fornito da Valerio Magnani. AGRUMI JAFFA (i
pompelmi sono uno dei prodotti israeliani più diffusi in Italia). Tra i
prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani vi segnaliamo: AHAVA -
Dead Sea Laboratories (prodotti cosmetici e dermatologici) Distributore
italiano: P.M. Chemicals S.R.L./Milano I prodotti AHAVA sono talvolta
venduti nelle erboristerie e nelle farmacie. Barkan Wine Cellars Ltd.
(vini venduti con l'etichetta Reserved, Barkan e Village) I Pretzels della
Beigel & Beigel bakery (le ciambelline salate, biscotti saporiti e
crackers) Golan Heights Winery (vini venduti con l'etichetta Yarden, Gamla
e Golan) GAJA DISTRIBUZIONE, Via Torino 36/B - 12050 Barbaresco (CN) HALVA
(Dolci di sesamo in barra da 100 grammi) Kosher Produced by Achva
http://www.halva.co.il/ Jordan Plains dates (le principali varietà di
datteri che crescono nella Valle del Giordano degli insediamenti
israeliani sono Medjoul e Deglet Nour). Esportato da Israele da Agrexco.
Solitamente si trova nei negozi di frutta o sulle bancarelle di frutta e
verdura dei mercati. Esportato da Israele da Hadiklaim Date Growers'
Cooperative Ltd. (commercializzato da Almog Trades Ltd.)
http://www.hadiklaim.com Soda-Club Ltd. (sistemi per carbonare e sciroppi
per la preparazione di soda e soft drinks)
http://www.sodaclubenterprises.com/content/english/about1.html
Inoltre è in atto una campagna internazionale di boicottaggio contro la
Caterpillar Company, azienda USA con sede a Peoria, Illinois. Le azioni
contro la CATERPILLAR vogliono condannare l'uso illegale dei bulldozers
forniti a basso costo allo Stato d'Israele per la devastazione dei
Territori Palestinesi. Ricordiamo che CATERPILLAR in Italia commercializza
oltre ai suoi bulldozers, con il suo logo CAT anche scarpe ed
abbigliamento. (Rete Lilliput Verona)
Berluscao
meravigliao
Questo è un breve elenco, certamente incompleto, di tante nostre piccole
azioni quotidiane con le quali, anche inconsapevolmente, versiamo soldi in
cassa di Silvio Berlusconi: 1. Noleggiando una videocassetta da
Blockbuster, di sua proprietà; 2. Guardando i canali Mediaset alla TV:
Publitalia, concessionaria di pubblicità, fattura centinaia di miliardi
l'anno; 3. Telefonando con Blu, di cui detiene una quota; 4. Facendo la
spesa da Panorama, alla Standa,alla Rinascente, di sua proprietà; 5.
