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La sceneggiata non è ancora finita!  Anche se gli attori protagonisti sono fuori scena, o forse non ci sono mai entrati, ecco che le piccole comparse cercano i classici cinque minuti di popolarità. Ed in tal modo anche un fenomeno come la globalizzazione ed il drammatico G8 di Genova vengono trasformati dai figuranti crotonesi in una farsa bella e buona.

Siamo stati costretti ad assistere alla pantomima del Kroton social forum, che si è trasformata in una patetica passerella dove, invece di cercare un dibattito sulla globalizzazione, si è continuato lo sforzo di beatificare Carlo Giuliani, che, giusto per rinfrescarci la memoria, è morto cercando di uccidere un carabiniere con un estintore. La morte di un ragazzo è sempre un evento drammatico, che ci dovrebbe spingere a riflettere, che dovrebbe essere circondata dal silenzio del dolore, ma che certo non può costituire il palco da cui lanciare i propri proclami politici.

Ma chi sono codesti corvi malefici? Chi sono queste anime così nobili da rimanere talmente turbate da sentire l’obbligo morale di esternare il proprio dolore?

Sono gli stessi che hanno creato la tensione preG8, hanno caricato l’ambiente di rabbia, hanno portato le giuste persone in piazza (da una parte quelli in buona fede, la maggioranza, dall’altra i gruppi più violenti dell’estrema sinistra) hanno ottenuto il proprio martire, ora hanno la loro giusta vetrina politica, tramite la quale piangere lacrime di coccodrillo.

Ma la buffonata raggiunge toni da commedia dell’arte, quando alcuni consiglieri comunali dell’opposizione si presentano in consiglio comunale con il lutto al braccio. Vergogna!

Gli avvoltoi della politica girano intorno al cadavere del povero Carlo, per strappare gli ultimi lembi di notorietà. Ridicoli!

Rimango veramente colpito dalla sensibilità dei consiglieri di sinistra, che non hanno mai sprecato una parola per tutti quei ragazzi morti per strada, in discoteca o da qualsiasi altra parte, ma su queste morti non si può speculare, su di loro non si possono costruire teoremi politici, su di loro non si possono accendere gli animi contro il solito trito e ritrito fascismo. No questi ragazzi non meritano ricordi, non meritano fasce a lutto, non meritano attenzioni.

E allora cari compagnucci sarebbe meglio mettere la parola fine a questa commediola, che ha drammaticamente portato un ragazzo di 20 anni a sparare ad un suo coetaneo e davanti a questo gesto non c’è Destra e non c’è sinistra, non c’è Fascismo o antifascismo, ma ci dovrebbe essere solo il silenzio della riflessione, in modo tale da evitare che questi gesti si ripresentino.

Ma la maturità non è cosa da tutti, anche l’amico Filippo Sestito, che ricordavo equilibrato e serio, si lascia andare nelle sue farneticanti esternazioni antifasciste e “pacificamente democratiche”; sarà l’effetto della nuova setta religiosa: i testimoni di Genova, che bussano alle nostre porte negli orari più impensati annunciandoci che il Fascismo è tornato con tutto il suo bagaglio di manganelli e squadristi, e che Berlusconi altro non è che l’incarnazione di Mussolini e Pinochet.

Siamo stanchi!

Le favolette da bambini non convincono più nessuno, soprattutto quando a raccontarle sono sempre gli stessi, soprattutto quando i buoni sono sempre di sinistra e i cattivi di Destra.

Anche le minacce non ci spaventano, volete ricorrere alla piazza, volete nuovamente ritornare agli anni 70, ma il tempo passa per tutti e anche i vostri capi non sono altro che il ricordo sbiadito dei militanti dei movimenti operai o studenteschi del passato.

Aspettiamo con ansia l’arrivo di Agnolotto a Crotone, non per ascoltare le sue farneticanti parole di finto pacifista, ma per chiedergli la verità, per sapere, da chi nel passato era leader di avanguardia operaia, i cui militanti hanno ucciso a sprangate Sergio Ramelli, diciannovenne militante del Fronte della Gioventù, con cosa ha lavato la propria coscienza e soprattutto come ha rinnegato il proprio passato per ricostruirsi questa sua verginità politica. Portateci anche Casarini, il capo delle tute bianche, così ci potrà spiegare nei particolari come si sfascia un bar di Destra, poiché questa è una delle sue esperienze da pacifista (Padova Febbraio ’99) e non è la sola. Portateci anche don Gallo che c’insegnerà come i preti possano mentire, visto che ha definito la morte di Carlo Giuliani come un “agguato della polizia”. Certo è che se questi sono i leader del movimento che l’amico Sestito vanta nella propria intervista, possiamo stare tranquilli, altro non sono che una patetica combriccola di insoddisfatti e frustrati che cercano nel movimentiamo un modo per ridare senso alle loro penose vite.

Il nostro tempo sta cercando persone serie con cui costruire il nostro futuro, ora sappiamo sicuramente dove non dobbiamo cercarle. Meditate compagnucci, meditate.

 

 

 

         Gianfranco Turino

 

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