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Chi
non rispetta i nostri morti sta con le Brigate Rosse Apprendo
dalla stampa di un’indagine della Digos, scaturita dall’uscita di un
volantino anonimo dedicato ai ragazzi del Fronte della Gioventù e del
Fuan, uccisi negli “anni di piombo”. Non voglio minimamente
interferire con il lavoro degli organi giudiziari, che rispetto, come ho
sempre fatto, ma qualcosa su questo fatto deve essere chiarita. Si
è parlato di un volantino di rivendicazioni, ma quali rivendicazioni ci
possono essere dietro al ricordo di ragazzi barbaramente uccisi dallo
stesso sentimento d’odio e dalle stesse organizzazioni eversive che
hanno armato la mano degli assassini di Biagi, D’Antona ed Emanuele
Petri? E’
evidente che quel volantino non appartiene ad Azione Giovani, ma il
contenuto ci ricorda una della pagine più triste della storia del nostro
movimento giovanile e del paese tutto. Ecco
perché non riusciamo a comprendere tutto questo clamore per un volantino
che cela solo il reato di affissione abusiva. Oggi
che le BR sono tornate a colpire, chiediamo unità nella lotta al
terrorismo. L’odio
politico circonda la società: bisognerebbe cercare nella curva del Livorno, che fischiava il minuto di silenzio
con cui Domenica anche il calcio ha voluto ricordare Emanuele Petri,
oppure dobbiamo pensare che ci sia un gruppo eversivo di estrema destra
anche in seria A e in serie B, nella Lega Calcio e nel CONI? Bisognerebbe
cercare in quei centri sociali che fanno dell’aggressione ancora oggi
l’unica attività politica oppure nelle aule delle università che
ospitano in convegni uno degli assassini di Sergio Ramelli, assassini
individuati ma mai condannati. Bisognerebbe
cercare nelle giunte rosse della Toscana, che pochi giorni fa hanno
celebrato l'anniversario della morte di Giuseppe
Stalin, uno dei più grandi criminali della storia dell'umanità, quello
stesso Stalin che è il riferimento morale ed ideologico delle Brigate
Rosse, vecchie o nuove che siano. Per
cui lasciamo a chiunque abbia attaccato quei manifesti di ricordare chi è
morto a vent’anni per la sua libertà, come è morto Dantona, come è
morto Marco Biagi e come è morto l’agente Petri uccisi dallo stesso
odio e dalle stesse mani. Chi non è d’accordo è moralmente un
brigatista rosso. Il
Coordinatore Regionale
(GianfrancoTurino)
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