Comprando qualunque prodotto di cui viene fatta la pubblicità sui canali
Mediaset; (vedi punto 2) 6. Comprando una pubblicazione di Mondadori,
Elemond, Einaudi, Sperling&Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, (ebbene si,
anche quella), Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli,
Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona, tutte di sua proprietà;
Sarà un caso che, con un decreto dei primi di settembre, il Berlusca ha
limitato gli sconti sui libri nuovi? Giusto in tempo per l'inizio delle
scuole... 7. Andando al cinema a vedere film distribuiti da Medusa e
Cinema 5, di sua proprietà; 8. Navigando in internet con Jumpy, di sua
proprietà; 9. Avendo un conto alla banca Mediolanum, di sua proprietà;
10. Comprando i seguenti giornali e periodici: Corriere della Sera,
Gazzetta dello Sport, Il Foglio di Giuliano Ferrara, Panorama, Cucina
Moderna, Donna moderna, Donna in forma, EBT, Education, interni,
Sale&pepe, Superclassifica, Starbene, Focus, Marieclaire, Men's health,
Grazia, Sorrisi e canzoni TV, Chi, Ciack, Cosmopolitan, Autooggi, Casa
viva, Cose di casa, Confidenze, PCPROFESSIONALE, Panorama travel, Tutto,
Week.it, Zerouno e chissa quali altri; 11. Andando allo stadio a vedere le
partite di calcio del Milan S.p.a (sulla quale pende un processo per fondi
neri che sarà presto cancellato grazie alla prossima "legge
finanziaria" che abbrevia i termini di prescrizione per il reato di
falso in bilancio).; 12. Facendo la spesa all'Esselunga. Questa va
spiegata: Esselunga è di proprietà della famiglia mi lanese Capriotti,
da sempre molto vicina al cavaliere e principale finanziatrice della sua
recente campagna elettorale con una cifra che da sola è vicina a quanto
speso dall'Ulivo in tutta Italia. Si puo quindi dire che la campagna
elettorale di Silvio l'abbiamo già pagata andando a fare la spesa. Ma non
basta: come contropartita a Capriotti il Berlusca ha inserito nel recente
documento di programmazione economica un articolo che stanga le
cooperative in generale ed in particolare la COOP, in quanto la stessa gli
fa, specialmente in Toscana, una forte concorrenza. Questo si tradurrà
inevitabilmente, a lungo termine in: 1) un aumento dei prezzi della COOP,
2) nella necessità di tutto il mondo della cooperazione di adeguarsi ai
criteri delle imprese private, 3) in maggiori entrate fiscali per il
governo del menzionato Berlusconi. Come dire, una mano lava l'altra, anche
perchè lo stesso Berlusconi possiede magazzini per la grande
distribuzione e la concorrenza non gli fa certo piacere. 13. Facendo
pensioni integrative ed investimenti vita con Mediolanum S.p.a. e
Mediolanum Vita S.p.a., di sua proprietà. Fra l'altro questa voce è
destinata ad aumentare, man mano che la sanità sarà sempre più (da lui)
privatizzata e gestita con criteri aziendali. 14. Investendo in borsa in
titoli di societ à di sua proprietà. Occorre a questo proposito
precisare che, in questo caso, la fregatura è doppia: infatti, sempre
grazie alla prossima legge finanziaria, il reato di falso in bilancio sarà
perseguibile solo su querela. Ebbene, dimostrare che un singolo socio ha
subito un danno è impossibile. Nelle aziende familiari l'azionista non
subisce danni per definizione. Nelle società quotate in borsa, invece,
salvo che l'amministratore fugga con la cassa, il danno ai soci esiste ma
è indimostrabile, spesso gli stessi interessati non se ne accorgono. Come
faranno mai ad accorgersi dei trucchi degli amministratori per sporgere
querela? In questo modo i giudici non potranno più intervenire. Prendiamo
ad esempio i fondi neri (tanto per dire..) per pagare tangenti (sempre per
dire...): il grande a zionista sarà felicissimo di lucrare i dividendi
illecitamente ottenuti, perchè mai dovrebbe denunciare? Quindi, mentre
lui ingrassa, gli altri azionisti, il fisco, le banche, gli investitori ci
rimettono. Chiaro il giochino? Comprate le azioni del Berlusca... 15.
Semplicemente esistendo, in quanto con una parte delle tasse gli paghiamo:
a) lo stipendio, (e che stipendio), da presidente del consiglio, b) il
finanziamento pubblico a Forza Italia; c) la costruzione dello s cudo
spaziale, (a cui Berlusconi, e quindi l'Italia intera, ha aderito in
luglio, anche se nessuno lo ha detto) visto che Silvio è proprietario
anche di aziende di elettronica industriale, - vedi la famigerata rivista
elettorale al capitolo "Costruire un impero" (sic) -, e non mi
meraviglierei che una parte degli apparati fossero casualmente costruiti
da tali aziende. Si tratta, fra l'altro, di cifre inimmaginabili. Queste
voci sono inevitabili, anche volendo esercitare una volontà contraria.
