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sull'argomento (22 luglio 2000) |
23 luglio 2000
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"Nessun sì alla centrale" Il sindaco al comitato: decideremo a settembre
Il primo cittadino di Crevalcore replica alle polemiche sulla proposta degli americani di
costruire il maxiimpianto termoelettrico
FERNANDO PELLERANO
«Non abbiamo assolutamente preso alcuna decisione in merito alla centrale
termoelettrica che gli 'americani' vorrebbero costruire a due km dal paese. Esprimeremo il
nostro gradimento sull'operazione a settembre, a conclusione di un percorso istituzionale
avviato con Regione, Provincia ed enti come l'Arpa e l'Ausl. I tecnici della Regione si
sono incontrati con quelli della Southern, aspettiamo le loro valutazioni, poi decideremo
tutti insieme».
Il sindaco Novello Lodi, seppur in ferie (guarda caso a pochi km da Montalto di Castro,
dove di centrali se ne intendono), precisa così la situazione in cui si trova coinvolto
il proprio comune, il cui territorio è entrato nel mirino della statunitense Southern
Company, che in seguito al decreto Bersani si presenta come uno dei nuovi soggetti
produttori di energia.
L'importante proposta giunta da Altanta è quella di installare a Crevalcore una centrale
termoelettrica di ultima generazione. 350 miliardi d'investimento, 3 anni di lavoro, 300
operai impiegati e poi altri 30 posti di lavoro nella centrale, un consistente indotto e
future tariffe elettriche agevolate nel raggio di 40 km. Questi i vantaggi sbandierati.
Minimi per la multinazionale i problemi di carattere ambientale. Adesso negli Usa
attendono il gradimento di Crevalcore.
Il diessino Lodi e i consiglieri si sono così messi al lavoro.
«Il percorso individuato è quello del coinvolgimento di Regione e Provincia. Un
intervento del genere deve secondo me rientrare in una programmazione regionale e su
questo punto sono d'accordo anche i comuni limitrofi come Finale Emilia che hanno ricevuto
simili proposte spiega Lodi . So che i verdi, in regione, vogliono chiedere una moratoria
su questo fronte. L'argomento merita un'approfondita riflessione su sviluppo e territorio.
Mi aspetto un progetto serio da parte degli assessori competenti, Campagnoli e Tampieri».
Ma Crevalcore cosa farà? «Raccolte le informazioni e sentiti i cittadini, comitato
compreso, si esprimerà con un sì o con un no. Ma l'ultima parola spetta alla regione. Se
però diremo no, faremo valere questa decisione anche contro l'eventuale parere favorevole
di viale Moro». Ma a lei sindaco piace la proposta della Southern? «Grandi vantaggi per
Crevalcore non ne vedo, sono invece preoccupato per le ripercussioni ambientali».
Insomma il sindaco frena e tende l'orecchio alle forti e civile proteste del Comitato
«Centrale No Grazie» nato a Crevalcore questa primavera e che ha raccolto già 2600
firme 'contro'.
Il Comitato è allarmato per l'emissione di polveri fini prodotte dalle combustioni di gas
(allergie e malattie repiratorie) e di CO2, «qui non tira un filo di vento, abbiamo 3
mesi di nebbia all'anno». E ancora il rischio che la centrale possa, all'occorrenza,
usare olio combustibile e non metano (come nel vercellese). E poi c'è l'inquinamento
idrico, «non abbiamo acqua, a loro servono 400 m3 all'ora per il raffreddamento degli
impianti». Senza contare l'impatto visivo devastante e la vicina oasi naturale del WWF.
Il Comitato è molto attivo nella campagna di controinformazione sia tramite assemblee
pubbliche e giornalini, ma soprattutto sulla rete col sito
http://digilander.iol.it/benicomunali. In quelle pagine web si racconta tutta la vicenda,
si leggono i documenti del consiglio, quelli della multinazionale, la cronaca degli
incontri don l'amministrazione, la lettera aperta del sindaco e notizie sugli altri
impianti sparsi in l'Italia. Ma non solo. Il sito è in contatto anche con Libertyville,
paesino a nord di Chicago che sta conducendo una battaglia tale e quale a quella di
Crevalcore contro la centrale elettrica della Indeck Energy Services Inc.
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