Il Sé – un più alto livello di coscienza

a cura di Nuvola Grigia 

L’essere umano così com’è ora, con il suo attuale livello di coscienza, è la meta ultima, la tappa finale dell’evoluzione o sono previsti dalla natura altri possibili livelli evolutivi?

  

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Possiamo rispondere a questo quesito  riprendendo la teoria di Jung il quale sosteneva che l’evoluzione possibile per l’uomo è il raggiungimento della coscienza del sé.

La psiche così come la possiamo osservare, appare come una funzione della materia vivente ed esattamente come quest’ultima si è evoluta attraverso una storia lunghissima, come ha scoperto e dimostrato C. Darwin; anche la psiche si sarebbe evoluta in tempi altrettanto lunghi, e sarebbe ancora in via di evoluzione.

Il frutto più maturo del processo evolutivo è il nostro io attuale. La coscienza di sé è emersa dal magma dell’inconscio proprio come emerge un’isola dal mare o come emergono tutte le terre, sospinte dal magma primordiale.

La mente dell’uomo ha quindi una sua storia come la ha il suo corpo e in questa storia il presente è frutto del passato così come il futuro sarà frutto delle libere scelte che faremo, alla luce della nostra coscienza.

Nei popoli primitivi o nelle civiltà che ancora erano ai lori primordi, la mente era ancora impegnata a raggiungere la meta di un io ben strutturato, cioè di un livello di coscienza chiaro e limpido. Ma appena questo stadio è stato raggiunto l’inconscio ha subito incominciato a produrre pulsioni per sospingere l’uomo verso la tappa successiva a quella dell’io, ovvero il raggiungimento di quello che Jung chiama il Sé.

Secondo Jung la trasmutazione dell’io nel Sé avviene mediante quello che egli ha definito processo di individuazione.

L’uomo ha raggiunto con l’io anche un importante gradino, quello della libertà; una libertà relativa certo, ma pur sempre libertà. E la libertà, come tutte le cose belle è un’arma a doppio taglio, perché implica che ogni passo ulteriore non potrà più avvenire meccanicamente. Posto che è assai improbabile che avvenga per caso, ogni ulteriore progresso dell’essere umano avverrà solo se sarà il frutto di una scelta libera e consapevole, nonché il risultato di un lavoro condotto in piena coscienza. Con la maturità dell’io finisce l’epoca dell’evoluzione automatica dell’essere umano perché anche se l’inconscio resta tale, la coscienza è ora in grado di scrutarne le pulsioni e sia che le accetti sia che le rifiuti lo farà in piena coscienza.

Certo l’inconscio continuerà a spingerci e vi sarà sempre una certa caoticità nella sua azione perché questo fa parte della sua natura, ma se non giungiamo a scorgerne il fine dietro l’apparente caoticità, vuol dire che il nostro io, il nostro attuale e personale livello di coscienza non è ancora sufficientemente chiaro e distinto. L’uomo è una possibilità evolutiva.

Non è detto che tutti riescano a raggiungere il sé, né che tutti lo vogliono, ma tutti ne hanno la possibilità perché in ogni essere umano è, come insegna il mito dell’antrophos, latente un principio intelligente, frammento dell’intelligenza infinita che regola il cosmo.

“Il Sé non è soltanto il punto centrale ma comprende tutta l’estensione della mente, quindi sia la sua parte conscia che quella inconscia. Esso è il centro di questa totalità, come l’io è il centro della sola parte cosciente” (Jung).

La realizzazione del sé rappresenta il superamento della dialettica paradossale che lega conscio ed inconscio, quel processo speculare voluto dalla natura per mantenere comunque un equilibrio, che induce una parte del nostro essere a dire si quando l’altra dice no e viceversa.

Il superamento di questo conflitto consente alla mente di espandersi e di acquisire un nuovo rapporto con la realtà che ci circonda; consente di avere una partecipazione profonda ed empatica con il tutto, smettendo di dividere, di classificare, di giudicare tutto e tutti sulla base delle limitate cognizioni del nostro ego, spesso frutto dei condizionamenti che ci sono stati inculcati fin dalla nascita.

Questa mancanza di divisione interiore rappresenta non solo la base per una coscienza enormemente più ampia, ma anche per un’autentica libertà interiore, essendo venuti a cadere tutti quegli ostacoli interiori che per primi c’impediscono di realizzare le nostre mete.

La realizzazione del Sé in buona sostanza è la realizzazione del nostro Oro, cioè della nostra natura più autentica e se guardiamo a coloro che lo hanno realizzato, ai saggi di tutte le epoche, ci rendiamo facilmente conto di quanto il loro livello di coscienza sia superiore al nostro, quello dell’io ordinario.

 

Bibliografia:

C.G. Jung, “psicologia e alchimia”, Opere vol.12, Boringhieri 1988

Raffaele Morelli, “dove va la medicina psicosomatica”, Edizioni Riza

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Angelo Angelici, “il serto di Iside”, Kemi

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Titus Brurckhardt, “Alchimia”, Edizioni Guanda 1986