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                       SOMMARIO


circa 3000 metri di sviluppo rivaleggia, anche per le dimensioni, con i più noti abissi del cuneese, ma va percorsa con attrezzature speleologiche. Nella stessa zona si aprono le grotte "storiche" di cui la principale è il "Buco della Bondaccia". Se abbiamo portato pile e caschetto possiamo avventurarci nel primo tratto di questa grotta, prima del pozzo interno, che ha rappresentato la palestra per numerose generazioni di speleologi.
Un po' più in basso si aprono i maestosi due ingressi della "Ciota Ciara" da cui entra luce fin quasi al fondo. E' una grotta ascendente, praticamente chiusa alla sommità. Questo comporta, in inverno, temperature più elevate all'interno che non all'ingresso. Tale particolarità ha indotto orsi delle caverne e uomini a disputarsene l'uso, per tempi immemorabili. Ingenti sono infatti i reperti paleontologici scoperti in questa cavità, mentre dal punto di vista archeologico, in una serie di campagne di scavo promosse dalla Soprintendenza alle Antichità del Piemonte e dal Gruppo Archeo-Speleologico di Borgosesia (GASB), furono rinvenuti resti umani mousteriani risalenti ad almeno 30/35 mila anni fa.


Grotta delle Arenarie: il camino terminale
foto R. Sella



Monte Fenera, il Cappello di S. Giulio
foto R. Sella

Torinese ed Alessandrino
Enrico Lana e Giuliano Villa

Nel Torinese ciò che balza immediatamente all'occhio è che di calcare ce n'è veramente pochino e per lo più sparso qua e là in piccole lenti. E dove non c'è il calcare, per definizione, non ci sono le grotte.
Nel Canavese, nella bassa Valle Locana, a Sparone (loc. Vasario), dopo una buona camminata, si raggiunge la grotta "La Custreta" che si apre nel marmo e ha uno sviluppo di circa 200 m con belle condottine freatiche; essa presenta una fauna peculiare che è stata recentemente studiata. La stessa fauna endemica è possibile trovare nella grotta "Boo' d'la Faia" a 1800 m di quota, nella valle di Ribordone, salendo dal Santuario di Prascondù, in frazione Talosio.
In val di Lanzo la Borna maggiore del Pugnetto (sviluppo di circa 700 m) è in Italia la grotta più lunga nel calcescisto, inoltre è un sito protetto dall'Unesco per la fauna ipogea endemica. Alcune sale di grandi dimensioni ricordano, nella severità delle forme, grotte ben più blasonate.
In alta valle di Susa, la zona del M. Seguret presenta una serie di ampi Cavernoni nella dolomia posti a quote superiori ai 2000 m che in estate costituiscono uno spettacolo assai suggestivo.
Interessante la visita ad Angrogna (itinerario segnalato) della Ghieisa d'la Tana, rifugio durante le persecuzioni dei Valdesi.
Nell'Alessandrino, la grotta di maggior estensione (ca. 350 m) è la "Tana di Morbello", presso l'omonimo paese, in frazione Costa; è una grotta percorribile con difficoltà nel ramo attivo dove bisogna procedere in meandri bassi e molto "umidi"; il primo tratto è invece di accesso relativamente facile e presenta un ramo collaterale con suggestive vaschette concrezionate alimentate da un pigro torrentello. La fauna è particolarmente interessante, come anche nella Grotta di Lussitto, presso l'abitato di Acqui Terme, una fessura allargata, alta in alcuni punti quasi 10 m e popolata da numerosi artropodi troglofili, nonché da qualche solitario pipistrello.

Grotta del Pugnetto - foto G. Villa



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