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Breve Storia di Crotone

(a cura di Luigi Bottiglieri)

Ci accingiamo a tracciare le linee guida della plurimillenaria storia della nostra città, consci di non potere illustrare dettagliatamente tutti gli avvenimenti che la hanno condotta dal periodo ellenico ai giorni nostri. Possa essere questa nostra pagina uno stimolo al lettore affinché possa da solo approfondire le proprie conoscenze al riguardo della città di Crotone.

Secondo la mitologia greca Eracle (Ercole per i romani),  durante uno dei suoi epici viaggi, si trovò ospite nella odierna Calabria presso il suo fraterno amico Kroton. Una notte Kroton si destò dal sonno a causa di un rumore sospetto e, temendo per la vita dell’amico Eracle, andò a controllare; anche Eracle udì lo stesso rumore e, vedendo un movimento sospetto dietro un cespuglio, non esitò a colpire quell’ombra…

Si trattava, purtroppo, di Kroton che perlustrava la zona…

Eracle, addolorato per la morte dell’amico, volle fondare in quella zona una città che portasse il suo nome e rendesse immortale il suo ricordo e tra la foce del fiume Esaro ed il promontorio Lacinio sorse Kroton….

La storia non ha datato con precisione la fondazione di Kroton, avvenuta nel 743 A.C. o nel 710 A.C. ad opera di alcuni coloni achei e corinzi, guidati probabilmente dall’ecista Miscello.

La polis visse un periodo di splendore ed espanse i suoi domini da Punta Alice fino al fiume Sagra.

Kroton fu celebre per i suoi medici tra cui ricordiamo Democede (a cui si deve, forse, la scelta di Pitagora trasferirsi a Kroton, dopo averlo conosciuto a Samo) ed Alcmeone, il quale introdusse la sperimentazione trasformando la medicina, che fino ad allora era contaminata da magia e superstizione, in una scienza.

Quando si parla di Kroton non si possono tralasciare i suoi atleti ed in particolare Milone; una leggenda narra che partì dalla Polis jonica con un vitello addosso e giunse ad Olimpia  con un toro sulle spalle destando meraviglia e clamore, stravincendo i Giochi Olimpici…..

Dopo una coesistenza iniziale relativamente pacifica, tra le città magnogreche verso la metà del VI secolo a.C. iniziarono le discordie, che riproducevano a distanza lo scontro tra Atene e Sparta. Nel 560 Kroton e Locri iniziarono una guerra decennale che si concluse con la battaglia della Sagra, che vide la vittoria dei Locresi, sostenuti da Sparta. Dopo l'arrivo di Pitagora, Kroton mosse contro Sibari, fino ad allora sua alleata. Nel 510 a.C. ci fu una delle più grandi battaglie dell'antichità, nei pressi del fiume Trionto. Si trovarono di fronte 100.000 guerrieri armati dai Crotoniati, guidati dal leggendario atleta Milone, contro quelli dei Sibariti che li superavano per tre volte. La vittoria arrise a Kroton, che volle cancellare per sempre l'odiata rivale. E dopo settanta giorni di saccheggi venne deviato, sembra su idea di Pitagora, il corso del fiume Crati i cui flutti fecero sparire Sibari per sempre.

Un capitolo a parte merita Pitagora di Samo: politico, filosofo, matematico, musicista…un personaggio così complesso, così caratterizzante da catalizzare verso di se l’attenzione di tutti, capace di accendere gli animi e divenire l’uomo più amato e, successivamente, più odiato di Kroton.

Pitagora nacque a Samo nel 572 A.C. Il padre fu un bravo tagliatore di pietre preziose, sufficientemente agiato per potere pagare al figlio, ragazzo intelligente e studioso, eccellenti maestri, i migliori cervelli del tempo: il musicista e poeta Ermodame, suo concittadino, gli scienziati Talete ed Anassimandro, entrambi di Mileto, il filosofo moralista Biante di Priene e, soprattutto, Ferecide di Siro, mitografo e naturalista, un autodidatta formatosi (pare) su testi fenici, con il quale il nostro si accompagnò per sei anni, viaggiando da un'isola all'altra dell'Egeo e visitando i grandi centri commerciali dell'Asia Minore.

