Grillo
Parlante 69/2002
Inviato a 1682 indirizzi email.
DISCREZIONE
«Una parola è come un filo di rafia: se lo levi dalla stuoia non potrai più rimetterlo dov'era»
(Proverbio: Bornu - Nazione: Ciad)
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it
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23/05/2002 - Verona - Lilliput Verona e... «Giochi proibiti»
LA RETE LILLIPUT DI VERONA, IN OCCASIONE DELLA SESSIONE SPECIALE DELL’ONU SULLO STATO DELL’INFANZIA NEL MONDO, DESIDERA INVITARVI ALLA CONFERENZA «GIOCHI PROIBITI». Nel mondo oltre 500 milioni di bambini vivono in estrema povertà, in famiglie con un reddito inferiore ad 1 dollaro al giorno; quasi 200 milioni di bambini muoiono prima di avere compiuto 5 anni, in gran parte per cause prevenibili;246 milioni di bambini sono sfruttati in attività lavorative. Questi dati mostrano solo una parte delle violenze perpetrate dal mondo globalizzato all’infanzia. Tutti dobbiamo riflettere sulle nostre responsabilità, per cercare di cambiare al più presto la rotta, altrimenti il mondo sarà sempre più “la culla della morte”. Faremo una riflessione sugli aspetti più negativi delle decisioni prese a livello internazionale negli ultimi anni,cercando anche di intravedere le possibili vie di cambiamento. In questa occasione presenteremo anche la Global March contro lo sfruttamento del lavoro minorile, che , in occasione dei prossimi mondiali di calcio, vuole essere un’ulteriore richiamo e verifica che del mantenimento degli impegni presi dalle grandi multinazionali del settore dell’abbigliamento sportivo contro lo sfruttamento del lavoro minorile ed a favore di più giuste condizioni di lavoro. Interverrà: MARIAROSA CUTILLO, dell’Organizzazione non governativa MANI TESE, presente ai lavori della sessione ONU. L’incontro si terrà presso la sala Lucchi, palazzina servizi, dietro lo stadio di Verona, il giorno 23 maggio alle ore 21.00 |
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23/05/2002 - Verona - Chiusura della campagna elettorale all'insegna del razzismo
Venerdì 24 maggio in piazza Brà (Verona), il Fronte Nazionale chiuderà la sua campagna elettorale, basata sul razzismo, la xenofobia, la violenza. Ha invitato ufficialmente Le Pen, ma non si è ancora sicuri della sua venuta. Certamente verrà Fiore, estremista nero, condannato per banda armata, rimasto latitante a Londra per venti anni. Sappiamo che si vantano di avere a Verona la loro roccaforte. Segnaliamo che in un'altra piazza, in contemporanea, Il Verona Social Forum ha indetto una manifestazione che vuole essere propositiva e allegra: PER LA DEMOCRAZIA, CONTRO I FASCISMI VECCHI E NUOVI siete tutti invitati in PIAZZA DANTE VENERDI' 24 MAGGIO ALLE ORE 20,30 per uguali diritti di tutte e di tutti contro ogni discriminazione, contro il razzismo, contro l'intolleranza. Ci saranno le torte che ciascuno porterà, e, si spera, musica e danze. |
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24/05/2002 - Villafranca (VR) - Banca Etica
Le cooperative «Emmaus», «La buona terra», «S.O.S. casa», il Gruppo Missionario di Alpo-Rizza, il Movimento dei Consumatori di Verona e Rete Lilliput Verona organizzano un'incontro sul risparmio e finanza alternative: «Conciliare l'etica con la finanza è possibile? Banca Etica: che cos'è e come funziona». Sarà presente all'incontro il dott. Riccardo Milano di Banca Etica. L'appuntamento si terrà alle ore 20,45 presso l'Auditorium comunale di Villafranca (VR) |
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24/05/02 - Verona - Incontro con il prof. Eusebi: «Quale riforma penale, quale idea di politica criminale e quale ruolo del volontariato»
L'Associazione "La Fraternità" di Verona organizza un importante incontro-dibattito animato dal prof. Luciano Eusebi (Docente di Diritto Penale - Università Cattolica di Milano). Il tema dell'incontro sarà: «Quale riforma penale, quale idea di politica criminale e quale ruolo del volontariato». L'appuntamento si terrà venerdì 24 maggio presso la Sala Conferenze del Convento di San Bernardino (Piazza S.Francesco - Verona), alle ore 21. |
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24/05/2002 - Cologna Veneta (VR) - Essere Cittadini Oggi / 3 - Cultura della legalità: norma o eccezione?
VENERDI' 24 MAGGIO ore 21 presso il Teatro Comunale di Cologna Veneta (VR) "Cultura della legalità:norma o eccezione?" - Relatore: Dott. Guido Papalia - Procuratore della Repubblica di Verona. La conferenza è organizzata dal gruppo di opinione "Cologna per tutti" e dall'Assessorato alla Cultura dell'Amministrazione Comunale comunale di Cologna Veneta. Incontro che rientra all'interno del ciclo dal titolo "Essere cittadini oggi", finalizzato a suscitare riflessione e dibattito, particolarmente, ma non solo, tra i giovani, su come ciascuno di noi può esercitare consapevolmente i propri diritti e le proprie responsabilità di cittadino, contribuendo alla costruzione di una società in cui ci sia sempre meno spazio per la corruzione, il clientelismo, il privilegio e sempre più per la partecipazione, la trasparenza, il rispetto della legalità. |
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24/05/02 - Colognola ai Colli (VR) - UnderVillage 2002
Venerdi 24 maggio, presso Villa Vanzetti (Colognola ai Colli – Verona) si terrà UnderVillage 2002, organizzato dalla locale associazione giovanile Underforum. Questo il Programma: Prima parte (ore 20.30) Nel portico della villa verrà proposto dell’ottimo jazz dal vivo; il trio sarà formato da Francesco Casale, Luca Boscagin e Paolo Andriolo. Saranno nostri ospiti alcuni calciatori dell’Hellas Verona, introdotti dal giornalista de “L’Arena” Raffaele Tomelleri. Ricchissimo buffet. Madrina della serata la modella Emanuela Morini. Ingresso su prenotazione 18,00€ incluso l’ingresso alla seconda parte. I posti sono limitati, affrettatevi a prenotare!! Seconda parte (ore 22.30) Nella “pineta sotto le stelle” la migliore musica è proposta da Dino Tronconi e Mr. Tex.; Animazione; Drink bar & cocktail. Ingresso 10,00€ inclusa una consumazione. Con questa iniziativa contribuiremo tutti insieme ad acquistare un defibrillatore per il reparto trapianti midollo osseo dell’ospedale di Borgo Roma. Informazioni, prenotazioni e quant’altro: Mirco 347-0583179 (dalle 13 alle 14 o dopo le 17.30); Simone 349-8766507 Underforum_it@yahoo.it , Biblioteca di Colognola ai Colli. |
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24/05/02 - Verona - Ida Dominjanni a Verona
- Venerdì 24 maggio, ore 18, presso il Circolo della Rosa, Via S.ta Felicita 13, Verona, Diana Sartori e Ida Dominjanni presentano il libro "Motivi della libertà" a cura di Ida Domonjanni (Franco Angeli Ed. - Milano 2001). |
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24/05/02 - Bussolengo (VR) - Marcia e Festa dell'albero della Pace tra i Popoli
SABATO 25 MAGGIO Piazza 26 Aprile, Bussolengo (VR) – ore 10,30. Marcia e Festa dell’albero della Pace tra i Popoli. “Ogni pianta è un uomo / è una donna / è un sentimento / Ogni radice ha il suo frutto / ogni seme il suo tempo…” “Noi siamo parte della terra / la terra è parte di noi. Tutto quello che ferisce la terra / ferisce i figli della terra”. Inaugurazione della targa che ricorda il simbolo dell’albero. “Nessun popolo alzerà più la spada contro un altro Popolo” [Is 2,4] Borsa di studio per un bambino immigrato. Mostra “Dalle radici al Bosco”. La piazza, simbolicamente suddivisa in continenti e popoli sarà animata dalla Associazione ARIBANDUS |
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24/05/02 - Legnago (VR) - La strada della nonviolenza
- Associazione "LA LOCOMOTIVA" di Legnago promuove, presso la Sala Civica di Legnago (Via Matteotti) alle ore 21, un incontro-dibattito sul tema: «La strada della nonviolenza». Interverrà Stefano Guffanti della Lega Obiettori di Coscienza e Coordinamento Rete Lilliput di Verona. |
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24/05/02 - Verona - Opposizione Civile... in riunione
Su richiesta di molti, proviamo a convocare la prossima riunione di Opposizione Civile per venerdi sera, 24 maggio, ore 21.15, al solito posto (aula Pacinotti, accanto al complesso Marzotto, v. Buonarroti, estremita` verso v. S. Zeno).
Proseguira` la discussione sui referendum. La situazione accertata e` che il referendum sulle rogatorie aspetta la sentenza della cassazione (dovuta entro il 24 giugno), dopodiche' saranno raccolte le firme; quello sul falso in bilancio non e` ancora stato sottoposto, ma lo sara` tra breve. Opposizione Civile si e` costituita in associazione il 14 maggio e ambisce ad un ruolo di coordinamento di movimenti e altre associazioni della sinistra. Si pone la questione se il nostro Forum debba aderire, come gia` hanno fatto una sessantina di altre entita`. Avremo occasione di discuterne con un rappresentante di Opposizione Civile se riusciremo ad organizzare un incontro pubblico la prossima settimana. |
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24/05/02 - Brescia - Convegno sulla Cooperazione allo sviluppo e Università
Convegno "Le tecnologie appropriate per la cooperazione e lo sviluppo sostenibile: il ruolo dell'Università", Facoltà di Ingegneria di Brescia, 24 maggio 2002. Si invitano tutti gli interessati a partecipare al convegno in oggetto di cui si allega programma e scheda di iscrizione. Per chi fosse interessato a segnalare esperienze da presentare negli specifici workshops, si prega di contattare la segreteria del convegno (ing. Sabrina SORLINI tel. 030 3715826; ing. Alessandro BALDELLI tel. 030 3715421). |
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24/05/02 - Palermo - Il Potere e la Mafia
Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere e Filosofia e IL MENSILE ANTIMAFIA Duemila promuovono un incontro, Venerdì 24 maggio 2002 ore 15.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia Viale delle Scienze – Palermo (Per informazioni tel. 0734 810470), sul tema: « Il Potere e la Mafia» 10 anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio I discorsi inediti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino presentati in un film-documentario. Seguirà un dibattito con: Gian Carlo Caselli, Magistrato; Guido Lo Forte, Procuratore Aggiunto di Palermo; Alfredo Morbillo, Procuratore Aggiunto di Palermo; Annamaria Palma, Procuratore Aggiunto di Palermo; Roberto Scarpinato, Procuratore Aggiunto di Palermo; Mario Almerighi, Presidente IX sez. penale Tribunale di Roma; Antonino Di Matteo, Sostituto Procuratore di Palermo; Luca Tescaroli, Sostituto Procuratore di Roma; Massimo Russo, Sostituto Procuratore di Palermo; Franca Imbergamo, Sostituto Procuratore di Palermo; Francesco Lo Voi, Sostituto Procuratore Generale di Palermo; Marco Travaglio, Giornalista de La Repubblica; Giorgio Bongiovanni, Direttore del mensile Antimafia Duemila. |
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24/05/02 - Milano - Zanotelli e Gheddo
Padre Piero Gheddo e padre Alessandro Zanotelli sono le principali figure del giornalismo missionario italiano. Il 24 maggio si incontreranno a Milano per un dibattito sulla globalizzazione. Personaggi carismatici, con una lunga avventura umana e cristiana alle spalle, padre Gheddo e padre Zanotelli hanno idee diverse su alcuni temi legati alla povertà e alla missione. Davanti ad una platea sicuramente straboccante, avranno modo di confrontarsi per rilanciare il dibattito sulle sfide dell'animazione missionaria in Italia. L'appuntamento è alle ore 18:00, presso l'Auditorium del Pime di Milano in via Mosè Bianchi 94. |
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25/05/02 - Verona - Convegno sulla gestione del paziente traumatizzato
Termina con una tavola rotonda il 25 maggio il “Primo corso di perfezionamento sulla gestione del paziente traumatizzato cranico”, organizzato dal Servizio Riabilitazione dell’Ospedale SacroCuore di Negrar, in collaborazione con “Fase 3” (Associazione traumi cranici di Verona). L’appuntamento si svolgerà nella sala convegni “Fr.F.Perez” dell’ospedale negrarese e avrà come tema: “Programmi di riabilitazione del traumatizzato cranico: un confronto fra diversi modelli di gestione”. I lavori saranno coordinati dalla prof. A.Mazzucchie dal prof. J.L.Truelle, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ebis (European BrainInjury Society). Come è stato spiegato durante la conferenza stampa di presentazione, la giornata vuole essere un momento di confronto sul tema del trauma cranico a partire dalle diverse esperienze dei paesi europei.Tra i relatori W.Bakx (Olanda), E.Richer (Francia),P.W.Schoenle (Germania), R.Avesani (Verona), P.Boldrini (Ferrara), R.Formisano (Roma), R.Rago (Torino). Hanno partecipato alla realizzazione del corso: Reparto unità grav icerebrolesioni di Negrar, Centro polifunzionale Don Calabria, Dipartimento di neurochirurgia di Verona, Scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitazione corso di laurea in fisioterapia di Verona, Coordinamento nazionale associazioni trauma cranico, Ebis, Gruppo Simfer T.C.E., con il contributo di Cariverona. Per informazioni telefonare al numero 045.6013208 |
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25/05/02 - Verona - INCONTRO CON LA TEOLOGIA FEMMINILE
Il Circolo Arci n.a. PACHAMAMA presenta, sabato 25 maggio 2002 alle ore 21, presso la sede in piazza Plebiscito 13, Avesa, Verona INCONTRO CON LA TEOLOGIA FEMMINILE Mary Daly e l’esperienza ontologica in “AL DI LA’ DI DIO PADRE” con il dottor Mario Ferrari, relatore. Sarà presente Letizia Tomassone. “Perché Dio deve proprio essere un sostantivo? Perché non un verbo, il più attivo e dinamico dei verbi? Dare per nome a Dio un sostantivo non è stato un assassinio di quel dinamico Verbo? E non è il Verbo infinitamente più personale di un semplice, statico sostantivo? …Le donne che ora vivono lo shock del non essere e l’impeto di autoaffermazione contro di esso sono propense ad intendere la trascendenza come il Verbo nel quale partecipiamo, viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere”. (da “Al di là di Dio padre. Verso una filosofia della liberazione della donna”, trad. it. Di Donatella Malsano e Maureen Lister, Editori Riuniti, Roma 1991, pag. 44) |
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27/05/02 - Verona - Le Campagne di Pax Christi
Lunedì 27 maggio alle ore 21, c/o CMD (Centro Missionario Diocesano) di Verona, riunione mensile del punto pace di Pax Christi sul tema "Testimonianze e azioni": Palestina, petizione contro la terza guerra del Golfo, Congo, Sudan, mercato delle armi, campagna di obiezioni nonviolente del cittadino... |