Inevitabile à anche pagare lo stipendio ai suoi diretti dipendenti quali
La Loggia, Pisanu, Bonaiuti, Frattini, Vito (arisic!), Giovanardi,
Tremonti, etc ed a 146 parlamentari leghisti che, alla faccia di Roma
ladrona, si beccano i quattrini pur lavorando per un altro stato. In
futuro glieli daremo inoltre: 1. Nella costruzione di opere pubbliche
realizzate da Edilnord, di sua proprietà, magari progettate dalla società
dell'attuale ministro delle infrastrutture Lunardi, a cui si deve per
esempio il progetto Treno Alta Velocità attualmente in fase di
realizzazione. Forse non a caso lo stesso Lunardi ha recentemente proposto
il limite in autostrada a 160 Kmh: magari qualcuna andrà adeguata...;
Forse sempre non a caso lo scorso 8 settembre, con apposito decreto,
Berlusconi ha ABOLITO l'Agenzia Nazionale di Protezione Civile, rimuovendo
il commissario Barberi , al fine di accentrare le competenze direttamente
alla Presidenza del Consiglio. Magari anche le opere di protezione civile
(cosiddette) sono un bocconcino interessante per il Nostro? Mi pare
probabile inoltre che il nome Edilnord sarà spesso "invisibile"
grazie al gioco degli appalti, sub-appalti e sub-sub-appalti. 2. Quando
anche la scuola sarà in buona parte privatizzata e lui, dopo aver
modificato ad hoc le leggi italiane, avrà fondato le sue, superiori ed
università: fra i suoi "progetti pronti" -ma quanti ne ha?- c'e
anche quello della sua università per i futuri dipendenti di Mediaset. 3.
Quando telefoneremo da casa con Telecom, della quale ha recentemente
iniziato la scalata mediante il suo omino telecomandato Tronchetti-Provera.
Concludo dicendo che è impresa ardua chiarire tutti gli interessi di
Silvio Berlusconi, a causa delle incredibili ramificazioni societarie del
suo "impero", (provate solo a visitare il sito della Mondadori)
, delle società con sede all'estero, (di cui non paga le tasse in
Italia..), di quelle intestate ad amici, ad amici di amici etc, oltre agli
interessi non direttamente comprensibili. Quindi sono bene accetti i
contributi di chi riesce a reperire informazioni o a trovare errori in
quanto scritto sopra.
PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it - Tel. 0382 3814417)
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Vincenzo Andraous è nato a Catania
il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più
grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e
condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di
permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in
regime di semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la
Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno
degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in
attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con
Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali
di tutta la penisola, Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in
psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su
riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on
line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di
vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato
sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la
propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli;
“Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli;
“Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto
sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è
società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un
assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre
il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di
Pavia.
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Giustizia e Perdono
Il Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace ci ha detto:
“Non c’è Pace senza Giustizia, non c’è Giustizia senza Perdono”.
Leggendo quelle righe, pesanti come la storia che ci portiamo addosso,
nasce la spinta a ripensare ciò che siamo stati, ciò che siamo e ciò
che vorremo finalmente essere. Il Papa ha parlato alle genti, agli Stati,
affinché le guerre abbiano a scomparire, e alle persone sia dato tempo e
possibilità di vivere e confrontarsi, senza per questo dover scavare a
forza la propria fossa. In quelle note c’è il non senso di governi e
politiche fondate sul rancore, sull’odio, sulla vendetta, su quei
sentimenti che non consentono giustizie sociali né pace per alcuno, perché
è vero: la violenza regna dove l’ingiustizia ingrassa. Il Papa ha
parlato per coloro che hanno voltato le spalle alla propria umanità, per
chi ha dipinto la propria assenza-sconfitta nelle ferite inferte. Ha
parlato anche per chi pensa che al male si risponde con altro male,
nell’illusoria convinzione di risolvere i drammi individuali e le
tragedie collettive. Non è facile capire questo mondo continuamente in
rotta di collisione, non è facile conoscere fino in fondo la sofferenza
dell’anima, non è facile ascoltare le parole del Papa se non con il
cuore aperto. Giustizia e Perdono. Personalmente, ho molto di cui non
essere fiero, sono sicuro di dovere assai a chi mi è vicino, come a chi
in assenza eterna è divenuto una presenza costante. Senza queste
consapevolezze, ho creduto di sopravvivere a me stesso, in un carcere, in
una cella scambiata per un tempio, dove gli occhi non vedevano, le
orecchie non sentivano né ascoltavano, mentre il corpo restava inerte.
