Il Governo Berlusconi con un colpo di spugna
ha cancellato le speranze degli ambientalisti,
ma nel riminese tutti tacciono
Mentre la Commissione regionale Territorio Ambiente Trasporti discuteva se modificare o meno la legge regionale n. 30/2000, preoccupata dal “sorgere sul territorio regionale di iniziative, Comitati e proteste dei cittadini” per l’avvenuta installazione di impianti fissi di telefonia mobile, il Governo
Berlusconi gettava la maschera e, un po’ come era avvenuto pochi mesi prima per le centrali termoelettriche, con un colpo di spugna cancellava le speranze degli ambientalisti e della parte più sensibile della popolazione.
Anni di dura battaglia di movimento e di conquiste legali sono stati vanificati in pochi minuti,
avendo scelto, i ministri Gasparri e Matteoli, di rappresentare le aziende della telefonia mobile anziché i cittadini, preoccupati solo di aumentare lo strapotere delle prime e di rendere inutili le delibere di quelle Regioni e di quei Comuni che si erano comportati correttamente. Altro che federalismo!
Una decisione ancora più grave in relazione all’abbassamento di tutti i limiti di tutela dall’inquinamento elettromagnetico.
Il Governo del Cavaliere, infatti, ha approvato le peggiori norme della sua legislatura, cancellando i principi di prevenzione dell’elettrosmog e dando via libera ad “antenna selvaggia” che con l’imprimatur del Consiglio dei Ministri verrà in seguito ritenuta “antenna legale”. Ma sarà proprio “legale” dal momento che il decreto poggia sulla violazione di indiscutibili principi costituzionali, intervenendo in una materia che, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, è ormai attribuita alle Regioni?
Ben sei Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni, avevano espresso parere negativo. Stessa contrarietà da parte dell’UPI e dell’ANCI, nei confronti di un decreto che prevede misure lesive della stessa proprietà privata, essendo prevista la possibilità di agire in giudizio da parte degli operatori di telecomunicazioni avverso cittadini che si oppongano all’installazione degli impianti.
Si elevano pericolosamente i limiti per ciò che attiene agli elettrodotti e si introducono di fatto procedure di “silenzio assenso” per ciò che concerne l’autorizzazione per l’installazione delle antenne. Come ha scritto l’ex-sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita, “si rischia così un vero e proprio Far West, persino peggiore di quello che con enorme fatica il centro-sinistra aveva provato a regolare. Siamo di fronte ad una vera e propria controriforma che danneggia pesantemente gli interessi dei cittadini, il diritto alla salute e lo stesso sistema della comunicazione che diviene ancora più selvaggio”.
La Federazione nazionale dei Verdi del Sole che Ride ha deciso immediatamente di impugnare il decreto Gasparri “sblocca antenne” affidando l’incarico all’avvocato Emanuele Montini, invitando comitati contro le centrali, inceneritori, discariche, e non solo, ad aderire al ricorso, completamente sostenuto economicamente dalla
stessa. La nostra adesione è stata immediata. In quel “e non solo” potevano starci anche quei Comuni che, a corto di risorse economiche e di spirito di iniziativa, sembrano non essersi neppure accorti della gravità della situazione, a meno che - ci sono sempre i furbi - non facciano già i conti di quanto possono introitare dai gestori della telefonia mobile.
Hanno aderito a tutt’oggi due comuni, fra cui Modena.
D’altronde in presenza di un governo che in poco più di un anno ha condonato l’abusivismo e i reati ambientali, ha creato SpA per gestire, ipotecare e svendere il patrimonio ambientale e culturale dello Stato, destrutturato la legge sui rifiuti, abolito la Valutazione di Impatto Ambientale, commissariato Parchi e istituti di ricerca ambientale... non sono molte le voci che si levano. I nostri Comuni, poi, sono assolutamente afoni e la stessa Regione continua a restare appisolata.
Anche se mi rendo conto della modestia dei mezzi a disposizione, mi riprometto di presentare al Consiglio comunale del 3 settembre prossimo un
ordine del giorno che impegni la Giunta comunale di Santarcangelo ad intervenire presso il Presidente della Giunta Regionale affinché porti davanti alla Corte Costituzionale il decreto legislativo recante “Disposizioni per accelerare la ralizzazione delle infrastrutture per le reti di telecomunicazioni”. (Il ricorso alla Corte Costituzionale, infatti, possono avanzarlo solo le Regioni). Ad un consigliere di minoranza non si può chiedere di più.
Mirella Canini Venturini
Capogruppo consiliare Verdi Alternativi
Portavoce Comitato Tutela Salute
e Ambiente in Valmarecchia
[pubblicato integralmente dalla Voce il 28 agosto]
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