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27/05/02 - Vicenza - EDUCAZIONE NONVIOLENTA
L’APPLICAZIONE DELL’EDUCAZIONE NONVIOLENTA NELLE SITUAZIONI QUOTIDIANE” . Incontro pubblico con PAT PATFOORT, lunedì 27 maggio 2002 , ore 20.15 presso Sala-Teatro della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria (S. Bortolo) Via Medici -Vicenza (vicino la Centrale del Latte) . Nel corso dell’incontro, particolarmente interessante per genitori, educatori, insegnanti, PAT PATFOORT, antropologa belga e nota teorica della nonviolenza, affronterà il tema dell’educazione nonviolenta, prendendo spunto dalla sua ultima pubblicazione “IO VOGLIO, TU NON VUOI” (ed.Gruppo Abele). Promuovono la serata: CISL-SCUOLA VICENZA, P.B.I.-ITALIA VICENZA, RETE LILLIPUT VICENZA . Per informazioni: tel.0444/927315 (Massimo) 335/7522302 (Mariangela) |
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29/05/02 - Verona - Organizziamo il Giubileo degli Oppressi / 2
Si sta organizzando la seconda edizione del giubileo degli oppressi: "La pace nelle nostre mani". Come nell'edizione scorsa, ci sarà una carovana che percorrerà l'Italia toccando alcune città. Si chiuderà con un momento importante, a livello nazionale, a Bologna (come due anni fa a Verona). La carovana partirà proprio da Verona il 5 settembre (un giovedì) e tra i testimoni avremo modo d'incontrare p. Alex, don Ciotti, mons. Bregantini, un testimone del Sudafrica e uno brasiliano. Non mi dilungo troppo sul senso e sull'importanza di tale iniziativa, nemmeno su alcuni particolari che troverete negli allegati. Quello che mi preme comunicare è che, in vista di tale evento, vorremmo che tante realtà (associazioni, gruppi missionari, ONG) si incontrassero per condividere insieme alcune idee e per collaborare nell'organizzazione (tra l'altro, mi sembra che in quel periodo ci sia anche la festa della rete lilliput: potremo inserirla nell'iniziativa). Per confrontarci su questo proponiamo di trovarci una prima volta:Mercoledì 29 maggio presso i Missionari Comboniani (vicolo pozzo, 1). L'obiettivo è quello di tentare di costituire un coordinamento con chi vuole collaborare (un po' sullo stile di "Chiama l'Africa" per chi l'ha vissuta). Il tempo non è molto e di mezzo c'é l'estate, per cui urge cominciare. Sarebbe importante che chi ha intenzione di partecipare all'incontro lo segnalasse al seguente indirizzo e-mail (valido anche per ulteriori informazioni): stefanogaiga@tiscalinet.it (Stefano
Gaiga) |
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31 maggio - 1 giugno 2002 - Vago di Lavagno (VR) - 1° Meeting "Regnum Dei"
31 maggio – 1 giugno 2002 - 1° MEETING “REGNUM DEI” arte e preghiera all’Oasi San Giacomo (Vago di Lavagno – Verona) 1° Meeting all’Oasi San Giacomo di Vago di Lavagno (Verona), casa di incontri dell’Opera Don Calabria. Il 31 maggio e 1 giugno vedremo coinvolti, nel particolare momento di arte e preghiera, artisti, sportivi, laici, religiosi e quant’altro possa servire a testimoniare pace, amore e fratellanza come Gesù insegna. La manifestazione avrà inizio il 31 maggio alle ore 9.30 con un incontro-dibattito sostenuto da Don Antonio Mazzi che tratterà il “Disagio Giovanile”, compagno di viaggio di Don Mazzi, in questo contesto, sarà il popolare cantautore cristiano Roberto Bignoli (autorevolmente riconosciuto anche all’estero dove ha ricevuto numerosi premi). Interverrà il gruppo “Jazz & Fuoco” in uno spettacolo unico al mondo fatto di musica, favole e momenti pirotecnici. La sera del 31 maggio, alle ore 21.00, si esibirà il gruppo gospel “ Venice Gospel Ensemble & Vg’s Out” diretto dal M° Luca Pitteri (Saranno Famosi – Italia 1). Giorno 1 giugno il Prof. Emilio Gandini (Presidente Nazionale delle scuole professionali cattoliche), relazionerà sulle problematiche giovanili. Artisti e sportivi daranno la loro testimonianza. Giusto una pausa pranzo e si riprenderà con un bel momento di incontro tra giovani provenienti da varie parrocchie. Si esibiranno Giovani artisti e Gruppi canori. Parteciperà il “Circolo della Danza” con un gruppo di giovani ballerine dirette da Milena Spera. La Santa Messa delle ore 18.00 avrà la singolarità di essere animata da tutti i cantautori di Dio che aderiscono al Meeting. Alle ore 21.00, dopo una performance del gruppo “Jazz & Fuoco”, Concerto dei “Cantautori di Dio”. Avremo di scena Giuseppe Cionfoli, Michele Paulicelli (ForzaVeniteGente), Paolo Migani, Claudio Venturi, P. Sergio Tommasi, Jordan Sax, Rino Davoli, Gigi Giordano, Mario Migliarese, Don Giuseppe Moscati, Don Paolo Auricchio e altri. I due incontri mattutini saranno preceduti da un breve percorso Storico-Culturale sull’Oasi San Giacomo e sul Colle del Grigliano. Aspettiamo numerose adesioni da gruppi parrocchiali,oratori,scuole e da chiunque abbia voglia di esibirsi e incontrarsi con giovani e non di altre parrocchie, altre realtà, ma dello stesso ideale: Gesù. Contatti: Oasi San Giacomo Vago di Lavagno – Verona - Tel. 045.99.18.66 - Fax 045.99.15.48 Spaziofioritomariano@libero.it Organizzazione e Direzione Artistica : Rino Davoli: 338/5882169
rinodavoli@libero.it |
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31/05/2002 - Cologna Veneta (VR) - Essere Cittadini Oggi / 4 - Cittadinanza consapevole e diritti
VENERDI' 31 MAGGIO ore 21 presso il Teatro Comunale di Cologna Veneta (VR)- "Cittadinanza consapevole e diritti" - Relatore: Prof. Lucio Strumendo - Docente di diritto all'Università di Padova. La conferenza è organizzata dal gruppo di opinione "Cologna per tutti" e dall'Assessorato alla Cultura dell'Amministrazione Comunale comunale di Cologna Veneta. Incontro che rientra all'interno del ciclo dal titolo "Essere cittadini oggi", finalizzato a suscitare riflessione e dibattito, particolarmente, ma non solo, tra i giovani, su come ciascuno di noi può esercitare consapevolmente i propri diritti e le proprie responsabilità di cittadino, contribuendo alla costruzione di una società in cui ci sia sempre meno spazio per la corruzione, il clientelismo, il privilegio e sempre più per la partecipazione, la trasparenza, il rispetto della legalità. |
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01/06/2002 - Verona - ARCI... in festa
L’Arci Comitato di Verona e il Circolo Arci Passepartout organizzano la Festa annuale presso il Circolo Primo Maggio a Montorio (Vr). Dal primo pomeriggio si apriranno gli spazi nei quali si alterneranno intrattenimenti per piccini, incontri culturali, assaggi gratuiti di cucina etnica, musica e balli. Particolare importanza rivestono due appuntamenti: dall’apertura l’allestimento della mostra fotografica “Chiapas” di Roberto Brancolini, a cura dell’Arci Comitato di Modena ed alle 18 la presentazione del libro “Palestina, una pace prigioniera” di Aa.Vv., a cura dell’Arci Comitato di Brescia e del Circolo Arcilettore, con la presenza di rappresentanti della comunità palestinese.Saranno allestiti tavoli per la raccolta di firme per la Tobin Tax.L’ingresso è libero, le consumazioni ovviamente no. Per maggiori informazioni si può consultare il sito
http://www.arci.verona.it/ |
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01/06/2002 - Verona - Federalismo sanitario
Il 1 giugno a Verona, presso il Centro Marani, dalle 9,30 alle 17,30 si terrà un incontro nazionale del Movimento dei Cittadini sul tema del "Federalismo sanitario". Credo che tutti ci rendiamo conto dell'importanza in questa fase di un approfondimento dei problemi sul tappeto in ambito sanitario: dai LEA al Piano sanitario nazionale alle politiche sanitarie delle diverse regioni. Abbiamo voluuto dare al convegno un carattere informativo, invitando relatori di grande competenza, perché qualsiasi azione di controllo e di presa di posizione su questi temi esige una precisa conoscenza delle misure messe in atto. Per informazioni: Movimento dei Cittadini, Via M. D’Azeglio, 27, VERONA, tel/fax 045 8000220 - e-mail:
movcitt@tin.it |
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0106/2002 - Grumolo delle Abbadesse (VI) - Spirit in Dance
La Pastorale Giovanile di Vicenza organizza «Spirit in dance», festa all'aperto ideata dal team di Fra Michael Daniels. Inizio alle ore 21presso Villa Godi (Sarmego di Grumolo delle Abbadesse - VI). Ingresso unico, con tre consumazioni: 10 euro. Nel corso della serata sarà attivo il servizio "open Bar" per le bibite analcoliche e poi.... pastasciutta per tutti! Info:
http://www.spiritindance.com/ |
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03/06/2002 - Bovolone - Incontro con il giornalista Luigi Sandri
Lunedi 3 giugno alle ore 21.00 presso l’Oratorio S. Biagio di Bovolone il giornalista Luigi Sandri parlerà di «Città santa e lacerata: Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Musulmani». (Da qualche giorno è in libreria il libro di Luigi Sandri "Città Santa e Lacerata: Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Musulmani" edizioni Monti, pp. 420, lire 40.000. Ordinazione: editrice@padremonti.it). Luigi Sandri, trentino, nato a Tuenno (Val di Non) nel 1939, giornalista, ha lavorato all’ufficio Ansa di Mosca e quindi è stato corrispondente della stessa agenzia a Tel Aviv. Attualmente è vaticanista dell’Ecumenical News International di Ginevra, de L'Adige di Trento e de Il Mattino di Bolzano; e della rivista Confronti a Roma. Tra le sue pubblicazioni: Dio in Piazza Rossa (1991) e L'ultimo papa re. Wojtyla, breve storia di un pontificato controverso (1996). |
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03/06/2002 - Verona - Presentazione del nuovo libro di Emilio Franzina
Il «Coordinamento laico antirazzista Cesar K.» di Verona organizza, mercoledì 5 giugno - ore 21.30 in sala Lodi, via San Giovanni in Valle, a Verona, la presentazione del libro di Emilio Franzina «Il Veneto ribelle - Proteste sociali, localismo popolare e sindacalizzazione» (GASPARI EDITORE). Introdurrà: Marco Fincardi, storico del Dipartimento di studi storici di Cà Foscari – Venezia. Interverrà l'autore, Emilio Franzina, storico, docente di storia moderna e contemporanea nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Verona. |
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7 - 8/06/2002 - Bovolone (VR) - Commercio equo e solidale
La Rondine 2 di Bovolone, in occasione dell’apertura della nuova “BOTTEGA DEL MONDO” che si trasferisce in via Crosare 67 organizza: VENERDI 7 GIUGNO, ORE 21.00 presso C.s. CALTRANE CANTON di BOVOLONE «TUTTAUNALTRAMUSICA» Massimo Rubolotta a Marco Moiola (in arte Marchiño) ci guideranno tra i vari strumenti del mondo ci racconteranno le particolarità, ci “insegneranno” a suonarli (strumenti che resteranno per la serata a disposizione di chi vorrà provarli) e ci intratterranno con delle performances con le loro percussioni. Infine balleremo la musica di tutto il mondo con Dj Leo. SABATO 8 GIUGNO, ORE 16.30 in via CROSARE 67 BOVOLONE «INAUGURAZIONE “BOTTEGA DEL MONDO”» con taglio del nastro, rinfresco con prodotti del Commercio Equo e Solidale,. Per ulteriori informazioni: 045-6900028 |
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08/06/2002 - Verona - Poesia, danza e musica
L’8 giugno alle 21, presso la Comunità dei Giovani di Corte Molòn (Verona), si svolgerà un incontro di poesia - danza - musica, con brindisi di benvenuto, il cui ricavato andrà a sostegno di studenti poveri in Argentina, seguiti da padre Victor Zecchetto. Per informazioni:
polisad@libero.it |
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15-16/06/2002 - Montebello Vicentino(VI) - Rockelo
Voglio segnalare una manifestazione musicale a Montebello Vicentino. Due serate, 15-16 giugno, di musica di giovani gruppi emergenti provenienti da tutto il Veneto e anche dal resto dell'Italia. Un appuntamento da non perdere anche perchè l'ingresso è libero. Per ulteriori informazioni http://www.rockelo.it/ Informazioni generali su Rockelo: Le date per l'edizione 2002 sono 15-16 giugno. Si tratta di una manifestazione che e' nata per dare la possibilita' ai gruppi locali di esibirsi con attrezzatura decente davanti ad un buon pubblico (circa 2000 persone a serata). Inizialmente la clausula per partecipare era quella di avere almeno un componente del gruppo appartenente al paese della manifestazione, ma questa restrizione e' venuta pian piano meno fino a che nell'ultima edizione hanno partecipato anche gruppi provenienti fin da Torino e Biella. Il tutto ad ingresso libero. Una nota importante da considerare e' la presenza di osservatori di manifestazioni molto piu' grosse della nostra che ne approfittano per scegliere ed "invitare" i gruppi di loro gradimento. (Carpe Diem via G.Marconi, 25 36054 Montebello
vic.Vicenza). |
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16/06/2002 - Illasi (VR) - Arci... e l'autorealizzazione del sé
Il Circolo Arci n.a. CIELOTERRAVENTO terrà, domenica 5 giugno 2002, dalle 9.30 alle 18.00 ad Illasi (Vr), Loc. San Felice, un seminario esperienziale di trasformazione consapevole per l’autorealizzazione del sé. Il fluire della vita è conoscenza, Mai, come ora, è necessario conoscere e sperimentare per partecipare consapevolmente alla nostra trasformazione. In questo momento di passaggio dimensionale, in sintonia con l’evoluzione di madre terra, impareremo a riconoscerci per non perderci. Sperimenteremo l’attivazione del corpo di luce attraverso il respiro, il suono, la visualizzazione guidata, lo yoga, i cinque tibetani ed altre pratiche fisiche esercizi di psicologia quantistica.Condurranno il seminario Rosanna Stanghellini e Jo Alberti. Per informazioni ed adesioni tel. 045 892002 – 328 5454393 (Rosanna). 02 33105377 – 349 3106265 (Jo). Altre date sono previste a partire da settembre |
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16/06/2002 - Rosate - Terzo incontro di «Noi siamo Chiesa»
