In queste zone, tipicamente carsiche, le grotte sono una caratteristica tipica del paesaggio e molte hanno rivelato la presenza di fauna fossile, in particolare dell'orso delle caverne, ma non solo, sempre ai Grai trent'anni fa è stato ritrovato uno scheletro completo di Iaena spelaea. Tutta la zona è quindi particolarmente interessante dal punto di vista non solo paleontologico, ma paleoantropico, come dimostrano anche i numerosi siti preistorici della vicina val Pennavaira, altra importante via di passaggio tra Piemonte e Liguria. Le frequenti falesie calcaree che dominano la val Tanaro tra Garessio e Ormea presentano alla loro base spesso cavernoni ottimamente esposti, non ancora adeguatamente studiati sotto questo aspetto. Lo speleologo che dovesse imbattersi in tracce o reperti che possano far pensare a un'antica frequentazione, è tenuto a farne denuncia alle Autorità (Soprintendenza archeologica del Piemonte).
Il riparo Rumiano in Val Susa; qui viveva l'uomo preistorico. foto G. Villa
|
|
Ad occidente, risalendo l'alta val Tanaro verso Upega, i maestosi massicci del Mongioie e del Marguareis, con la severità del clima d'alta quota, non offrono molte speranze di trovare tracce di antropizzazione. Sembra tuttavia, che ritrovamenti in grotte oltre i 2000 m. di quota di scheletri di orso bruno (Ursus arctos), scomparso da queste zone nei secoli passati, e associato a testimonianze di caccia in tempi antichi, possano documentare incursioni da parte di cacciatori addirittura a partire dall'età del Bronzo. Gli studi su questi reperti, recentemente recuperati, sono tuttora in corso. E' comunque interessante notare la presenza di ossa di orso bruno in alcune grotte tutte situate attorno alla quota 2000 dalla Colla dei Termini sopra Ormea, alla rocca del Ferà e fino all'alta val Pesio nella Conca delle Carsene, un sicuro indicatore di condizioni paleoclimatiche favorevoli alla vita dei plantigradi anche a quelle quote così elevate e in zone adesso totalmente brulle.
La Grotta dei Saraceni a Cantarana in Val Tanaro foto G. Villa
|