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Gianfranco Fini incontra la figlia dissidente di Fidel e assicura l’impegno del governo italiano durante il semestre europeo

L’Ue difenderà i diritti dei cubani

Alina Fernandez: con Castro non funzionano né il dialogo né le sanzioni, non restano che le pressioni

 

DÉSIRÉE RAGAZZI

ROMA. Troppe violazioni dei diritti umani. Troppe crimini impuniti. Troppi giornalisti, dissidenti, studenti, marciscono nelle carceri fatiscenti di  Cuba, rei di non pensarla come il dittatore.Il regime di Fidel Castro non perdona. Il dissenso non è ammesso.Ma Cuba non è Fidel. Ed ha bisogno di libertà e dell’appoggio dell’Europa per ritrovare la democrazia. Alina Fernandez Revuelta, la quarantasettenne figlia dissidente del dittatore è in Italia per far sapere come si vive e si muore a Cuba per reati di opinione. E per chiedere a gran voce al governo italiano, che guiderà per sei mesi l’Europa, di «trovare il modo di esercitare pressioni diplomatiche» su Fidel Castro, il padre che non l’ha mai riconosciuta e con il quale ha rotto tutti i ponti da oltre dieci anni. Un appelloche non cade nel vuoto. Gianfranco Fini, la incontra a Palazzo Chigi. Ascolta attento le sue richieste. La situazione è drammatica e non va as-solutamente sottovalutata. Il vicepremier non usa mezze parole: durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue, verrà tenuta alta la guardia per la difesa dei diritti umani e della dignità delle persone a Cuba. Non solo, ma anche che tutte le sedi Ue applicheranno una condanna morale dei regimi che violano la dignità e la libertà delle persone. Fini va oltre, e garantisce che darà anche ampio risalto alla questione della moratoria delle esecuzioni in vista della presentazione della risoluzione all’Assemblea generale dell’Onu nel settembre prossimo. All’incontro è presente anche il parlamentare di An Andrea Ronchi e il segretario generale dell’associazione «Nessuno tocchi Caino», Sergio D’Elia, che proprio due giorni fa ha presentato un ampio rapporto sulla pena di morte nel mondo. Per Alina Fernandez e per i dissidenti cubani che l’accompagnano è una lunga giornata.

Un bel viso dalla pelle color ambra incorniciato da capelli corvini raccolti in uno chignon, Alina ha lo sguardo fiero. Da dieci anni è esule con la figlia negli Stati Uniti ed oggi risiede a Miami,in Florida, dove conduce un programma radiofonico quotidiano su questioni cubane e cubano-americane. E dove, dopo un periodo come modella, nel 1998 pubblicò la sua vita straordinaria all’ombra di Castro in un libro diventato un best-seller negli Usa. Alina è ricevuta in Parlamento.

«Credo che, dopo l’ultima ondata di repressioni contro i dissidenti cubani, incompleto isolamento e in terribili condizioni sanitarie. «Parlare con il regime cubano non è accettabile: abbiamo visto che con Castro non hanno funzionato né il dialogo né le sanzioni, non rimane quindi che la strada delle pressioni diplomatiche. Non quelle economiche che finiscono per danneggiare solo il popolo». Toccante è la testimonianza di Blanca Gonzalez, madre di un giornalista cubano che sta scontando una condanna a 25 anni di galera per i suoi articoli contrari al regime. «Mio figlio – raccontamento italiano - assicura  è concretamente vicino alla vostra lotta contro la dittatura che è la sola responsabile delle sofferenze del popolo cubano. Io credo che l’Europa farà sentire la sua voce perché si arrivi a un radicale cambiamento della situazione attua-le». La delegazione cubana è ricevuta anche dal presidente della Commissione Esteri Gustavo Selva, al quale illustra le iniziative che la dissidenza sta conducendo per il riconoscimento delle libertà democratiche calpestate nell’isola. Selva, dal canto suo, ricorda che il Parlamento italiano ha dincontra Alina Fernadez. Durante l’incontro sono concordati i punti salienti di un accordo che verrà siglato tra i giovani di Destra e il portavoce in Italia dei dissidenti cubani Joele Rodriguez, venerdì a Napoli alla presenza di Maurizio Gasparri. «Ci siamo impegnati a far maggiormente conoscere in Europa la situazione cubana - dicono i giovani dirigenti di An – a fare pressioni affinché nessuno sostenga più il regime di Fidel, ma anche ad aiutare i cubani rimasti sull’isola a capire l’importanza della democrazia». Giorgia Meloni spiega che annunciato più volte, attraverso mozioni e risoluzioni, il carattere dittatoriale del regime cubano e le violenze contro l’opposizione. E su richiesta della signora Gonzalez assicura che interverrà con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, perché nell’agenda dei colloqui dei suoi prossimi incontri con il presidente George Bush, previsti il 20 e il 21 di questo mese nel Texas, sia inserita la questione dei diritti umani violati a Cuba. Tante ditte italiane, però, fanno affari con Cuba viene ricordato a Selva. «Credo – risponde «alcune associazioni di volontariato a noi vicine si stanno già muovendo per far arrivare all’Avana medicinali e aiuti alle famiglie dei dissidenti cubani perseguitati dal regime. Apriremo presto una raccolta nazionale». «Pochi mesi fa - concludono

Grillo e Donzelli - il Partito dei comunisti italiani aveva firmato un accordo con cui si dichiaravano rappresentanti politici in Italia del regime di Castro, noi a Napoli ci impegneremo ad essere ambasciatori europei di libertà a Cuba».

(mercoledì 9 Luglio 2003)