Siamo giunti al terzo incontro di NOI SIAMO CHIESA del Piemonte, della Lombardia e di altre regioni del Nord. L’appuntamento è per DOMENICA 16 GIUGNO 2002 ALLA "CASCINA CONTINA" NEL COMUNE DI ROSATE, TRA MILANO E PAVIA (per arrivare alla cascina uscita al casello di Binasco dell'autostrada Milano- Genova, prendere la direzione di Abbiategrasso, dopo 9 chilometri c'è il paese di Rosate, chiedere della scuola media davanti alla quale c'è un incrocio con semaforo dove è segnalata con indicatore stradale la direzione per la cascina che dista circa un chilometro) comoda per i milanesi ma anche abbastanza per i piemontesi. Un incontro annuale voluto per ascoltarci tra fratelli e sorelle in Cristo che si confrontano in un momento difficile e doloroso per la nostra società, per il mondo e per la Chiesa. Una comunità "imperfetta", laica, quel popolo di Dio chiamato a realizzare quell’ "altro mondo possibile" fatto di giustizia, di pace e di solidarietà. Per l'ordine dei lavori, oltre alla liturgia, lo svolgimento della giornata non dovrebbe scostarsi molto da quelle già realizzate negli anni precedenti. Si darà uno spazio particolare alla nostra presenza nella nuova situazione che ci coinvolge (Genova, Porto Alegre ecc....prossimo Forum Sociale Europeo) ed alle iniziative concrete (esempio: la nuova Costituzione europea con la linea del Vaticano che vuole spazi e ruoli per la Chiesa e per le cosiddette matrici cristiane dell'Europa). Cambia solo il luogo di ritrovo che, come avete visto, non è più Albugnano in Piemonte dove siamo stati ospiti per ben due anni. L’orario di ritrovo sarà presso la "Cascina Contina" alle ore 9.30 ed inizio dei lavori verso le ore 10.00 del mattino. Il pranzo comunitario sarà attorno alle ore 12.30 e sarà fornito dalla comunità che ci ospita. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno attorno alle ore 14.00 e si concluderanno alle ore 17.00 circa con l’Eucarestia.PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI (entro e non oltre il 13 Giugno 2002) : VITTORIO BELLAVITE – tel. 02/2664753 – e-mail:
vi.bel@iol.it |
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23 maggio 1992 / Strage di Capaci. Dieci anni... per non dimenticare. Dossier curato dal mensile Antimafiaduemila ( http://www.antimafiaduemila.com/ )
MARIA FALCONE* RICORDA IL FRATELLO GIOVANNI
Sono tanti i ricordi che ho di Giovanni. C’è, però, un episodio che mi lega particolarmente a lui e risale a quando gli ho chiesto perché avesse deciso di entrare nel pool di Chinnici e Giovanni mi rispose che la vita doveva essere vissuta e che bisognava realizzare tutto quello che si desidera fortemente. Di Giovanni mi manca tutto: mi manca, come cittadina italiana, la fiducia in una persona che lavorava istituzionalmente con lo Stato e, come sorella, mi manca l’affetto e l’appoggio di un uomo forte. Da un punto di vista lavorativo, quello che ho vissuto con maggior intensità è stata la realizzazione del desiderio di mio fratello di vedere la Cupola della mafia in un’aula di giustizia, finalmente condannata grazie alle sue indagini che hanno portato, per la prima volta, a parlare dell’organigramma di Cosa Nostra. Fatto che ha dimostrato l’importanza del suo lavoro investigativo, del suo metodo, basato su indagini molto puntuali, centrate che, all’epoca, erano state confermate dalle rivelazioni di Buscetta. Alcuni, però, hanno voglia, anche in quest’ultimo periodo, di mandare all’aria quelle che sono state le rivelazioni importanti di quell’anno, ma non si può negare che questo rappresenti un momento storico nelle indagini di mafia. Il metodo Falcone deve essere sempre attuabile e può essere reso a tutti quei magistrati che hanno voglia di lavorare seguendo un percorso che rappresenti la possibilità di arrivare a dei risultati attraverso indagini rigorose e riscontri effettivi che non diano adito ad ipotesi, ma alla confutazione. La collaborazione, quindi, è importante, ma è soltanto la dimostrazione che tutto ciò su cui si è indagato è effettivamente positivo ed è dimostrabile in altra maniera. *Presidente Fondazione Giovanni e Francesca Falcone
ANTONIO INGROIA* RICORDA GIOVANNI FALCONE
Sono tanti i ricordi che mi legano a Giovanni Falcone, risalgono tutti all’inizio della mia carriera. Infatti, ho avuto modo di conoscerlo personalmente proprio nel periodo della mia formazione professionale, di tirocinio, quando venni affidato a lui. Mi è rimasta impressa l’emozione del giorno in cui lo conobbi, perché per un giovanissimo magistrato iniziare la formazione professionale proprio con Giovanni Falcone, era il massimo. Mi colpì molto quando Falcone mi chiese se mi sarebbe piaciuto, un giorno, occuparmi di indagini di mafia e questo, detto ad un magistrato alle prime armi da un magistrato importante e famoso come Giovanni Falcone, fu quasi un segno del destino. Ricordo, naturalmente, il suo modo di condurre le indagini e di interrogare gli indagati, cui io assistevo cercando di assorbire tutta la sua sapienza. Aveva un modo molto particolare e molto corretto ed una capacità mimica, anche nelle pause, tutta siciliana, per riuscire a sfruttare al massimo l’atto istruttorio ed acquisire elementi importanti. Era un lavoratore infaticabile: conobbi casualmente Francesca Morvillo un giorno che venne in ufficio a trovare Giovanni mentre stavamo lavorando e gli portò il pranzo costituito solo da uno yogurt con il quale lui avrebbe continuato a lavorare per tutta la giornata. Io, naturalmente, a fine mattinata staccavo. Molti anni dopo, circa una settimana prima della strage di Capaci, insieme a vari colleghi della Procura e amici – tra i quali, naturalmente, Borsellino e Ayala –, facemmo un pranzo per festeggiare quello che fu il suo ultimo compleanno e ciò che mi colpì molto fu di scoprire il suo gusto per la battuta, la sua ironia. Falcone, a seconda dei momenti, sapeva anche essere molto affabile e disponibile.Mi manca quel punto di riferimento costante, che Giovanni era, cui guardare nei momenti di difficoltà, poiché credo che una delle lezioni più preziose che ci ha lasciato è quella di non cedere mai alla tentazione di mollare, anche nei momenti più difficili, e Falcone ne passò tanti. Mi manca, inoltre, quella sua capacità di trovare sempre la forza per proseguire e di rinnovare le strategie in relazione al mutamento delle situazioni e delle condizioni esterne. *Sostituto Procuratore di Palermo
GIAN CARLO CASELLI* RICORDA GIOVANNI FALCONE
Il ricordo che conservo maggiormente si lega ad una delle pagine più vergognose della nostra storia giudiziaria e nazionale (che ho già trattato nel volume “L’eredità scomoda” di Feltrinelli, scritto insieme ad Antonio Ingroia e Maurizio De Luca). Falcone e gli altri magistrati del pool di Palermo avevano dimostrato, col maxi-processo, che la mafia si può sconfiggere. Stavano rendendo un eccezionale servizio all’intiero paese. La loro azione avrebbe dovuto essere apprezzata e valorizzata ad ogni livello, soprattutto al centro, nei gangli del nostro sistema di democrazia. Invece…Invece di essere difesi e sostenuti, Falcone ed i suoi colleghi furono avversati e attaccati. Le loro strutture demolite, i loro metodi cancellati. Si ritrovarono amaramente soli. Massacrati prima di tutto a parole, tra le nebbie dei sospetti e gli schizzi di melma che attribuiscono appartenenze e interessi politici inesistenti. Quante volte mi è capitato di sentir sussurrare che quel Falcone era un “comunista” e per questo si stava dando un gran daffare, lui che comunista non era mai stato. Oppure che con la sua attività danneggiava l’economia siciliana! E’ andata avanti così fino alla sua morte, fino a quando “Cosa nostra” non ha pensato che era arrivato il momento di chiudere a colpi di bombe quella partita assai pericolosa. Soffrì non poco, Falcone, per gli incivili attacchi scagliati contro di lui, rovesciando la verità, insultando i pentiti, descrivendo un magistrato integerrimo come orditore di trame politiche in nome di una giustizia presentata come un inaffidabile centro di potere. Un repertorio di contumelie e di travisamenti che conosco bene. Che ho provato anch’io sulla mia pelle, insieme a tanti colleghi della Procura di Palermo del “dopo stragi”. Che non ci ha mai condizionato, come non aveva condizionato Falcone. Ma che fa male. Spinge alla rabbia ed esaspera. A volte genera quella sottile ma lancinante amarezza che fa velo alla speranza. Di Falcone mi mancano ovviamente la sua amicizia, la sua intelligenza, la sua capacità di insegnare a tutti spirito di servizio e di sacrificio. E poi il fatto che se ci fosse ancora lui a difendere i suoi metodi di lavoro, la lotta contro la mafia sarebbe più facile. Invece, c’è una corrente di pensiero, chiamiamola così, che cerca di imporre in ogni modo, con protervia, una falsità che a forza di ripeterla è diventata – per qualcuno - un luogo comune: la Procura di Palermo del “dopo stragi” avrebbe abbandonato il metodo di Falcone, adottando una strategia sbagliata, tesa a cercare un inesistente terzo livello della mafia, con uso e abuso dei “pentiti” e di una figura duttile e ambigua come il “concorso esterno” nel reato di associazione mafiosa. La verità delle cose ( che però interessa sempre meno, soprattutto da quando vengono sempre più massicciamente applicate, anche ai temi della giustizia, tecniche pubblicitarie di sofisticato imbonimento) è ben diversa. Alla figura del “concorso esterno” il pool di Falcone fece ampio ricorso, come dimostra – fra i tanti esempi possibili – un passo centrale dell’ordinanza-sentenza conclusiva del “maxi - ter” (17 luglio 1987), là dove si sostiene che “manifestazioni di connivenza e di collusione da parte di persone inserite nelle pubbliche istituzioni possono – eventualmente – realizzare condotte di fiancheggiamento del potere mafioso, tanto più pericolose quanto più subdole e striscianti, sussumibili – a titolo concorsuale – nel delitto di associazione mafiosa. Ed è proprio questa ‘convergenza di interessi’ col potere mafioso…che costituisce una delle cause maggiormente rilevanti della crescita di Cosa Nostra e della sua natura di contropotere, nonché, correlativamente, delle difficoltà incontrate nel reprimerne le manifestazioni criminali”. Secondo un altro, non meno falso, luogo comune, nella più recente stagione si sarebbe smarrito il “rigore della prova”, tipico invece del pool di Falcone. Ma anche qui, basterebbe leggere i provvedimenti relativi ai vari maxiprocessi per rendersi conto che l’architrave del solidissimo lavoro del pool era la cosiddetta “convergenza del molteplice” a riscontro delle dichiarazioni dei “pentiti”, vale a dire che gli elementi probatori a carico di ciascun imputato non erano certamente più consistenti di quelli che – in questi ultimi tempi – sono stati spesso ritenuti non sufficienti per affermare la responsabilità di vari imputati “eccellenti” accusati di collusione con la mafia. Il vero obiettivo di questa speciosa ed inconsistente contrapposizione tra “metodo Falcone” e metodo del periodo “dopo stragi” in realtà è proprio il metodo Falcone, un metodo di lavoro che le stragi del ’92 volevano cancellare per sempre col sangue e che invece è stato ripreso anche dopo, nonostante la strategia di “normalizzazione” che avanza tutte le volte che si profila un’effettiva volontà dello Stato di recidere le collusioni fra mafia e pezzi della politica. *Magistrato
RICCARDO ORIOLES* RICORDA GIOVANNI FALCONE
Forse il ricordo che mi lega maggiormente a Giovanni Falcone risale alla prima volta che l’ho visto, nel 1982. Un giovane molto cortese, di quella ospitalità un po’ cerimoniosa dei siciliani a casa loro. Casa sua, nella fattispecie, era il Palazzo di Giustizia di Palermo; i primi tempi del pool (che allora non si chiamava così ed era ancora incompleto), e quasi nessuna sorveglianza. Non mi ricordo se era lui o un altro, ma certo è che in uno di quei mesi, ad aprire la porta del suo ufficio venne direttamente un magistrato.Poi c’è quella sfumatura di timidezza, che confinava con la cortesia-cerimoniosità “da adulto” che abbiamo detto ma in più faceva pensare all’atteggiamento un po’ solitario ma non escludente di un ragazzo molto studioso. E poi c’è la barba (allora non portava ancora i baffi) che era una barba senza dubbio un po’ intellettuale, da studente, ma che – allora io non sapevo che avesse fatto il militare sulle navi – evocava vagamente qualcosa di marinaresco. Il senso di non-seriosità, di “studentismo”, di cose fatte molto seriamente ma senza ingessarsi: questa era una cosa che mi sembrava di cogliere, fra i giudici, in Falcone e, ma con una sfumatura un po’ da secchione, in Di Lello. Il “metodo Falcone” (prova-pentito-prova) ha funzionato ed è l’unico che abbia la possibilità di funzionare; non a caso, è stato combattutissimo dai giornali e dagli opinion-makers che accettavano (di fatto, oppure anche inserendovisi) l’egemonia sulla Sicilia del potere mafioso. Così come ha funzionato la sua concezione realistica, e dunque unitaria, di Cosa Nostra: non tanti tentacoli, ma una piovra. Anche questo caposaldo è stato combattutissimo (il ruolo tecnico di Carnevale a favore della mafia consisteva proprio nel contrastare questo specifico “teorema”) e viene tuttora contrastato dalla Cassazione, anche ora che non c’è più Carnevale (vedi sentenze degli ultimi mesi). Questo significa qualcosa.Mi ero riproposto di non scrivere niente sull’anniversario di Falcone. Noi siciliani dovremmo infatti, in questo giorno, avere la vergogna e il pudore – almeno questo – di starcene zitti. Invece parleranno tutti, dal Giornale di Sicilia a Forza Italia, dai “comunisti” alla Macaluso agli ex retini passati col governo. Nessun popolo ha avuto giudici tanto appassionati e fedeli quanto quello siciliano; nessuno li ha mai traditi tanto. *Giornalista
INFORMAZIONI E RIFLESSIONI (NAZIONALE)
MESSAGGIO PER LA SALUTE PUBBLICA
Articolo comparso su Caducée, giornale d'informazione professionale nel settore medico (MESSAGGIO PER LA SALUTE PUBBLICA): Una persona è morta recentemente in circostanze assurde. Era partita in barca con degli amici, una domenica, e aveva messo delle lattine di bibite nel frigorifero della barca. L'indomani, lunedì, è stata ricoverata d'urgenza allo CHUV (ospedale svizzero di Ginevra) per uscirne mercoledì, morta. L'autopsia ha constatato che si trattava di una Leptospirosi folgorante causata da una lattina dalla quale aveva bevuto, senza bicchiere, sulla barca. L'esame delle lattine ha confermato che erano infettate di urina di ratti e quindi di Leptospirosi. La persona in questione probabilmente non ha pulito la parte superiore della lattina prima di berla e questa era contaminata di urina di ratto seccata, che contiene delle sostanze tossiche e mortali, quindi la leptospiras, che provoca la leptospirosi. Le bibite in lattina e altri alimenti simili sono stoccate in depositi che spesso sono infestati da ratti e simili e subito dopo vengono trasportate nei punti vendita senza che siano disinfettate o pulite. Ogni volta che comprate una lattina lavate conscienziosamente la parte superiore con dell'acqua e un detergente prima di metterla in frigo. Secondo uno studio realizzato da INMETRO (Spagna), il coperchio delle lattine è più contaminato dei gabinetti pubblici! Lo studio mostra una quantità di germi e batteri sul coperchio delle lattine tale da rendere indispensabile la pulizia con dell'acqua e un detergente.
