IL VOTO DEL CONSIGLIO
COMUNALE DI FORLI' DEVE PORTARE ALLE NECESSARIE CONSEGUENZE
Le posizioni pubbliche espresse da alcuni membri del CdA di UNICA sono una grave interferenza nella autonomia del Consiglio Comunale.
02 Agosto 2002
Il Consiglio Comunale di Forlì ha deliberato che la centrale termoelettrica da 800 MW a ciclo combinato “Elettra” non interessa. Nella delibera sono recepite gran parte delle motivazioni con cui da quasi un anno, noi Verdi abbiamo espresso prima i dubbi, poi il nostro dissenso verso quest’impianto.
Una parte importante del deliberato ha deciso che UNICA, S.p.A. pubblica con una importante partecipazione del Comune di Forlì, debba uscire dalla società proponente ACEF, costituita con la multinazionale svizzera ATEL.
Queste scelta, per noi condivisibile, sarà la prova per verificare se le attuali S.p.A. pubbliche sono strumenti per attuare le politiche decise dai policy makers, oppure se sono queste società ad imporre le politiche agli amministratori. Questo anche alla luce delle recenti dichiarazioni di esponenti della ACEF, che hanno affermato di voler procedere ugualmente anche dopo lo stop ad Elettra votato dal Comune di Forlì.
È concetto banale che il Consiglio di Amministrazione di una azienda pubblica sia l’organo dell’azienda che deve attuare gli indirizzi deliberati dagli enti soci.
Nella anomalia forlivese, invece, abbiamo assistito alle esternazioni di membri del CdA di UNICA a favore di Elettra, con il deliberato intento di interferire indebitamente con la decisione che doveva prendere il Consiglio Comunale. Grave interferenza di chi, nominato anzichè eletto, pretende di mettere il bavaglio alle assemblee elette dai cittadini, violando le regole minime di ogni democrazia elettiva. È una manifestazione grave di autoreferenzialità di queste persone che, rifiutando di seguire gli indirizzi degli enti soci, rinnegano il mandato avuto all’atto della loro nomina.
Questi membri del CdA, di chiara nomina per appartenenza politica e non per competenza tecnica, anziché recepire e rappresentare nell’Azienda gli indirizzi degli enti proprietari che li hanno nominati, hanno invece preteso di decidere loro l’indirizzo politico.
È assolutamente necessario che questa anomalia istituzionale venga risolta, riportando ogni attore di questa vicenda al suo ruolo: il Consiglio Comunale definisce gli indirizzi, i membri dei Consigli di Amministrazione da loro nominati rappresentano questi indirizzi e non loro stessi.
Se queste persone non si riconoscono in quelle scelte del Consiglio Comunale, traggano le conseguenze che ne derivano.
Roberto Riguzzi
Presidente Verdi Forlì