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Residenze
IL PALAZZO ALEMANNI
ommissionato ad architetti Napoletani, dalla potente ed influente famiglia dei marchesi Alemanni, il palazzo fu realizzato in due tempi. Attorno alla fine del 700 venne costruita la parte principale, mentre verso la prima metà del 1800, in occasione del matrimonio tra il marchese Michele Alemanni, e la principessa Agata Ruffo della Scaletta, si realizzarono i tre corpi aggiunti, sistemati a zoccolo di cavallo. La famiglia dei marchesi Alemanni originaria dalla Toscana, diramatasi in molti rami anche in Lombardia e a Napoli, dove divennero fedelissimi dei Borboni,dai quali ebbero titoli e privilegi, oltre a cariche politiche prestigiosissime, come ila carica di potesà di Catanzaro nel diciannovesimo secolo. Il matrimonio politico coi principi Ruffo della Scaletta, fu cosa politica e finanziaria, imposto ai Ruffo dai Borbone, questi mandarono in sposa a Catanzaro la loro figlia Agata. L’unione tra le due famiglie fu celebrata anche architettonicamente, aggiungendo appunto tre corpi del palazzo in più, tra i quali il grande salone, nel quale sul soffitto sono ancora oggi riportati gli stemmi dei Ruffo e degli Alemanni. Il palazzo edificato su tre livelli, sorge nel centro storico, ed e’ tutt’ oggi uno dei piu’ belli di Catanzaro, oltre a essere tra i meglio tenuti. Oltrepassato l’ingresso, costituito da un maestoso e pesante portone di granito lavorato, si giunge nel cortile interno di forma quadra, ai cui lati anticamente vi erano i locali delle scuderie e delle rimesse carrozze, oggi garage. Nella parte frontale rispetto all’ ingresso il palazzo si presenta disposto su due piani, retti e abbelliti da tre archi, tipologia questa che richiama l’altro palazzo Alemanni di Girifalco. All’ interno si rimane mmirati dai grandi saloni, che affacciano sul cortile, e che si succedono sistematicamente, come in un gioco infinito di ambienti ripetuti ritmicamente, Il palazzo che ancora oggi detiene il primato del salone piu’ grande della citta’, e’ altresi’ arricchito da porte alte tre metri, da mobili e i dipinti legati alla storia dei marchesi Alemanni, e dei Principi Ruffo della Scaletta. La residenza inoltre sotto i baroni Gallelli, si e’ impreziosita con l’acquisto di un giardino esterno, da questi comperato attorno al 1960, e all’interno del quale la baronessa Lucia Gallelli, organizza ricevimenti e feste, per amici e ospiti. Gli ambienti e i saloni dei baroni Gallelli, sono stati sottoposti a restauro per circa otto anni, provvedendo a recuperare lo smalto originario dei mobili, il lucido dei dipinti e dei ritratti , sottoponendo a restauro anche piccoli particolari. Magnifiche anche le tende di ogni ambiente, rifatte dalle antiche industrie Borboniche di Napoli, come un tempo, e abbinate alle poltrone e alle sedie di ciascuna sala. Il palazzo infine per metà ai baroni Gallelli, inseguito al matrimonio tra donna Lucia Alemanni, figlia del marchese Michele, e della principessa Agata Ruffo della Scaletta, e il barone cav. don Pasquale Gallelli, latifondista di Badolato, e pioniere nel nuovo campo dell’ energia elettrica. Tutt’ oggi i Gallelli vi abitano da ormai quasi due secoli, mentre invece l’altra meta’ del palazzo e’ andata ad un altro coerede, che ha successivamente ha venduto a privati, e alla regione Calabria. Il palazzo se pur non interamente dei baroni Gallelli, e’ comunque oggi in ottimo stato, e testimonia con la sua grandezza, lo sfarzo e la potenza di cui godevano gli Alemanni. Come tutti i palazzi storici, anche questo ha delle cose misteriose da raccontare, si narra infatti che, in una fredda notte del 1943 si sentissero molte voci nella stanza del barone Pasquale Gallelli, ormai in fin di vita, per i dolori dovuti alla vecchiaia. Le voci continue sembrava recitassero un rosario, una litania persistente, tanto e vero che la servitu’ nei locali attigui, si affacciava continuamente nella stanza del barone, per vedere chi aveva avuta la capacità di entrare negli appartamenti del barone senza essere visto. Ma ogni volta che questi giungevano in camera la litania terminava, per poi ricominciare quando i domestici andavano via. Il prete che diede l’estrema unzione al vecchio barone, disse che quelle voci erano le anime dei defunti che lo chiamavano, infatti ad un tratto con un ultimo respiro, il vecchio barone disse:
“ mamma dove mi porti, perche’ mi prendi la mano, zia, papa, dove andiamo?”