IL CIRCOLO PINK DI VERONA HA APERTO UNO SPORTELLO DI CONSULENZA LEGALE PER IMMIGRATI
Giovedì 16 maggio alle 18.00 ha aperto i battenti presso il Circolo Pink (via Scrimiari, 7 Verona) uno sportello di consulenza legale per immigrati, rifugiati e italiani. Lo sportello, aperto tutti i giovedì dalle 18.00 alle 20.00, sarà gestito dalla Comunità dei Migranti e dal Coordinamento antirazzista Cesar K, con il supporto di numerosi avvocati, e fornirà consulenze legali sull’immigrazione e sul diritto di asilo.
“MADE IN AFRICA”: MOSTRA FOTOGRAFICA CHE RACCONTA IL GRANDE CONTINENTE VISTO DALLA SUA GENTE
Ryszard Kapuscinky, giornalista, scrittore e grande viaggiatore polacco, nel suo libro “Ebano” sostiene che “l’Africa come continente non esista”. La sua complessità culturale, geografica, storica impedisce di vederla come un insieme unitario, come un blocco monolitico. Ma la mostra fotografica “Made in Africa”, che aprirà i battenti a Milano il 23 maggio, tenta proprio di ricomporre il Continente Nero. Cento immagini che raccontano l’Africa con l’occhio dei fotografi locali. Scatti in bianco e nero e a colori che spaziano dalla Tunisia alla Nigeria, dallo Zimbabwe all’Etiopia. Ma questa volta la pellicola si libera del preconcetto colonialista, si svuota della “ricerca di patohs e dolore a ogni costo che caratterizza i reportage delle riviste patinate d’Europa. Il volto vero degli africani è descritto senza il filtro della mediazione culturale dei fotografi “esterni”, europei o occidentali. Trova invece la capacità dei fotografi africani di cogliere immagini e scatti delle propria gente e delle proprie terre. Uno “sguardo dal dentro” che assicura impatto emotivo forte. La rassegna fotografica “Made in Africa si terrà presso lo Spazio Oberdan, in viale Vittorio Veneto 2 a Milano (tel. 02.77406300) e rimarrà aperta fino al prossimo 14 luglio.
L'8 maggio 1978, veniva assassinato Peppino Impastato...
Nato a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa (il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una giulietta al tritolo nel 1963). Ancora ragazzo, rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un’attività politico-culturale antimafiosa.
Nel 1965 fonda il giornalino "L'Idea socialista" e aderisce al Psiup. Dal 1968 in poi partecipa, con ruolo dirigente, alle attività dei gruppi di Nuova Sinistra. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo “Musica e cultura”, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti ecc.); nel 1976 fonda “Radio Aut”, radio privata autofinanziata, con cui denuncia quotidianamente i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era “Onda pazza”, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al Consiglio comunale. Stampa, forze dell'ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima e, dopo la scoperta di una lettera scritta molti mesi prima, di suicidio. Grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta Impastato, che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, dei compagni di militanza e del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e che nel 1980 si sarebbe intitolato a Giuseppe Impastato, viene individuata la matrice mafiosa del delitto e sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l’inchiesta giudiziaria.
Il 9 maggio del 1979 il Centro siciliano di documentazione organizza, con Democrazia Proletaria, la prima manifestazione nazionale contro la mafia della storia d’Italia, a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il Paese. Nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del Consigliere Istruttore Rocco Chinnici, che aveva avviato il lavoro del primo pool antimafia ed era stato assassinato nel luglio del 1983, emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore Antonino Caponnetto, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti. Il Centro Impastato pubblica nel 1986 la storia di vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume La mafia in casa mia, e il dossier Notissimi ignoti, indicando come mandante del delitto il boss Gaetano Badalamenti, nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla “Pizza Connection”. Nel gennaio 1988 il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti.
Nel maggio del 1992 il Tribunale di Palermo decide l’archiviazione del “caso Impastato”, ribadendo la matrice mafiosa del delitto ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei “corleonesi”. Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un’istanza per la riapertura dell’inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell’omicidio, l’inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo 1999 si svolge l’udienza preliminare del processo contro il mafioso Vito Palazzolo, mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata. I familiari, il Centro Impastato, Rifondazione comunista, il Comune di Cinisi e l’Ordine dei giornalisti chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre 1999 Gaetano Badalamenti rinuncia alla udienza preliminare e chiede il giudizio immediato. Nell’udienza del 26 gennaio 2000 la difesa di Vito Palazzolo chiede che si proceda con il rito abbreviato, mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in video-conferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell’Ordine dei giornalisti. Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 Dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Il 5 marzo 2001 la Corte d'assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. - Scheda: biografia di Peppino Impastato da: Centro siciliano di documentazione Peppino Impastato onlus,
http://www.centroimpastato.it/
La LETTERA di Ettore Masina
Un rapporto della FAO, pubblicato negli scorsi giorni da ben pochi giornali italiani, riferisce che da un anno e mezzo, i bambini palestinesi nascono mediamente “sotto peso” e che il fenomeno tende ad aggravarsi. La disoccupazione dei capi-famiglia a causa del blocco delle frontiere, la perdita delle entrate da turismo a Betlemme, le crudelissime punizioni collettive inflitte dagli occupanti per ogni atto non solo di terrorismo ma anche di ribellione, l’abbattimento di ulivi e la distruzione di coltivazioni per la costruzione di insediamenti o di strade per coloni, tutto ciò ha imposto al popolo palestinese la Fame, quella che bisogna scrivere con la F maiuscola perché è ormai un fenomeno di massa. Si badi: il rapporto non tiene conto, naturalmente, di quanto è accaduto nei due mesi della furia colonialista israeliana, in cui intere famiglie sono state costrette dai coprifuoco e dai bombardamenti a rimanere in casa per giorni e giorni senza potere acquistare cibo né ricevere cure mediche. Certamente il fenomeno si è grandemente aggravato. Questa notizia, dunque, si proietta nel futuro, ci mostra ancora una volta come le guerre non finiscano mai con la firma degli armistizî, si prolunghino nelle devastazioni della natura, e nella carne e nella psiche delle persone. A esserne più crudelmente colpiti, naturalmente, sono i bambini. Quali gli effetti di tanta violenza, su di loro? C’è qualcuno fra i Grandi della Terra che si ponga questa domanda, la quale segnala un problema di fatale importanza per l’avvenire del Medio Oriente? Mentre scrivo (è il 7 maggio), non si sa ancora se le truppe di Israele si siano ritirate da Betlemme, ma certamente rimangono come un cerchio minaccioso intorno alle città sventrate dai loro carri armati; a Tulkarem si odono esplosioni, intorno vi sono villaggi “sigillati” da quaranta giorni. Si parla di una conferenza di pace alla quale dovrebbero partecipare, insieme a Israele e all’Autorità palestinese, gli Stati Uniti, l’Unione europea, la Russia e l’ONU, ma questa speranza (esile quanto i corpicini di quei neonati), si muove come un fantasma fra campi profughi sistematicamente demoliti, famiglie cui sono stati strappati i maschi (uomini e bambini: per Israele i palestinesi sono da considerare adulti a 12 anni), ospedali scuole posti di polizia rete elettrica e telefonica demoliti con furia, strade divelte, negozi devastati. Di più, e peggio: Sharon sa di poter contare sul totale aiuto americano (mai compare si assunse così sfacciatamente il titolo di mediatore!) e sulla dimostrata incapacità delle potenze europee di tenere testa al connubio fra Israele e Stati Uniti. La propaganda sionista riprende fiato, sorretta dalle sue vittorie: quella sul campo, con la repressione colonialista dei moti palestinesi e quella al Congresso americano. Non c’è dubbio che Sharon porterà prove convincenti sulle responsabilità di Arafat nel terrorismo: i servizi segreti israeliani hanno sempre fatto scuola ai loro colleghi d’altri paesi e stanno “lavorandosi” nelle loro stanze di tortura non pochi dirigenti palestinesi. L’opinione pubblica internazionale, del resto, chiede di pensare ad altro: quella americana è automaticamente a favore di Israele, grazie alla propaganda di una lobby ricchissima di soldi, amicizie e voti elettorali, e guarda all’offensiva planetaria antiterrorista scatenata da Bush come a un diabolico calderone in cui vanno bolliti nella pece, tutti insieme, palestinesi, iracheni, afghani, ceceni, curdi ecc.; quanto all’opinione pubblica europea, e in particolare quella italiana, si sente “di sangue lorda” e ne è stanca; è rimasta turbata e quasi indispettita nel vedere sui teleschermi che gli israeliani non erano poi i grandi eroi “occidentali” cui film e giornali li avevano, in altri tempi, abituati a credere, e questo le è costato psicologicamente. A differenza di quello che affermano i sionisti, due generazioni di italiani scolarizzati (o almeno la grande maggioranza di due generazioni) hanno imparato e interiorizzato il rifiuto dell’antigiudaismo e dunque trovano difficile prendere le distanze da Israele. Voglio dirlo apertamente. La consapevolezza che la Shoah è stata una mostruosa nefandezza europea e che noi europei ne siamo tutti, in qualche misura, eredi, non mi abbandona mai (ne ho scritto anche nel mio romanzo di recente pubblicazione). In queste ultime settimane, mentre parlavo e scrivevo (mentre parlo e scrivo) contro la furia colonialista di Israele ero (sono) spesso colpito dall’angoscia: mi scrutavo, mi scruto con ansia e con severità: il popolo ebreo rimane per me un popolo sacrificale da guardare con amoroso rispetto? O sono forse, anch’io, trascinato, inconsapevolmente, dall’onda secolare dell’antigiudaismo? Ritrovo la serenità e mi rispondo: le mie critiche, la mia opposizione vanno a Israele-stato colonialista, non a Israele-popolo dell’alleanza, di Mosè e di Abramo, dei profeti – e dei lager e del Ghetto di Varsavia; e dei tanti pacifisti israeliani e dei tanti cittadini che non chiedono altro che di vivere in tranquillità con i loro bambini. Denunziare lo stato di Israele come stato ferocemente etnico, questo mi sembra doveroso. Chi ha scelto (come pratica di fede e come pratica politica) di stare, sempre, dalla parte dei poveri, non può che rimanere, a fronte alta, accanto ai palestinesi. Anche perché comincia per i palestinesi un periodo persino più tragico dei tanti tragici capitoli della loro storia. Tutto lascia pensare che verranno trascinati a un tavolo di Grandi dove si cercherà di imporre loro di diventare un bantustan, uno stato di appena recitata indipendenza, circondato da un “cordone sanitario” che gli impedirà ogni interscambio con i paesi vicini e ogni sviluppo economico. Un grande polverone sarà certamente sollevato intorno a questa Palestina modellata su misura dei diktat di Sharon. Penso perciò che per valutare quello che accadrà sia assolutamente necessario tenere fermi alcuni punti incontrovertibili.
Il primo: con buona pace di chi ha sfilato, a Roma o a New York, dietro le bandiere con la stella di Davide, nessuno mette più in dubbio l’esistenza dello stato di Israele. Per me, come per tanti altri, esso rappresenta la fine di un sogno: abbiamo sperato per anni che si potesse giungere alla fondazione di una nuova nazione in cui i palestinesi e una parte (gran parte) dei discendenti del popolo della Shoah potessero vivere in pace: uno stato laico e pacifico, multietnico, multiculturale, attento a onorare la responsabilità della custodia di luoghi sacri alle tre grandi religioni monoteiste. Così non è stato, ed è inutile, in questo momento, elencare colpe ed errori. Lo stato di Israele ormai esiste come una realtà consolidata; e protetta, del resto, da apparati militari giganteschi: il proprio e quello dell’impero americano. Dire che lo stato di Israele è in pericolo è pura e semplice falsità. Ad essere in pericolo, se mai, è il popolo israeliano, che si è dato e sorregge tuttora governi colonialisti, spietati repressori di un popolo umiliato e offeso da un’occupazione militare che si perpetua da trentacinque anni. Due sono i pericoli che incombono sul popolo israeliano: il primo, e più evidente, è quello rappresentato dall’orrendo terrorismo dei disperati, certamente non distrutto (anzi!) con le distruzioni e con la fame imposte a tutti i palestinesi; e il secondo, meno evidente, ma anch’esso tristissimo per chi, come me, venera la cultura ebraica, quello di trasformarsi in un popolo spietatamente violento, della violenza dell’apartheid la quale ha immiserito tutti i popoli che l’hanno praticata.