Nelle stagioni chiuse è scomparsa la ragione, tramortita la fede, persino
l’ultima volontà di un perdono. Il Papa ha detto: “Non c’è
Giustizia senza Perdono”. Per quanto mi riguarda, conosco il sentire
comune del “chi sbaglia paga”, è in questa affermazione, più dura di
ogni sentenza, che si spiega la difficoltà a coniugare una giusta e
doverosa esigenza di giustizia da parte della vittima di un reato, a una
possibilità concreta di riscatto e riparazione in chi ha offeso
l’altro. Spesso mi sono chiesto se è possibile perdonare. Se è
consentito all’uomo elevare la propria umanità. La risposta è stata sì.
Ho ricordato alcuni uomini che con la morte nel cuore, accanto ai corpi
senza vita dei loro cari sono stati capaci di alzare gli occhi al cielo,
sussurrando lacrime di perdono per l’altro che ha causato tanto dolore.
E’ davvero difficile affrontare una lettura evangelica del sentimento
del perdono, per chi ha sbagliato, come per chi ha ricevuto l’offesa,
infatti la risposta attuale ad ogni perdita sta nel solo carcere, nella
sola pena inflitta, e sono passaggi che appartengono al potere
giudiziario, legislativo, esecutivo, mentre forse occorrerebbe ritornare a
quel riferimento che più conosciamo, a quel riferimento che si chiama
persona. Alla luce dei miei inciampi, della mia irresponsabilità di ieri,
mi accorgo che la richiesta intima del perdono è atto che riguarda la
persona. Nessuno si salva, se non sa perdonarsi, se non trova nell’altro
gesti e parole d’amore. Pagare il proprio debito alla società non può
significare la creazione di una nuova dimensione di violenza, in una pena
distruttiva e immutabile. Un contesto disumanizzato e disumanizzante, come
quello del carcere, toglie all’uomo la speranza, non solo privandolo
della libertà, ma estraniandolo dalla propria dignità. Privare la
persona della possibilità di rendersi conto dei propri errori, significa
non consentirle di fare i conti con il peso delle proprie colpe, con le
lacerazioni che hanno prodotto la rottura del vivere civile. Quanto è
difficile chiedere perdono in queste condizioni? E quanto essere
perdonati? Ciascuno vive il suo presente in funzione delle scelte fatte
nel passato, non per un sottile gioco delle maschere, ma perché le azioni
del cuore se non condivise non consentono di essere scelte. Allora
ricostruirsi sottende capacità e forza per riparare al male fatto,
richiama l’altro-gli altri ad accorciare le distanze, affinché
conoscere comporti la scelta più giusta, ove l’uomo della condanna,
l’uomo del reato, non è l’uomo della pena, l’uomo che chiede
perdono non con le parole, non con i megafoni, nè con la pietistica
abbinata alle più alte celebrazioni religiose, bensì nei silenzi che
divengono assordanti, nei gesti ripetuti, nei comportamenti quotidiani.
