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1.2.2 Proprietà dielettriche

La relazione tra induzione dielettrica $ \vec{D}$ e il campo elettrico applicato $ \vec{E}$, in un materiale anisotropo, è in componenti tensoriali:

$\displaystyle D_{i} = \sum_{j} \epsilon_{ij} E_{j} \qquad 
 i,j=x,y,z$ (1.2)

dove la componente ij-esima della permettività vale $ \epsilon_{ij}= \varepsilon_{0} \left(\varepsilon_{r} \right)_{ij}$ con $ \varepsilon_{0}$ permettività del vuoto e $ \left(\varepsilon_{r} \right)_{ij}$ permettività relativa del mezzo. Per le simmetrie del cristallo rispetto all'asse ĉ, il tensore di secondo grado $ \tilde{\epsilon}$ è rappresentabile mediante la matrice diagonale:

$\displaystyle \tilde{\epsilon}= \left( \begin{array}{ccc}
\epsilon_{11} & 0 & ...
...
0 & \epsilon_{11} & 0 \\
0 & 0 & \epsilon_{33} \\
\end{array} \right)
$

A seconda della polarizzazione della radiazione incidente, si hanno perciò due indici di rifrazione, uno ordinario $ n_{o}=\sqrt{\frac{\epsilon_{11}}{\varepsilon_{0}}}$ ed uno straordinario $ n_{e}=\sqrt{\frac{\epsilon_{33}}{\varepsilon_{0}}}$, i cui andamenti in funzione della lunghezza d'onda incidente sono riportati in figura 1.5. La differenza tra l'indice di rifrazione straordinario e ordinario definisce la birifrangenza del mezzo, che nel niobato di litio risulta negativa. Si utilizzeranno per gli indici di rifrazione del niobato di litio puro i valori n0=2.2875 e ne=2.2019, per l = 632.8 nm, a temperatura ambiente.

Figura 1.5: Indici di rifrazione ordinario e straordinario in funzione della lunghezza d'onda.
\includegraphics[ height=9cm,angle=-90]{indice_rifrazione.eps}

Quanto detto finora è corretto per mezzi non assorbenti. In generale, infatti, l'indice di rifrazione è un numero complesso, dipendente dalla lunghezza d'onda della luce incidente. La parte reale determina la velocità di fase della radiazione nel mezzo, mentre la parte immaginaria è proporzionale all'assorbimento da parte del materiale. Per un'onda piana monocromatica propagantesi lungo z il campo elettrico associato $ \vec{E}$ è del tipo:

$\displaystyle \vec{E}=E_{0}e^{i \frac{2 \pi}{\lambda} Re[n] z}e^{- \frac{2\pi}{\lambda}Im[n]
 z} e^{- i \omega t}$ (1.3)

con intensità:

$\displaystyle I=I_{0}e^{- \frac{4\pi}{\lambda}Im[n]z}$ (1.4)

funzione decrescente di z. Un segnale elettromagnetico in una guida di luce (per la definizione di guida si veda il paragrafo 2.1) è soggetto ad attenuazioni di diversa natura; queste sono dovute ad irraggiamento (se la zona guidante presenta curvature), ad assorbimento (per contributi intrinseci come eccitazione di moti vibrazionali, transizioni elettroniche), per la presenza di impurità come Fe2+ e OH-, ma soprattutto a scattering dovuto a difetti e disomogeneità del cristallo.

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\fbox{ \begin{minipage}{14 cm}
\centering
\includeg...
...sottoposta da parte delle particelle presenti nell'atmosfera.}
\end{minipage} }

Essendo il coefficiente di scattering (Rayleigh scattering ) proporzionale a l-4, si preferisce utilizzare radiazione nell'infrarosso per la trasmissione di segnali in guide d'onda e fibre ottiche. A lunghezze d'onda maggiori risulta invece importante il contributo di assorbimento intrinseco dovuto alle transizioni tra i livelli vibrazionali delle molecole. Il valore del coefficiente di scattering nel visibile e nel vicino infrarosso è per il niobato di litio dell'ordine di 0.1-0.2 dB/cm. In seguito si trascureranno le attenuazioni del segnale, considerando il materiale non assorbente, e quindi n reale. La figura 1.6 mostra un esempio di Rayleigh scattering , cioè come la luce blu sia diffusa maggiormante rispetto alla luce rossa.
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Guide di luce in niobato di litio drogato con ferro per applicazioni olografiche
Barbara Imperio
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