Il secondo punto da tenere presente come incontrovertibile è che se nessuno discute della sopravvivenza dello stato di Israele, rimane pur sempre il fatto che esso è stato eretto sulla spoliazione di un popolo. Per fare largo all’immigrazione ebraica e poi alla costituzione di uno stato ebraico, centinaia di migliaia di palestinesi sono stati cacciati dalle loro terre. Chi in Italia guarda con timore, talvolta addirittura con paura, allo sbarco di centinaia di cosiddetti clandestini sulle nostre coste, pensi che cos’ha voluto dire per i palestinesi vedere giungere nella loro terra decine e decine di migliaia di cittadini di altre nazioni: non profughi alla deriva e subito arresi alle nostre forze dell’ordine, ma gruppi sostenuti da potentati economici e da sempre più strutturate formazioni militari. Lo slogan “Un popolo senza terra per una terra senza popolo” è falso, almeno nella sua seconda parte. Dio ci guardi dal parlare di complotto giudaico, cavallo di battaglia hitleriano e fascista, ma la vera storia dell’immigrazione ebraica in Palestina comincia ad essere scritta proprio in Israele, da studiosi che hanno il coraggio della verità - e diverge profondamente dalla propaganda sionista. La grande maggioranza degli ebrei europei scampati al massacro europeo e poi di quelli in fuga dai regimi dell’Est non chiedeva di andare in Israele: e Roosevelt aveva previsto che 500 mila di essi fossero ospitati dagli Stati Uniti e dagli altri paesi vincitori; ma Roosevelt morì e il suo successore, Truman, dichiarò apertamente che aveva bisogno del voto di chi (soprattutto i grandi banchieri americani) desiderava, per motivi non tutti nobili, la costituzione di uno stato israeliano. Quanto all’Europa, essa non chiedeva che di liberarsi dal peso dei suoi rimorsi, donando ai superstiti una terra non sua. Così nacque Israele, sulla terra e sulla pelle dei palestinesi. Lo sterile furore dei governi arabi portò a guerre insensate e devastanti, fino a quella del 1967. Da allora il popolo palestinese è uno dei tanti popoli “megati” dei quali parla la storia del XX secolo: l’armeno, il curdo… Quando celebriamo le Giornate della Memoria dobbiamo porre la storia palestinese accanto a quella dei deportati a Babilonia, degli ebrei banditi dalla Spagna, o privati della loro cittadinanza in tutta l’Europa. Non dobbiamo mai dimenticare che al genocidio degli ebrei l’Europa ha aggiunto, con il suo favoreggiamento, la devastazione di un altro popolo semita.
Il terzo punto incontrovertibile è il seguente. Arafat sarà più che mai incatenato al banco degli imputati, accusato di avere sabotato sempre e comunque, ma soprattutto con segreti impulsi, il movimento terroristico. Mi guardo bene dal santificare il presidente palestinese: il suo governo si è reso responsabile di alcune gravi colpe. Una parte, anche notevole, della sua burocrazia di alto e altissimo livello è risultata corrotta, i suoi poliziotti hanno compiuto accertate violazioni dei diritti umani, nella stretta cerchia dei collaboratori di Arafat stava un’ala “militarista”; e tuttavia come si può seriamente sostenere che il presidente avrebbe potuto frenare e arrestare i dirigenti di movimenti popolari le cui radici affondano nella disperazione delle masse mentre gli israeliani distruggevano sistematicamente le caserme della sua polizia e, giorno dopo giorno, lanciavano missili per colpire “i capi dei terroristi”, per strada o nelle loro abitazioni, con grande spargimento di sangue innocente ? Come si può seriamente sostenere che egli avrebbe dovuto custodire nelle carceri eventuali imputati di terrorismo se Israele bombardava le carceri? E la pretesa che egli frenasse il terrorismo è diventata una barzelletta di humour noir quando è stata posta a un Arafat incarcerato dai carri armati, costretto, per raggiungere l’esterno, a usare i telefonini dei coraggiosi pacifisti che riuscivano a violare la sua reclusione.
Il quarto punto. Arafat viene imputato di avere ostacolato, con le sue pretese, il processo di pace. In realtà, gli accordi di Oslo segnano una resa dei palestinesi alla realpolitik, essi finiscono per accontentarsi di una qualche indipendenza in un piccola parte dei territori occupati e poco più. Ma da Oslo in poi Israele moltiplica i suoi insediamenti di coloni in quei territori: quegli insediamenti che sono chiodi piantati nella carne viva della Palestina crocifissa da decenni di violenza di stato. E’ una violenza che si esprime, sempre maggiormente, come guerra del Nord contro il Sud dei poveri, del capitalismo (così dominante nella lobby filo-israeliana degli Stati Uniti) contro i popoli-esuberi, ai quali non va consentita se non una “riserva indiana” e una silenziosa sottomissione in cambio di coperte e di viveri.
* Niente di tutto questo va dimenticato. E niente va dato per definitivamente perduto. Dobbiamo testimoniare con testarda lucidità la nostra solidarietà a un popolo sacrificato sull’altare di un nazionalismo bigotto, di un colonialismo che nel XXI secolo appare, come i colonialismi dei secoli XIX e XX, ottuso e feroce. Dobbiamo risolutamente e apertamente condannare tutti i terrorismi: quelli di Hamas e della Jahad e quello dello stato di Israele. Come abbiamo scritto in tremila a Prodi: “Noi piangiamo con la stessa tenerezza i bambini palestinesi e i bambini israeliani massacrati dal terrorismo; ma notiamo poi che migliaia di bambini palestinesi sono stati feriti o mutilati da armi da guerra nelle spietate punizioni collettive inflitte dal governo israeliano alla popolazione palestinese in totale contrasto con ogni norma di diritto internazionale e con pieno disprezzo per i diritti umani. Migliaia di bambini palestinesi sono stati arrestati o deportati nel corso degli ultimi 18 mesi, e nel corso delle ultime settimane il loro numero è enormemente aumentato (…). “Le armi non fanno che servire ideologie di violenza. La sicurezza del popolo israeliano, che a noi appare tanto importante quanto quella del popolo palestinese, non può essere assicurata se non da una pacificazione degli animi. che, a sua volta, non può avvenire se Israele non si ritira dai territori occupati (…). “Noi pensiamo che Lei e noi saremo ricordati dalla storia per ciò che avremo fatto (o non avremo fatto) in queste ore per la difesa del popolo palestinese così violentemente colpito. L’Europa, che si porta dietro tante responsabilità nella orrenda persecuzione degli ebrei e che ha rovesciato sui palestinesi la sua ansia di riparazione, non può adesso rimanere a guardare il massacro delle libertà di un altro popolo”. (Ettore Masina)
RIFLESSIONE CON IL PROFESSOR ANTONIO PAPISCA SULLA POSSIBILE CAMPAGNA IN OCCASIONE DELLA SECONDA EDIZIONE DEL GIUBILEO DEGLI OPPRESSI
Ci troviamo in un momento storico molto delicato, con un atteggiamento della comunità internazionale ai limiti del concepibile. In relazione alla situazione in Terra santa, ad esempio, il Consiglio di Sicurezza ha istituito sì una commissione d’indagine, ma questo non fa che rinviare la sempre più urgente presenza di una forza di interposizione, che gli USA continuano ad osteggiare. Gli atteggiamenti del presidente degli Stati Uniti sono palesemente miopi e vincolati agli interessi limitati di una piccola elite, eppure nessuno si pronuncia con efficacia su questo. La situazione in Europa conferma la disorganizzazione delle sinistre, l’incapacità nel proporre modelli politici realmente alternativi ed efficaci, ed un ritrarsi nelle posizioni di sicurezza garantite dalle destre. La politica sta dimostrando una certa incapacità attuale nell’elaborare nuovi e positivi disegni di ordine mondiale. Grandi passi avanti sono stati fatti invece dai movimenti per la pace, soprattutto negli anni ‘91-’95, dove in particolare la Tavola della Pace con la sua proposta della marcia Perugia-Assisi è riuscita piano piano a montare un progetto organizzato di riforma delle istituzioni e di costruzione politica della pace. Questa movimentazione della società civile è nuova e molto positiva, ma si tratta alla fine di una estensione del dialogo tra le parti sociali, già in atto da tempo. Un terreno fecondo e indispensabile continua ad essere, invece, quello del diritto: il tema della legalità è ancora una delle poche occasioni di confrontarsi seriamente e in maniera vincolante con la sfera politica. Occorre muoversi verso una formalizzazione del Diritto alla Pace, insistendo su questo negli ambiti competenti, tipo l’Unesco. Oltre ai movimenti, sta crescendo molto la partecipazione e la riflessione in ambito universitario, dove ci si lascia contagiare sempre più dalle tematiche legate alla mondialità e alla lettura critica della globalizzazione. Infine, il momento storico è significativo in ambito europeo, dove si sta lavorando alla Convenzione per il futuro dell’Europa, in funzione di una carta costituzionale per l’Unione. Sono previsti nei prossimi mesi dei Fora che mettano a confronto le istituzioni con la società civile per priorizzare le tematiche più urgenti e importanti. (si segnala ad es. a proposito un incontro importante il 4 maggio a Venezia, all’Ateneo Veneto, con esponenti del Parlamento Europeo). Uno di questi Fora è quello sul dialogo interculturale, che prevede un’analisi trasversale fondata sul bacino mediterraneo (sud Europa, nord Africa e medio Oriente). Date queste premesse di analisi congiunturale, si delineano almeno tre piste per una possibile campagna:
1) LA CHIESA: dentro la Chiesa sicuramente un ambito di pressione e sensibilizzazione deve essere quello contro la Dottrina della Guerra Giusta . E’ urgente che la Chiesa si pronunci a questo riguardo, affiancando alla sua proclamata Opzione Preferenziale per i poveri un’altra Opzione Preferenziale, per la Pace. (l’Evangelium Pacis). Occorre su questo poter giungere a una proposta precisa, perché essa si possa poi formalizzare in un documento o una dichiarazione, che abbiano però rilievo canonico, incidenza sul magistero. E’ necessario quindi coinvolgere altre forze e figure significative, prima del Giubileo, perché si converga su una proposta unitaria. Si segnalano mons. Pittau, segretario della congregazione per la Cultura Cattolica, il card. Martini, il prof. Grampa, direttore de “Il Segno” (mensile diocesano di Milano) e professore di filosofia a Padova, definito “la voce di Martini”, e infine i testi di chiusura dell’ultimo congresso della Fuci.
2) L’AMBITO ITALIANO: esistono già in Italia alcune leggi che garantiscono di per sé molte iniziative istituzionali per la costruzione della pace (educazione alla pace e difesa della pace, attraverso corpi civili di pace). Una possibile campagna potrebbe proporsi di farle conoscere ed esercitare pressione perché siano attuate (al momento pochissimo è stato fatto).
3) L’AMBITO EUROPEO: in consonanza con quanto detto, occorre acquisire uno sguardo più ampio ed educarci a leggere il contesto almeno in chiave europea. Dal ’98 in Parlamento Europeo si insiste per la costituzione di Corpi Civili di Pace Europei. Si tratta di una iniziativa in parallelo con il Sistema Integrato di Difesa in Europa, basato sulle armi. Una possibile campagna può rilanciare questo progetto e chi lo appoggia (in Parlamento Europeo Luisa Morgantini; un buon contatto in Parlamento Italiano è Franca Bimbi).
INFORMAZIONI E RIFLESSIONI (INTERNAZIONALE)
PAX CHRISTI ITALIA ACCANTO AGLI OBIETTORI DI TUTTO IL MONDO
Il 15 maggio è ricorsa la Giornata Internazionale dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Pax Christi Italia, movimento cattolico internazionale per la pace, da sempre impegnato sui temi della nonviolenza e del rifiuto della logica delle armi, esprime piena solidarietà con tutti coloro che, in tutto il mondo, dicono "no" all'uso e alla logica delle armi. Mentre in Italia e in molti paesi dell'Unione Europea sembra che il tema dell'obiezione di coscienza non sia più all'ordine del giorno, anche per lo smantellamento progressivo della coscrizione obbligatoria, in molti Stati il diritto al rifiuto del servizio in armi non è ancora sancito dalle leggi. Anche nella stessa Europa ci sono Stati in cui gli obiettori rischiano il carcere: è il caso, ad esempio, della Grecia, patria della democrazia occidentale, e della civilissima Svizzera, nazioni nelle quali non si è ancora giunti a prevedere un servizio civile alternativo al militare e non punitivo. Tra gli Stati che non riconoscono il diritto all'obiezione ricordiamo anche la Turchia e i numerosi obiettori e pacifisti che giacciono in galera, mentre con soddisfazione abbiamo appreso che qualche settimana fa la Duma, il parlamento russo, ha approvato una legge per la creazione di un servizio civile. Accanto a tutte le altre situazioni di mancato riconoscimento di questo diritto, ci preme sottolineare emblematicamente quella di Israele e delle centinaia di militari che rifiutano di combattere nei Territori Occupati e di partecipare a operazioni militari contro i Palestinesi. Mentre continua il viaggio, iniziato lunedì scorso, della delegazione di vescovi, sacerdoti e laici organizzata da Pax Christi Italia in Terra Santa, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a questi nostri fratelli israeliani che, pagando di persona, cercano di fermare la logica della violenza. A tutti torniamo a ripetere le parole del profeta Isaia "...non si eserciteranno più nell'arte della guerra...". In particolare ai governanti, ricordiamo quanto il Concilio Vaticano II diceva nel 1965: "sembra conforme ad equità che le leggi provvedano umanamente al caso di coloro che, per motivi di coscienza, ricusano l'uso delle armi, mentre tuttavia accettano qualche altra forma di servizio della comunità umana" (Gaudium et spes, n. 79).