Rimangono le responsabilità e gli abissi dell’anima, nulla è
cancellato, niente è dimenticato, ma sentire dentro il bisogno di
perdonarsi, di avere pietà di se stessi, indica la via maestra per
l’altro bisogno: essere perdonati per ciò che si è nel presente, nella
consapevolezza degli errori disegnati a ogni passo in avanti, condividendo
quel bene comune che è intorno a noi. Perdonarsi e chiedere perdono è
voce che parla al cuore con note forti, per tentare di tramutare l’ansia
e il dolore delle vittime in una riconciliazione che sia cambiamento
fruibile per la collettività tutta. Penso che una vendetta che ripara
teatralmente non produca nulla di positivo, e neppure un carcere che
mantenga inalterata la follia lucida di chi ha commesso un reato. La
richiesta di perdono che cammina lentamente ma fortemente oltre il muro di
un carcere, è una preghiera che non ha necessità di parole, ma di atti
vissuti giorno dopo giorno, per andare incontro all’altro, e a se stessi
rinnovati. L’umanità, quando è ferita, richiede maggiore severità
nelle pene da espiare, mentre la persona detenuta sconta la propria pena
convincendosi di aver pareggiato il conto, di aver pagato quanto dovuto.
Invece, riconoscere il bisogno di perdonarsi e perdonare, sottolinea
l’urgenza di un percorso umano ( non solo cristiano ) nella condivisione
e reciprocità, nell’accettazione di una possibile trasformazione e di
un fattivo cambiamento di mentalità. La difficoltà di una lettura
evangelica in un carcere è tutta nella contraddizione che scaturisce
dalla persistente stigmatizzazione e disattenzione, che circondano
l’uomo in colpa e chi il male l’ha subito. In questa condizione, quel
sentimento di gratuità-amore-perdono, che può essere solo donato e perciò
privo di parentele con qualsiasi aspettativa speculativa, cozza con
l’indurimento prodotto da una stasi subculturale, che pone le persone
davanti al rischio di una infantilizzazione neanche troppo velata. Il Papa
ha parlato di Perdono e di Giustizia, ciò può e deve essere, se ognuno
di noi diviene un entronauta, un viaggiatore contempl-attivo, persino in
un carcere, in una pena finalmente accettata e vivibile. A ben pensarci,
perdonare è un dono che ha origini divine, per questo non viene colto
dalla nostra memoria corta: c’è un carico di domande legittime e di
risposte distanti, tant’è che chiedere perdono, a volte, non è più
facile che concederlo, e ancor più appare incomprensibile quel comando di
amore “settanta volte sette”. E’ così distante quel verbo nella
nostra umanità lacerata……..Eppure non può esistere umana vita senza
la speranza di una vita migliore, e la speranza è, sì, scienza del non
ancora, ma essa avverrà con l’impegno di tutti: colpevoli e innocenti.
Ecco cosa il Papa ha detto a me. (Natale 2001)
PAROLE ALTRE
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POICHE' TENTAR NON NUOCE
Non aspettar che ci sia sereno
o cada una tiepida pioggia
o l'orchestra dei fiori
incominci a suonare
o i già muti pesci
tacciano ancor di più.
Fa che ti basti che cominci il giorno
e che sia fatto chiaro
come pagina bianca
volta dopo
la nera.
Allora tieni la faccia
più alta che si può
e tenta
poiché tentar non nuoce.
(Poesia di Roberto Piumini segnalata da Federica)
SITI AMICI
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1) Agenzia di Stampa Missionaria www.misna.org
2) www.altravicenza.it è il sito
di Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
3) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
4) ARCI di Verona www.arci.verona.it
5) Biblioteca di Nogara (VR): http://digilander.iol.it/biblionogara
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione www.terrelibere.it
7) Notiziario femminile www.femmis.org
8) Agenzia di stampa: www.consumietici.it
9) Giovani e missione... www.giovaniemissione.it
10) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: WWW.PROMISELAND.IT
11) Pedagogisti on line: www.educare.it
12) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
13) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per
L'energia e l'ambiente» www.paea.it
14) Antimafia2000 www.antimafiaduemila.com
15) Il mondo dei bambini nelle proposte di www.aquiloneblu.org
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