E cosi’ dicendo mori’.
n'altra storia di fantasmi legata al vecchio palazzo, e ‘ quella del tenente Riccio, questi durante la guerra aveva il comando di un reparto, che si era insediato nel palazzo, e li aveva stabilito il qurtier generale. Durante il bombardamento aereo di Catanzaro, una bomba cadde proprio nel vicolo di Sensales, il portone del palazzo volo’ in aria, e l’onda investi’ il cortile del palazzo, con una tale forza che scaravento’ i soldati in cortile sui muri circostanti, tra le vittime anche il giovane tenente Riccio. Da quel giorno, si dice che alle cinque circa di ogni mattina, si senta lo scalpitio degli zoccoli del cavallo del tenente, avendo questi l’abitudine della passeggiata mattutina. Palazzo Alemanni, con la sua austerità, e le sue maschere mostruose che occhieggiano dai cornicioni, non ha mai smesso di suscitare misteri e incanti, fin dalla costruzione da parte dei suoi proprietari. Questi sono stati una ricca e prestigiosa Casata, originaria della Toscana, si diramarono anche in Lombardia, Sicilia e Napoli. Qui gli Alemanni entrarono in breve nell’enturage della corte di Borbone,e trasferitisi successivamente anche in Calabria, furono sempre fedelissimi della corona, svolgendo compiti politici prestigiosi, come la carica di podestà di Catanzaro. Il palazzo, cosi’ come il matrimonio politico voluto dai Borbone, tra gli Alemanni e i Ruffo, testimonia l’importanza e l’influenza politica di questa famiglia, presso il Regno delle due Sicilie. I Ruffo,sono invece una famiglia antichissima che secondo alcuni discende dalla jens Rufa-patrizi Romani. Ebbero moltissimi feudi e titoli, come il grandato di Spagna e il Toson d’oro, ebbero vicereami e principati, e secondo alcuni storici sono la Casata piu’ illustre nel Regno delle due Sicilie, dopo i Borbone. La Stirpe, nel tempo si divise in due rami, Ruffo della Scaletta, e Ruffo di Calabria, essi espressero sempre uomini di ingegno politico e militare, tra i quali il famoso cardinal Ruffo. I Ruffo si imparentarono sempre con altre stirpi di eugual rango, oggi imparentati anche con l’attuale Casa Regnante del Belgio, attraverso i cugini Ruffo di Calabria, essendo Paola Ruffo di Calabria l’attuale regina Belga.
SCHEDA RIASSUNTIVA | ||
Datazione | Prima parte 1790-seconda parte- 1870 | |
Tipologia | Palazzo gentilizio di citta’ | |
Proprieta’ | 40%=baroni Gallelli di Badolato. 10%=privati.60%=Regione Calabria |
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Ristrutturazioni | Una Importante nel 1994. Seconda nel 2006 | |
Modifiche strutturali | Primo edificio 1790, affiancato successivamente nel 1870 da altri due corpi. |
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Stato di conservazione | Eccellente | |
Destinazione | Abitazione a tempo pieno | |
Indirizzo | Via Sensales n 20 |
LE FONTI.
Storia medioevale di Badolato, dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud 1986
Storia medioevale e moderna di Badolato, dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud 1988
Storia di Badolato dal 1799 al 1999. dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud. 1999
Enciclopedia della Calabria fortificata