Rinviata l'azione di pace in Congo di 216 europei
Mancano i requisiti minimi di sicurezza. L'Africa ancora una volta rimane sola
Improvviso ed ennesimo rovesciamento di scenario per l'azione internazionale di più di 200 pacifisti che dovevano partire per il Congo domani sera. Dopo giorni di attesa e di febbrili trattative con le autorità, ieri era giunta dall'arcivescovo di Kisangani mons. Laurent Pasinya Monsengwo la conferma della fattibilità del Simposio Internazionale per la Pace in Africa (Sipa) che doveva svolgersi dal 23 al 26 maggio nella martoriata città congolese. Stamane, invece, è stato lo stesso Arcivescovo ad avvertire a Padova don Albino Bizzotto di Beati i Costruttori di Pace, segreteria organizzativa del progetto, della sopravvenuta mancanza dei requisiti minimi di sicurezza per i partecipanti e per la popolazione locale. Lo stesso Arcivescovo aveva trattato con decisione fino alla fine con le autorità dell'RDC-Goma e direttamente con il governo rwandese perché l'iniziativa potesse svolgersi, dopo che gli scontri che la scorsa settimana, secondo stime non ufficiali, avrebbero causato la morte di circa 200 persone, molte delle quali civili. I partecipanti, quasi tutti italiani, che dovevano partire nella notte fra mercoledì e giovedì da Milano Malpensa, si ritroveranno comunque a Bologna domani pomeriggio a partire dalle ore 14 per impegnare in attività di sensibilizzazione e di sostegno alla popolazione congolese i giorni destinati all'azione di pace. Il via libera all'iniziativa era arrivato lunedì alle 16. Alle 21,30 un'ulteriore telefonata con mons. Monsengwo l'aveva riconfermato (rimanevano da chiarire alcuni dettagli con il governatore della città). Stamane alle 9 la telefonata che comunicava il rinvio, probabilmente a settembre. "Siamo costernati - ha commentato don Albino Bizzotto - abbiamo chiesto ai partecipanti di ritrovarsi comunque a Bologna presso il Villaggio del Fanciullo, con lo zaino come se dovessero partire per l'Africa. Non ci dispiace per noi, ma per la popolazione di Kisangani che tanto sperava in questa occasione di pace e soprattutto per la società civile e l'Arcivescovo che tanto hanno lavorato perché il Simposio si potesse tenere. La sete di pace dell'Africa ancora una volta è delusa e rischia di aprirsi per il Congo un altro periodo di guerra e violenza. La sofferenza di questo momento, deve però aiutarci a rimotivare il nostro impegno e la nostra disponibilità verso le vittime di questa guerra. Ci ritroveremo a Bologna con questo spirito. Con il consenso di tutti vorremmo concordare un programma di azioni che in qualche modo realizzino il SIPA in Italia". "E' necessaria un'azione di pace, non violenta e forte, per aiutare, ora, il cammino iniziato verso la pace con il dialogo intracongolese" commenta padre Silvio Turazzi, missionario saveriano che per molti anni ha vissuto in Congo, anche lui fra gli ideatori di questa azione di pace. "La gente di Kisangani e di tutto il Congo vuole che il dialogo continui fino a stabilire uno Stato di Diritto. Ci sono chiare proposte anche dal Consiglio di Sicurezza dopo le missioni ONU nella Regione dei Grandi Laghi. Il diritto alla vita e il diritto alla pace, in Africa come altrove non sono problemi di un altro mondo, perché siamo una sola umanità. Così ci hanno insegnato alcuni Saggi africani. Il Simposio era stato voluto come strumento di pace e di dialogo offerto a tutti indistintamente. Non poteva essere un atto di forza, ma un incontro che orienta alla giustizia, alla sicurezza, alla dignità per tutti i popoli del Congo, del Rwanda e del Burundi. Questo è possibile nello spirito del dialogo e del perdono. Così era stato pensato ed era l'intento degli organizzatori. I fatti avvenuti negli ultimi giorni ci dicono che gli animi non sono ancora pronti. Resta la possibilità di un'azione forte e nonviolenta in Italia a favore della pace in Congo e nella Regione dei Grandi Laghi".
RIMASTE SOLO 75 BALENOTTERE AZZURRE IN ANTARTICO. IL 20 MAGGIO SI É APERTA LA COMMISSIONE BALENIERA INTERNAZIONALE IN GIAPPONE
Nonostante quasi 40 anni di protezione delle balenottere azzurre nel mar Antartico, questo splendido mammifero, lungo 30 metri e pesante 100 tonnellate, l'animale piu' grande che sia mai esistito sulla Terra, e' in pericolo. Lo rivela un rapporto della Commissione Baleniera Internazionale, i cui lavori si aprono oggi a Shimonoseki, in Giappone. "Proprio per le loro dimensioni, le balenottere azzurre sono state per 60 anni la preda piu' ambita dei cacciatori di balene- spiega Domitilla Senni, direttore di Greenpeace la loro popolazione e' passata cosi' da 250.000 ad un migliaio di esemplari nel giro di 60 anni. Nonostante le intense ricerche svolte, non si trovano oggi nell'Oceano Antartico piu' di 75 esemplari" Greenpeace ha protestato oggi, all'apertura della Commissione Baleniera a Shimonoseki, contro il Giappone che vuole eliminare la moratoria in atto dal 1986 a tutela delle balene e sta comprando voti in cambio di aiuti economici in molti paesi in via di sviluppo per raggiungere la maggioranza in seno alla Commissione. "Per il secondo anno consecutivo e con un doppio voto e' stato impedito all'Islanda di votare- racconta Domitilla Senni, da Shimonoseki che avrebbe voluto rientrare nella Commissione (dopo averla lasciata nel '92) senza riconoscere la moratoria". L'Italia, paese membro della Commissione Baleniera, aveva fornito un parere tecnico legale, preparato dal Ministero degli Esteri, che ha contribuito ad evidenziare l'inconsistenza giuridica di una tale richiesta da parte dell'Islanda. L'Italia e' impegnata, e da quest'anno anche la Repubblica di San Marino, insieme ad altri paesi, contro la riapertura della caccia (come risulta dal discorso pronunciato dalla nostra delegazione, vedi allegato). Il rapporto scientifico della Commissione Baleniera Internazionale e' preoccupante anche per la balenottera minore, la specie cacciata dai giapponesi, che potrebbe fare la fine della balenottera azzurra. Sia nell'emisfero settentrionale che in quello meridionale, infatti, le balenottere minori sono in calo: in Antartico, dove cacciano i giapponesi, la popolazione e' meno della meta' di quanto ci si aspettasse, la stima e' di circa il 46% in meno rispetto alla stima dellos corso anno. L'Agenzia giapponese per la pesca continua pero' a negare che le balenottere siano in declino, mentre la Norvegia, altro paese baleniero, ha condiviso le stime della Commissione Baleniera. "La Norvegia dovrebbe quindi diminuire il carniere, ma la sua storia ci insegna che continuera' a cacciare le balene piegando le regole alle esigenze commerciali. La scienza con la caccia alle balene proprio non c'entra" commenta Domitilla Senni.
Studio segreto della commissione europea - La "nocivita" economica del transgenico sull'agricoltura convenzionale e biologica in Europa
Greenpeace e' in possesso di uno studio segreto della Commissione Europea in cui si afferma che gli agricoltori dovranno affrontare costi di produzione addizionali, in alcuni casi insostenibili, nel caso in cui colture transgeniche prendessero piede in Europa su larga scala. La Commissione Europea ha commissionato nel maggio 2000 uno studio sulla coesistenza di colture geneticamente modificate e convenzionali all'Istituto per gli Studi sulle Prospettive Tecnologiche del Centro Comune di Ricerca dell'UE. Lo studio e' stato consegnato alla Commissione nel gennaio 2002 con la raccomandazione di non renderlo pubblico. Nella lettera di accompagnamento dello studio indirizzata alla Commissione, il Direttore Generale del Centro Comune di Ricerca, Barry McSweeney, infatti, scrive che "(...) in considerazione della delicatezza della materia in questione, suggerisco che il rapporto sia mantenuto al solo interno della Commissione"
"La Commissione Europea ha tentato di mantenere segreto lo studio - ha affermato Luca Colombo, coordinatore della Campagna OGM di Greenpeace Italia - temendo le sue implicazioni politiche. Visto che l'introduzione di colture transgeniche su scala commerciale in Europa aumenta i costi di produzione per gli agricoltori, rendendoli ancora piu' dipendenti dalle grandi industrie sementiere e richiedendo complesse e costose misure che evitino la contaminazione, ci si deve semplicemente domandare perché accettare le coltivazioni di OGM?"
Lo studio, basato sulla simulazione al computer integrata da pareri di esperti, ha analizzato le conseguenze di un aumento della percentuale di coltivazione transgenica e si e' concentrato su tre colture OGM: colza, mais e patata. Ha, inoltre, interessato diverse tipologie produttive, sia convenzionali che biologiche, considerando differenti livelli di contaminazione genetica: 0.1% (livello di rilevazione analitica) per le tre colture, 0.3% per il colza e 1% per mais e patate.
Lo studio afferma che nel caso della produzione di colza, la coesistenza di coltivazioni transgeniche e convenzionali in una stessa regione, pur "tecnicamente possibile", sarebbe "economicamente difficile considerando i costi aggiuntivi e la complessita' degli adattamenti delle pratiche agricole necessari ad evitare la contaminazione". Sia gli agricoltori convenzionali che biologici "sarebbero forzati a comprare sementi certificate dall'industria sementiera invece di riprodurle a livello aziendale, a causa dei crescenti rischi di presenza di semi GM originati dalla contaminazione genetica in campo. Lo studio prevede che i piccoli agricoltori saranno obbligati a 'fare i conti' con costi addizionali proporzionalmente superiori alle grandi unita' produttive e che la compresenza di colture transgeniche e non geneticamente modificate rappresenta "uno scenario irrealistico, anche per le grandi aziende."
Gli aspetti salienti dello studio si possono cosi' sintetizzare:
- la commercializzazione di colza, mais e patata transgenici aumentera' i costi di coltivazione per gli agricoltori convenzionali e biologici del 10 - 41% nel caso del colza e del l'1 - 9% per mais e patata;
- la coesistenza di coltivazioni transgeniche e biologiche sarebbe impossibile nella maggioranza dei casi. In termini piu' generali, la coesistenza con le colture tradizionali sarebbe possibile solo con drastiche modifiche delle pratiche agricole. Il rapporto pero' non chiarisce a chi spetta l'onere di mettere in atto tali misure, a chi spetta il compito di controllare la loro corretta esecuzione e chi ne deve sostenere il costo.
ASSOCIAZIONI & APPELLI
POESIAFESTIVAL
Prosegue il PoesiaFestival di Verona e della Valpolicella. Questi gli appuntamenti ancora in programma:
23 Maggio - Giovedì - ore 21.15, Villa Cerutti – Fumane, «Donna di dolori», Incontro con Patrizia Valduga. Presenta Andrea Africo.
24 Maggio - Venerdì - ore 21.15, Centro Mazziano - via Madonna del Terraglio 12 – Verona «Poeti al cinema». Federico Fellini. Il Casanova di Federico Fellini. Serata organizzata dal Centro Mazziano di Studi e Ricerche.
27 Maggio - Lunedì - ore 21.15, Cortile Mercato Vecchio – Verona, «Per questo corpo che mi viene addosso». Incontro con Gabriele Frasca. Presenta Stefano Dal Bianco
28 Maggio - Martedì - ore 21.00, Loggia di Corte Sgarzerie – Verona «Lionello Fiumi e i suoi amici poeti.», «Poesia e musica sul tema: La donna».Voci di Agostino Contò, Mauro Dal Fior, Luca Dorizzi. A cura del Comune di Verona - I Circoscrizione Centro Storico in collaborazione con l’Associazione ARS
30 Maggio - Giovedì - ore 21.15, Villa Girardi - S. Pietro in Cariano, Cattura del soffio, Con Mariangela Gualtieri, Gabriella Rusticani, Danio Manfredini. Regia e luci Cesare Ronconi - Testi Mariangela Gualtieri. Musiche composte ed eseguite in scena da Bevano Est: Vanni Bendi, chitarra acustica - Davide Castiglia, violino - Giampiero Cignani, clarinetto - Stefano Del Vecchio, organetto diatonico. Serata organizzata da Teatro Valdoca in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena.
1 Giugno - Sabato - dalle ore 16.00 alle ore 20.00, via Fama – Verona “Poesia in strada” in Via Fama. Giovani artisti veronesi interpretano la poesia parlata, visiva e dell’ascolto attraverso la lettura, l’esposizione di opere pittoriche e l’esecuzione di brani musicali. Serata organizzata dall’Associazione Via Fama come Via Margutta
3 Giugno - Lunedì - ore 21.15, Canoa Club - Corte Dogana 6 – Verona «Il verbale della mente», Incontro con Michele Ranchetti. Presenta Alberto Battaglia.
6 Giugno - Giovedì - ore 21.15, Villa Bertoldi - Settimo (Pescantina) «Dentro il giardino, nel retro del mondo», incontro con Paolo Ruffilli. Presenta Arnaldo Ederle. Ore 20.30 PreFestival: visita guidata alla villa.
7 Giugno - Venerdì - ore 21.15, Ca’ Verde - S. Ambrogio di Valpolicella «Buongiorno - Mezzanotte!», due assoli di danza e un duetto di danza e teatro accompagnati da versi di Anna Achmatova, Marina Cvetaeva e Emily Dickinson. Primo assolo Di ombre cerchiati gli occhi di Alessandra Vigna. Coreografia Simona Bucci - produzione Biennale Danza di Venezia. Secondo assolo Quduò di Antonio Montanile . Coreografia Antonio Montanile - produzione Biennale Danza di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Antonio Montanile, Duetto Belladonna di Giuliana Urcioli e Daria Anelli. Collaborazione alla regia Lech Raczak - produzione Uqbar Teatro.
10 Giugno - Lunedì - ore 21.15, Sala Maffeiana - via Roma – Verona, Fiamma rossa e nero d’ebano. Serata dedicata a Paul Verlaine, con Bruna Rossi, attrice - Cristina Miatello, soprano - Albertina Dalla Chiara, pianista. Musiche di R. Hahn, C. Debussy e G. Fauré. Presenta Quirino Principe
11 Giugno - Martedì - ore 21.00, Loggia di Corte Sgarzerie – Verona «Lionello Fiumi e i suoi amici poeti». «Poesia e musica sul tema: Le città». Voci di Agostino Contò, Mauro Dal Fior, Luca Dorizzi. A cura del Comune di Verona - I Circoscrizione Centro Storico in collaborazione con l’Associazione ARS.
