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UN PÒ DI STORIA |
La gente del paese sa che, appena al di là della piazza
dove inizia Via Cantone, anticamente si innalzava un vecchio
castello; si dice anche di un camminamento sotterraneo che
avrebbe dovuto collegarlo con il castello di Montereale.
Resta comunque storicamente fondata l' esistenza di un Castrum Fagitana, distrutto durante l' invasione dei Franchi nel 590 d.C.
Le origini remote del paese sono testimoniate anche da casuali
reperti archeologici, come alcune monete dell' epoca dell'
Imperatore Romano Costantino, dell' anno 307- 337 d.C. e di
Giordano Rio dell' anno 235-238 d.C.
La conca di Faedo fu un importante centro minerario fin dai tempi dei
romani, ma gli inizi di questa attività dovettero essere
molto anteriori.
L' attività mineraria a Faedo, come in tutta l' area del Calisio
fino in Valsugana, ebbe momenti di vera esplosione e periodi di
stasi, in una alternanza ininterrotta fino al 1500 d.C., quando
cominciò la sua inesorabile decadenza. Verso il 1600 si parla di
totale abbandono. Alle zone dei Canopi e dei Forni sono
tuttavia visibili le entrate ai pozzi di scavo, dove si asportava
e si recuperava roccia argentifera, la galena.
Castrum Fagitana, monete romane, Canopi ... troppo poco per documentare
chiaramente come sia sorto e come si sia sviluppato questo centro
abitato.
Se lasciamo le origini preistoriche e meno documentate di Faedo,
cioè quel periodo legato ad una arcaica attività
mineraria e ci avviciniamo al suo passato del 1000 d.C., troveremo
questa comunità prevalentemente aggrappata ai pascoli, ai
boschi, all' agricoltura di montagna. La comunità di Faedo, con
tentativi, successi, fallimenti, cerca attraverso i secoli la propria
identità sociale e il proprio ruolo economico; non prima,
tuttavia, di essere passata attraverso i frequenti e tragici
avvenimenti che hanno travagliato questo come tutti i paesi delle
nostre valli: guerre, devastazione dei raccolti, siccità,
pestilenze, incendi.... Tra i molti avvenimenti che
martoriarono Faedo, i più sfuggiti alle cronache, alcuni sono
stati documentati. Tra questi l' invasione dei Franchi nel 590, la
grande epidemia di colera del 1855 e l' incendio del 1867, che
distrusse tutto il paese ed obbligò la gente a vivere per
decenni nelle cantine e nelle stalle, le uniche parti in muratura degli
edifici rimaste agibili.
Nel tempo la situazione economica e produttiva è profondamente
mutata: Faedo si è lasciato alle spalle non solo i canopi, ma
anche i boschi e pascoli.
Il Monastero degli Agostiniani ha fornito assistenza religiosa e
insieme ha insegnato una più razionale ed intensiva coltivazione
della terra; secoli dopo venne l' Istituto Agrario di S. Michele, che
ha stimolato alla sperimentazione e all' uso di nuove colture e di
nuove tecniche agrarie: la collina tra il paese e la pianura è
diventata così oggetto privilegiato di attenzione e di lavoro,
fonte principale di vita seppur ancora molto povera.
Oggi la comunità di Faedo guarda verso il futuro, con la
stessa grinta ed energia che la hanno caratterizzato nel suo
lungo cammino nella storia. |
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