Trasferitosi nella polis dell'amico Democede, Pitagora ed i suoi discepoli conquistarono il potere politico della città costituendo un governo elitario di espansione culturale: in pochi anni si consolidarono governi pitagorici in molte poleis magnogreche costituendo una vera e propria federazione fra città-stato con capitale Kroton, come risulta da numerose monete coniate fra il 480 e il 450 A.C.

Giunta al massimo della sua egemonia politica e culturale, Kroton fu travolta da una serie di conflitti sociali che sfociarono nella sanguinosa rivolta guidata da Cilone durante la quale molti pitagorici furono trucidati e lo stesso Pitagora dovette fuggire da Kroton e riparò a Metaponto.

L'effetto fu terribile: stragi e persecuzioni di pitagorici in tutte le poleis italiote.

Caduto il governo pitagorico, Kroton visse un periodo di decadenza.

Costituì, con Metaponto e Caulonia, la Lega Italiota per difendersi dagli attacchi delle popolazioni lucane ma il pericolo giunse dal sud: nel 405 A.C. divenne tiranno di Siracusa Dionisio I che, nel 383, sconfisse  la federazione in una sanguinosa battaglia.I romani conquistarono Kroton nel 277 A.C.

Durante la seconda guerra punica Annibale vi tenne i suoi accampamenti invernali per tre anni e di qui si imbarcò per l'Africa nel 203. Nel 194 A.C. vi fu dedotta una colonia romana.

Nel Medioevo Crotone fu sede di un presidio bizantino e nel 1284 fu concessa dagli Aragonesi ai Ruffo di Catanzaro. Carlo V le concesse ampi privilegi, ne fece restaurare il castello e ne potenziò il porto.

Gravemente decaduta nei sec. XVII e XVIII per lotte politiche e malaria, saccheggiata dalle bande del cardinale Ruffo (1799), fu poi presa e spogliata dai Francesi nel 1806 durante la rivolta popolare nota come Vandea Italiana, l'eroica resistenza calabrese al dominio di Giuseppe Bonaparte.

La scintilla scoccò a Soveria Mannelli, un villaggio della presila. Era il 22 marzo, secondo giorno di primavera e, secondo la tradizione, il francese che comandava il drappello che presidiava il borgo insidiò una bella e giovane donna del luogo. Alle grida della donna, accorsero i paesani guidati da un contadino, Carmine Caligiuri, e i quattordici francesi del drappello vennero massacrati. Da Soveria, l'insurrezione si diffuse come un fiume in piena in tutti i comuni vicini. A nulla servì che i francesi intervenissero in modo spietato, bruciando i villaggi e impiccando i rivoltosi. Nel frattempo Pedace, Martirano, S. Eufemia, Scigliano, Savelli, Longobucco e tanti altri si sollevarono. Amantea venne occupata da Frà Diavolo, noto come brigante, ma che in realtà fu un abilissimo ufficiale fedele al Regno delle Due Sicilie. A Maida il 4 aprile i Francesi furono sconfitti dai rivoltosi, sostenuti da truppe inglesi. Non paghi di avere compiuto massacri ad Acri e Crotone, i Francesi si scatenarono con violenza inaudita e la guerra, da ambo le parti, fu efferata e senza quartiere. Tra gli occupanti si distinse soprattutto il generale Manhes, la cui violenza è rimasta proverbiale. Il 31 luglio vi fu la proclamazione dello stato di guerra nella Calabria. Si tratta di uno dei pochi provvedimenti formali nella storia dell'umanità, per legittimare le azioni di ferocia inaudita che i Francesi inflissero alle popolazioni della Calabria.

Il XIX secolo riservò a Crotone un ruolo minoritario, da ricordare lo sbarco e la cattura, da parte dei borbonici, dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera nel 1844 durante il Risorgimento.

Durante il Fascismo furono rilanciati i trasporti( strade statali, porto e ferrovia) e la grande industria ed il boom economico degli anni cinquanta fu avvertito fino alla fine degli anni settanta.

Gli anni ottanta segnarono la fine della stagione della grande industrializzazione ed in attesa del rilancio turistico Crotone divenne provincia nel 1994.

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