LAZZATI, A NOGARA (VR) I LIBRI DEL DOSSIER
Come pubblicizzato nell'ultimo numero della newsletter, l'Azione Cattolica Vicentina ha organizzato domenica 19 maggio un incontro su "Giuseppe Lazzati: cristiano nel mondo e laico nella chiesa". Relatore: Armando Oberti, postulatore della causa di beatificazione. Vi segnaliamo ora che presso la Biblioteca Comunale di Nogara “Elisa Masini” sono disponibili tutti i 19 volumi del “DOSSIER LAZZATI” editi dalla casa editrice romana Ave. Presso la Biblioteca Comunale di Nogara “Elisa Masini” sono disponibili tutti i 19 volumi del “DOSSIER LAZZATI” editi dalla casa editrice romana Ave. Ecco i titoli dei volumi: Vol. 1: Profilo spirituale di un laico cristiano; Vol. 2: Giorgio La Pira visto da Giuseppe Lazzati; Vol. 3: Giovanni Battista Montini e Giuseppe Lazzati; Vol. 4: Lazzati, il Lager, il Regno; Vol. 5: Spiritualità della professione; Vol. 6: Lazzati, i laici, la secolarità; Vol. 7: Schuster e Lazzati; Vol. 8: Lazzati e l’ACI in un tempo di transizione (1964-1967); Vol. 9: Lazzati e le Acli; Vol. 10: Lazzati: un cristiano nella storia; Vol. 11: Lazzati direttore de “l’Italia”; Vol. 12: Lazzati, Dossetti, il dossettismo; Vol. 13: Lazzati e l’Istituto Sociale Ambrosiano; Vol. 14: Lazzati alla guida della Gioventù cattolica milanese; Vol. 15: Lazzati, il Movimento Laureati e il Meic; Vol. 16: Lazzati e l’Ad Diognetum; Vol. 17: Il “progetto culturale” di Giuseppe Lazzati; Vol. 18: Lazzati e Giovanni Paolo II; Vol. 19: Lazzati Rettore dell’Università Cattolica.
APPELLO/1 - IO NON TAGLIO LA CORDA
Sostieni la Campagna: «Io non taglio la corda» promossa dall'Associazione «Un ponte per...». Si tratta di uno strumento di inform/AZIONE preventiva contro la Terza Guerra del Golfo.http://www.unponteper.it/nontagliolacorda/
APPELLO/2 - Le "Bananeras" in Nicaragua
Sostieni la Campagna: «Le "Bananeras" in Nicaragua» promossa dall'Associazione Italia-Nicaragua. Si tratta di una Campagna di appoggio a favore dei lavoratori colpiti dagli effetti del pesticida "NEMAGON", utilizzato nelle piantagioni di banane del Centroamerica. http://users.iol.it/itanica/campagne/bananeras/idx_bananeras.htm
APPELLO/3 - CONTRO LA DECISIONE UE DI INCLUDERE IL PKK TRA LE ORGANIZZAZIONI TERRORISTICHE
L’Unione Europea ha deciso di includere tra le organizzazioni terroristiche il PKK (Partito kurdo dei lavoratori), il movimento di liberazione kurdo guidato da Abdullah Ocalan. Il PKK, che il 4 aprile 2002 ha assunto il nome di Congresso per la libertà e la democrazia del Kurdistan (KADEK), ha rinunciato spontaneamente da alcuni anni alla lotta armata contro il governo turco. Il rischio è che la criminalizzazione venga estesa al KADEK, che di fatto ha ereditato la dirigenza e i militanti del PKK, bloccando qualsiasi possibilità di dialogo e di soluzione pacifica del problema kurdo. Questa decisione, che non è passata per nessuna istituzione rappresentativa italiana o europea, è divenuta definitiva perché nessuno dei quindici governi ha posto il veto, avanzato un dubbio o chiesto un ripensamento. Il governo italiano deve quindi uscire dal silenzio e comportarsi in coerenza con le ripetute e unanimi deliberazioni parlamentari in favore di un dialogo e di una soluzione politica, impensabili se si criminalizza una delle parti in causa.
Per questo è necessario che tutti i movimenti della società civile, le organizzazioni che si battono per la pace, il diritto di asilo e i diritti umani, i parlamentari e i giuristi democratici, uniscano la loro voce alla protesta della diaspora kurda. Per ulteriori adesioni: UIKI, Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia
Tel 06-42013576, fax 06-42013799, E-mail: uiki.onlus@tin.it RICORDIAMO I NUMERI DI FAX ADATTI A FAR GIUNGERE MESSAGGI DI PROTESTA: 06.6791658 e 02.4818543 (PRESIDENTE ROMANO PRODI, C/O RAPPRESENTANZA DI ROMA E DI MILANO DELLA COMMISSIONE EUROPEA, CON INDIRIZZI, PER EVENTUALI TELEGRAMMI, RISPETTIVAMENTE IN VIA IV NOVEMBRE 149, 00187 ROMA, E IN VIA MAGENTA 59, 20133 MILANO); 06.6784657 (PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI, C/O PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, UFFICIO DEL CONSIGLIERE DIPLOMATICO). NUOVO NUMERO DI "CARTA" E’ in edicola l’ultimo numero di "Carta", con alcuni servizi interessanti (Cantiere dei nuovi municipi, "tolleranza zero", Forum sociale europeo, inchiesta sulle facoltà di Economia). BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI ISRAELIANI Continua il boicottaggio dichiarato contro le esportazioni israeliane per costringere Israele a trattare coi palestinesi. In allegato un elenco di prodotti da boicottare, cortesemente fornito da Valerio Magnani.
MassMedi@
DA LEGGERE
La Scienza di fronte a Cristo. Credere nel Mondo e credere in Dio
di Pierre Teilhard de Chardin
Segno dei Gabrielli editori, Verona 2002, pp.292
Dopo lunghi anni di attesa, viene pubblicata l’opera finora inedita di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), scienziato e pensatore francese tra i più letti e discussi del XX secolo, le cui opere sono state oggetto per decenni di accese polemiche (le più note Il fenomeno umano e L’ambiente divino).
La Scienza di fronte a Cristo – tit. orig. Science et Christ, Ed. du Seuil, 1965 - risulta una delle opere più complete del grande pensatore francese, in cui sono presentati i temi centrali della sua complessa e maestosa visione scientifica e spirituale. Il libro è composto da una serie di saggi scritti da Teilhard tra il 1921 e il 1955, a testimonianza dell’evolversi del suo pensiero, che forniscono ulteriori elementi di approfondimento delle sue teorie sull’evoluzione dell’uomo e dell’universo. Dalle sue ricerche in campo scientifico e dalla sua riflessione di uomo credente, nasce la presa di coscienza del cammino fisico-spirituale dell’intero universo in Cristo che ha la possibilità, secondo Teilhard, di rinnovare profondamente nelle sue radici il cristianesimo. L’opera è particolarmente significativa per ciò che riguarda il rapporto tra scienza e fede da un lato, e tra filosofia e teologia dall’altro. Essa mette in risalto la figura salvifica di Cristo come l’unico reggitore – nel concreto senso fisico - dell’universo, e il solo redentore – nella sua valenza spirituale. E’ parimenti significativa per il nuovo linguaggio elaborato da Teilhard per meglio aderire alla grande novità della sua proposta scientifica-teologica. La filosofia elaborata da Teilhard de Chardin fornisce al credente (e non solo) – che non voglia rimanere invischiato nella schizofrenica separazione tra il mondo-macchina oggettivato dalla tecnica e la tensione verso la trascendenza aperta dalla fede religiosa – delle stimolanti riflessioni sul futuro dell’uomo e della creazione. Lungi dal cadere in un concordismo, Teilhard individua un dialogo tra scienza e fede, attribuendo addirittura un valore religioso alla ricerca scientifica. L’opera viene presentata nella traduzione italiana di Annamaria Tassone Bernardi, presidente dell’Ass. Italiana P. Teilhard de Chardin, con una introduzione di Silvana Procacci, che ne ha curato l’edizione. Completano il libro dal punto di vista scientifico una Postfazione di Aurelio Rizzacasa e e l’Indice analitico per temi di Fabio Mantovani. Nelle migliori librerie o direttamente presso l'editore ( senza spese di spedizione con pagamento anticipato su ccp 11299377 intestato a «Il Segno dei Gabrielli editori - 37020 Negarine» ).
RICHIEDILO
Diario PM 2002/2003
a cura della Redazione PM - Missionari Comboniani
Dalla Terra – come una madre – riceviamo ogni giorno cure, alimenti, calore, vestiti, aria, ossigeno, vento, acqua… Ma se è vero che la Terra è un po’ nostra madre, allora merita anche il nostro rispetto. Se la trattiamo male mettiamo in pericolo la nostra stessa vita. Vuoi sapere come rispettarla? Il Diario PM 2002/2003, tutto dedicato alla salvaguardia della natura e della vita sul nostro pianeta… insomma, all’ecologia. Richiedi una o più copie del Diario PM a: Redazione PM - Missionari Comboniani, Vicolo Pozzo, 1 - 37129 Verona. N.B. Una copia singola del Diario PM costa € 7,50 . Per i versamenti utilizza il c.c.p. 202374, specificando la causale. Con soli € 19,11 invece potrai fare o rinnovare l’abbonamento al PM per un anno intero; ricevere il diario PM 2002/2003; appoggiare un progetto in favore delle comunità indigene dell’Amazzonia ecuadoriana. Tel. 045/8003534 - fax 045/8031455; e-mail: pm@comboniani.org . CONTENUTI: A piè pagina trovi proverbi, notizie, azioni eco-intelligenti, consigli, date, curiosità sulla natura e …15 schede tematiche.
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Guerre&Pace
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Guerre&Pace - N.89/90 maggio-giugno
Italia/mese Diritto d'abuso (Walter Peruzzi)
Mondo/mese La crisi della politica "politicienne" (Salvatore Cannavò)
PALESTINA: Piero Maestri Eliminare la resistenza ; Action for peace incontro con Barbara Di Tommaso ; Joseph Halevi Approfondimento. Alle radici del conflitto ; Jim Lobe e Tom Barry "Quando è troppo, è troppo!". ; La politica Usa in Medio Oriente
VENEZUELA : Marina Vallatta Nell'occhio del ciclone
ARGENTINA: Un paese in movimento intervista di Fabrizio Billi a Jorge Altamira ; Chi sono i piqueteros
ANGOLA:Augusta Conchiglia Finalmente la pace
ITALIA: Nico Perrone Un anno di Berlusconi ; Walter Peruzzi Razza padana ; Lo sfruttamento politico del razzismo; Vincenzo Scalia Sicurezza. Le nuove frontiere
ECONOMIA MONDO: Mihail Krutihin La Russia nei "corridoi" Il petrolio russo (M. Paolini)
BASI MILITARI: Antonello Mangano Un enclave Usa in Italia ; I lavoratori civili della base di Sigonella (a. m.) ; Le basi al posto giusto (Piero Maestri) ; Alessandro Marescotti I poligoni della morte.
DIRITTI UMANI: Ersilia Monti Un altro mondiale è possibile
RECENSIONI&DISCUSSIONI: Domenico Gallo Mondializzazione e alternative; Guerra civile globale (Svendborg); La destra "rivoluzionaria" (M. Coglitore) ; Totò nella Legione straniera
BOICOTTA
I LOVE NIKE !
di Rocco Rossitto
Catania - Incredibile ma vero. I fatti. Da circa una settimana noto sui muri del centro di Catania degli strani Scorpioni disegnati con uno stampo e con affianco il baffo della Nike. Inizialmente penso che la faccenda sia strana, ma che tutto rientri nel gesto di qualche ragazzetto fissato con la marca Nike a tal punto da prendere in mano una bomboletta spray e passare qualche ora notturna a divertirsi. Nel frattempo noto in tv la pubblicità della Nike, quella della partita a calcetto dentro le gabbie, quella di Ronaldo, Totti, Cantona etc. Forse, penso, c'è sotto qualcosa. Penso ai negozianti di abiti sportivi. La sera del 6 maggio nella centrale piazza Stesicoro di Catania, mi accorgo di una cosa sconvolgente. Uno stand in ferro tappezzato di manifestini pubblicitari della Nike. Non credo ai miei occhi. Ricollego tutto: pubblicità in tv, graffiti con il logo Nike e annesso Scorpione. L'indomani fotografo scorpioni e baffi della nike disseminati ovunque. Mi reco allo stand, mi presento dicendo come mi chiamo e che scrivo per un giornale (http://www.girodivite.it/) e richiedo una intervista con il responsabile che accetta ben volentieri. Chiedo informazioni sullo stand e lui in maniera ben educata ed entusiasta inizia a parlare di "Scorpion K.O" il torneo di calcetto organizzato dalla Nike. "Il torneo di calcio più letale del mondo" come recita lo spot. Mi illustra tutte le regole, mi parla di altri sponsor e mi invita a partecipare, io rispondo che ci penserò e che prima volevo fargli vedere alcune foto che avevo scattato nel pomeriggio. Esco la mia macchinetta digitale e mostro le foto con i graffiti, mostro come il centro città è tappezzato da questi disegni raffiguranti lo scorpione e il baffo Nike, chiedo se lui ne sa qualcosa e se hanno pagato le tasse per quella pubblicità. Lui cambiando l'espressione del viso, ma restando molto calmo e gentile, mi dice che non ne sa nulla e che in effetti è strano, e giustifica il fatto dicendomi che il "logo comunque sta girando". Gli chiedo se c'è un superiore a cui posso chiedere spiegazione, ma lui mi dice di rivolgermi alla Nike Italia. Lo saluto sempre in maniera gentile facendogli notare che anche un bimbo capirebbe cosa sta accadendo: tv, graffiti sui muri, torneo di calcetto itinerante in Italia. Lui in maniera gentile ma in evidente imbarazzo continua dire che non ne sa nulla e che lui è solo il responsabile dello stand. Questi i fatti. Il torneo ha già toccato le città di Torino, Milano, Reggio Calabria, e toccherà Napoli nella prossima tappa. Chissà se all'ufficio affissioni del Comune di Catania, presso i vigili e chi ha dato l'autorizzazione per lo stand in piazza Stesicoro sanno qualcosa e se hanno notato l'opera ignota di abbellimento che da qualche settimana è in atto in città. Invito chiunque abbia letto l'articolo e che si trovi nelle città sopra elencate a fornirmi foto di scorpioni e baffi della Nike per capire se ciò è successo solo a Catania o anche nelle altre città dove la Nike ha fatto sosta.
I love nike… non solo a Catania
di Rocco Rossitto
Nel numero scorso di girodivite.it, nell'articolo : "I love nike!" ho scritto delle coincidenze pubblicitarie che a Catania hanno visto arrivare il torneo di calcetto organizzato dalla Nike ("scorpion ko") e le apparizioni di loghi Nike sui muri della città.
Una coincidenza spiegata dal responsabile di una postazione della Nike con la stupenda frase "il logo sta circolando". In effetti nessun nesso è provabile, poiché nessuno ha colto in flagranza qualcuno della Nike che imbrattava i muri con i loghi Nike. Ero io malpensante a credere che la Nike fosse responsabile, infatti il "logo sta girando" tanto che a Roma si contano centinaia di loghi Nike, con annesso lo scorpione, simbolo del torneo, sui muri di mezza città.
A Roma si giocheranno le finali, e mentre voi ora state leggendo a Napoli si è appena terminata l'ultima tappa di questo torneo itinerante. Il logo Nike gira autonomamente e si deposita da solo sui muri delle città dove la Nike ha organizzato il torneo. Non posso esserne certo, come per Roma e Catania, ma sicuramente se "il logo sta circolando" anche nelle altre città d'Italia (Torino, Milano, Reaggio Calabria, Napoli) sarà arrivato e si sarà imbrattato sui muri del centro. Non aggiungerò altro questo, è ciò che è accaduto e nessuno ne parla sulla stampa scritta, nemmeno una riga, una colonna, niente di niente. Solo alcuni siti d'informazione hanno riportato la notizia. Se comunque vedete uno scorpioncino apparire sul muro di casa vostra con un logo nike, vorrà dire che il logo sta ancora "circolando", poveraccio lui che fa tutta sta fatica!
Salve, sono la Nike
La strategia di comunicazione e marketing della Nike attraverso il suo sito ufficiale
di Alessandro G. Fangano
Accuse pesanti come l'infamia di sfruttare il lavoro minorile. Con questo deve fare i conti la NIKE Inc. dopo anni di boicottaggi, che con un imprevedibile effetto branding hanno di fatto contribuito all'aumento delle vendite. Nel nuovo corso della Nike ci sono parole d'ordine come rispetto dell'ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori, programmi di educazione e sviluppo in tutto il mondo. Ma c'è di più, per motivi di MKTG strategico e operativo, lo SWOOSH, (in Italia è chiamato baffo!) diventa l'unico simbolo sostituendo la "pesante" dicitura NIKE. Sul sito istituzionale della Nike inc. www.nikebiz.com c'è un'intera sezione denominata RESPONSABILITY dalla quale apprendiamo una serie di interessanti notizie e curiosità che, associate alle nuove campagne pubblicitarie (cfr. articolo sulla proliferazione di scorpioni) mostrano l'impressionante macchina di organizzazione, Marketing e Comunicazione di questa azienda. All'insegna del buonismo scopriamo che la Nike è stata fondata con una stretta di mano e che " E' implicito che in questo c'è la determinazione che noi vogliamo costruire il nostro business con i nostri partner basandoci sull'onesta e il rispetto reciproco. […] Inoltre gli standard ai quali devono sottostare i partner locati in tutto il mondo sono: Sicurezza e salute del lavoro, giusti salari, ore di lavoro e premi; minimi impatti ambientali, sistemi di gestione del personale per verificare la dignità degli individui, i diritti di associazionismo (anche sindacale) e il diritto di lavorare senza umiliazioni o abusi fisici o psicologici. [...] Nessuna discriminazione basata su razza, religione, orientamento sessuale, idee politiche, stato matrimoniale o maternità. Così la Nike verifica dall'interno e fa verificare anche da ENTI esterni internazionali la situazione dei propri lavoratori".
Sul sito sono disponibili anche i dati delle singole "factory" nei 5 continenti.
Questi gli standard dichiarati: Non ci sono lavori forzati, così gli operai non sono costretti a lavorare in alcun modo, non c'è lavoro minorile: chi lavora per la creazione di scarpe deve avere almeno 18 anni e 16 anni deve averne chi lavora per la creazione di accessori e abbigliamento. A ciascuno è garantito lo stipendio minimo previsto da contratto e non ci sono trattenute sulle buste paga per infrazioni comportamentali. Grazie ai
benefits spesso gli stipendi sono il 25% più alti di quelli locali. Il massimo di ore stabilito è di 60 h/week o meno se stabilito dalla legislazione locale. Dispostivi per la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro. Spesso ci sono delle ispezioni, anche di enti esterni e senza preavviso.
Nike: scheda cronologica e dati sulla produzione e vendita
1957: Phil Knight e Bill Bowerman decidono di creare un'azienda per la produzione di scarpe per atleti.
1962: primo atto, in Giappone, per la creazione di una società, si chiamerà BRS.
1971: il simbolo della NIKE (The Swoosh) è ideato dagli studenti del Carolyn Davidson che percepiranno una fee di $35.
1972: la BRS crea una società chiamata NIKE e si affaccia allo sport professionistico con U.S Olimpic Trial (solo dal 1978 NIKE inc. diventerà la ragione sociale ufficiale dell'azienda)
1979: con il brevetto delle NIKE-AIR l'azienda diventa la più importante per il mercato USA di scarpe da atletica
1980: con laboratori anche in Asia, Sud America e Europa, la Nike impiega 2700 persone e fattura 270.000 di dollari
1985: vengono lanciate le AIR-JORDAN. Nike ha 4200 impiegati e fattura oltre un bilione di dollari di fatturato
1990: Nike supera i 2 bilioni di dollari di fatturato e impiega oltre 5,300 persone. Nasce il primo campus Nike in Oregon
1991: Nike è la prima azienda sportiva al mondo a superare i 3 bilioni di dollari di fatturato
1994: Nike affida ad Enti internazionali la verifica delle condizioni di lavoro nelle proprie factories.
1996: Nike supera i $6.5 billioni di dollari di fatturato con i suoi 16.000 dipendenti.
1999: Nike realizza le uniformi ufficiali di oltre 2000 atleti per le Olimpiadi di Sidney in 25 sport diversi.
2000: Nike raggiunge quota 22.000 impiegati in 120 stati. La NIKETOWN dell'Oregon ospita oltre 5000 persone. 15 sono in tutto le NIKETOWN nel mondo, comprese Berlino e Londra
Oggi: Ci sono nel mondo oltre 500.000 persone ceh lavorano per la NIKE o nell'indotto. La sola Corea ha esportato oltre 500 milioni di paia di scarpe NIKE e i prodotti NIKE rappresentano il 7 percento dell'export del Vietnam.
Italia, Filippine e Vietnam sono gli ultimi tre stati in cui sono state aperte le factories.
Per ogni singolo paio di scarpe:
Prezzo all'utente (media): $65
Prezzo al negoziante: $32.50 to Nike.
Nike paga: $16.25 per questioni legali, assicurazioni, marketing ed altro
Prezzo pagato alle factories: $16.25 per materiali ($10.75), lavoro ($2.43), trasporti, deprezzamento, varie ed eventuali ($2.10) e guadagno delle Factories ($0.97)
I guai giudiziari della Nike in Usa
Mentre Catania e le città italiane sono invase dai simboli della Nike, i giornali diffondono (piccola piccola) la notizia sui guai giudiziari della multinazionale. Una sentenza negli Stati Uniti dichiara ammissibile la causa contro Nike per false comunicazioni ai consumatori...
Via libera alla causa intentata contro la Nike nel 1998 dall'organizzazione Global Exchange a nome dei consumatori californiani per pubblicita' ingannevole e false informazioni sulla base di una legge della California che tutela i cittadini da pratiche commerciali scorrette. Nike era accusata di mentire in interviste e comunicati stampa sulle reali condizioni di lavoro nei suoi stabilimenti asiatici dopo che numerosi rapporti avevano documentato violazioni rispetto ai salari, agli orari di lavoro, alla sicurezza e dignita' della persona, e ai diritti sindacali. Nike si e' difesa sostenendo che le dichiarazioni pubbliche di un'azienda sono protette dal diritto costituzionale alla liberta' di espressione. Il giudice di primo grado le ha dato ragione, ma la Corte suprema della California, a cui i consumatori si sono rivolti, ha stabilito il 2 maggio scorso che Nike non puo' appellarsi a questo diritto se le sue dichiarazioni pubbliche hanno finalita' commerciali, e tale e' stata giudicata la campagna di informazione organizzata dalla societa' per difendersi dalle accuse. Nella sentenza, che rappresenta un precedente importante e sulla quale i giudici supremi si sono divisi, si legge che a un'impresa non e' fatto divieto di esprimersi liberamente su questioni di rilevanza pubblica o di difendere con forza le proprie pratiche commerciali, ma quando lo fa con lo scopo di promuovere le sue vendite deve parlare in modo veritiero. Nike ha annunciato ricorso alla Corte suprema degli Stati Uniti.
PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it - Tel. 0382 3814417)
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954, una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di tutta la penisola, Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans” edito da Ibiskos di Empoli; “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia.
Sbarre appese alla memoria
A 14 anni non si pensa al carcere, ti ci trovi "dentro" improvvisamente e ne sei respirato e concluso. Sì, ti ci trovi dentro ed è davvero troppo tardi. L'età più bella improvvisamente devastata nell'incontro affascinante e frontale con il mito della trasgressione, I'incoscienza dell'azione, della sfida. Io me lo ricordo bene, ero impegnatissimo a far vedere alle Autorià di essere un duro, e quando mi stavano portando nel "mio" primo carcere dei minorenni ho pensato " ecco sto per iniziare finalmente''. L'impatto iniziale con il carcere é stato violento, ma la mia vita era altrettanto violenta, quindi tutto in linea con ciò che immaginavo e che incoscientemente "desideravo" trovare ad attendermi. E' tutto accaduto in una vita precedente? No, é stato ieri. Quando vago con la mente tra questi fotogrammi impolverati e ingialliti dal tempo, rivedo la mia immagine scomposta e inquieta, mentre i pensieri mi cadono addosso e raccoglierne i cocci è un'ardua impresa. Gli anni sono trascorsi, uno dopo l'altro, passo dopo passo, uno scarpone chiodato dopo l'altro, fino a giungere a “quell'urlo" che ha squarciato la notte. Quel'urlo che ho tenuto compresso in me, sorvegliato a vista dalla mia incredulità, contenuto nei miei tormenti, divenuto un dono prezioso da custodire. Svegliarmi nel buio, nel mezzo di una tempesta silenziosa, e due occhi bellissimi scrutarmi, scuotermi. Due occhi lucidi e profondi come l'anima che traspare al di là della coscienza, della ragione che indaga e accusa. Svegliarmi con le mani fredde ed il cuore in gola, il respiro che non esce, il dolore nei polmoni salire alla gola e fare fatica a respirare. Affannosa ricerca di boccate d'aria mute, imprigionate, incatenate in attimi intensi di vuoto e di pieno, di vita sospesa. Due occhi come lune inchiodate, un volto che non conosco, ma che sento tutt’intorno. Due occhi che piangono, rimangono aperti e si distendono verso di me. Nel silenzio di pietra della cella, I'urlo fuoriesce e taglia di netto il sentiero praticato a occhi bendati, sgretola le abitudini consolidate, i sussurri che impongono i piedistalli e le parole a paravento che non stanno scritte da nessuna parte. L'urlo esce, assorda, mi discosta e cancella la mia cella, le altre celle, i muri e gli steccati. L'urlo si espande, rimbalza, si piega, prosegue e non smette la sua corsa, neppure quando sono caduto in ginocchio, spossato, svuotato di me stesso. Quegli occhi sono sempre lì, velati di pianto, addolciti da un sorriso leggero, come a voler ridurre la distanza siderale che mi separa da questo reale intorno. Occhi grandi, lucenti, lacrime che parlano di una tristezza felice, di una gioia che non conosco e invece vorrei avvicinare, occhi che rimangono a osservare la mia sorpresa, la mia fragilità. Occhi bellissimi vestiti di speranza, sguardi che consentono di ricostruire e ritrovare l'uomo, sebbene nella fallibilità umana. L'urlo è una eco lontana che mi trascina via, liberando quello spirito maledetto che mi portavo dentro e che tutt'ora sento in me, ma che finalmente riesco a tenere ventre a terra. L'incontro con quegli occhi ha significato l'espansione di una riconciliazione che passa attraverso il riconoscimento di se stessi e degli altri. Questo stesso universo di carne e sangue in costante evoluzione, questa balena mitica che tutto inghiotte, questa società a cui vorrei chiedere perdono. Sì, mi sento parte di questa società ritrovata. Non ho nulla da chiedere sarebbe troppo facile, guardo ad essa con umiltà e cerco di ritornare a farne parte con i gesti e i comportamenti di questo mio quotidiano, attraverso la mia capacità per ciò che riesco a dare di positivo, continuando a imparare. Quella notte sono rimasto in ginocchio tanto tempo, in una sorta di terra di nessuno, sbattendo il viso contro una specie di cortina fatta di barriere materiali e psicologiche, costretto fors’anche dalla mia ostinazione a vivere del mio, in una tragedia che non ha fine, con un passato che assomiglia ad una sera senza luce dove non si può leggere, solo ricordare. L'urlo ora s'è disperso, quegli occhi tanto amati sono svaniti. I giorni, e gli anni si inseguono testardi, mi adagio sul futuro che per me è già oggi, in un presente contenuto nel passato, poiché ogni volta che si progetta qualcosa si modifica e si rilegge il proprio passato con occhi e sguardi nuovi.
PAROLE ALTRE
11 settembre e... l'Amore
"Subito dopo il tragico attentato alle due Torri, l'11 settembre, era balzato evidente che erano in atto le forze del Male e non semplicemente forze umane come l'odio o rivendicazioni per le molte ingiustizie. E di fronte alle forze del Male bisogna mobilitare le forze del Bene con la B maiuscola, l'Amore con la A maiuscola". (di Chiara Lubich, Fondatrice del movimento dei Focolari)
SITI DA VISITARE
1) Agenzia di Stampa Missionaria
http://www.misna.org/
2) http://www.altravicenza.it/ è il sito di Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
3) Da Monteforte d'Alpone... http://www.stilelibero.org/
4) ARCI di Verona http://www.arci.verona.it/
5) Biblioteca di Nogara (VR): http://digilander.iol.it/biblionogara
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione http://www.terrelibere.it/
7) Notiziario femminile http://www.femmis.org/
8) Agenzia di stampa: http://www.consumietici.it/
9) Giovani e missione... http://www.giovaniemissione.it/
10) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: http://www.promiseland.it/
11) Pedagogisti on line: http://www.educare.it/
12) Rete Lilliput: http://www.retelilliput.org/
13) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per L'energia e l'ambiente»
http://www.paea.it/
14) Antimafia2000 http://www.antimafiaduemila.com/
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