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Manifestazione di studenti per il corso di laurea in Scienze del servizio sociale
In difesa dell'Università


Ambrogio Ryllo

L'Università non deve essere chiusa, anzi essa va difesa e migliorata con servizi di qualità. Ed ancora: occorre pensare, per il corso di Scienze dei servizi sociali ad un progetto decennale e ad un'offerta formativa adeguata lontana dai giochi politici. Sono queste in sintesi le rivendicazioni che il comitato studentesco del corso di laurea in Scienze dei Servizi sociali ha rivolto alle istituzioni. Ieri mattina gli studenti universitari del polo didattico crotonese sono scesi in piazza. Tante le voci che si sono levate a difesa del polo universitario che rischia di essere quantomeno dimezzato per la paventata chiusura del corso di laurea in Scienze dei servizi sociali dopo il blocco delle immatricolazioni per l'anno accademico 2003/ 2004 da parte dell'Università della Calabria (Unical). E per scongiurare la cancellazione del corso di laurea in Scienze dei servizi sociali, il movimento studentesco si è organizzato e ha costituito un comitato che ieri mattina si è riunito in piazza della Resistenza. Gli studenti hanno chiamato alla mobilitazione i cittadini invitandoli a firmare una petizione (in una settimana sono state raccolte circa 800 adesioni) per bloccare la chiusura del corso universitario. L'obiettivo lo hanno scritto nero su bianco su un volantino-manifesto distribuito ai passanti. Nel loro documento si sottolinea la necessità di mantenere in vita un'istituzione «veicolo di cultura e di duraturo sviluppo economico». La manifestazione è stata appositamente organizzata nello stesso giorno in cui s'è tenuta una riunione tra i soci del Consorzio (Regione, Provincia e Comune). Alla manifestazione hanno aderito anche i movimenti giovanili di alcuni partiti (c'erano i giovani Udc, di Azione giovani, di Forza Italia giovani e della Sinistra giovanile). I rappresentanti dei movimenti poltici su una cosa hanno concordato: in questa battaglia per l'Università vanno evitate la strumentalizzazioni politiche. L'intento insomma è quello di lottare insieme, da semplici cittadini per difendere l'istruzione universitaria. Questo è quanto emerso anche dai commenti del manifestanti. Rosalba Parise, 35 anni, iscritta al II anno del corso di laurea di Scienze dei servizi sociali s'è rivolta alle istituzioni locali invitando Comune e Provincia a non rompere il legame con l'Università della Calabria. La studentessa poi ha difeso la posizione dell'Ateno cosentino nella questione: «L'Unical aveva chiesto che il Polo didattico crotonese si adeguasse ai requisiti minimi prescritti per l'accreditamento ministeriale del bollino blu». «I requisiti – ha aggiunto – sono un corpo docente stabile formato da sette docenti fra ordinari e ricercatori, la qualità della didattica, un buon rapporto fra numero degli iscritti, docenti e servizi offerti». Iole Madarena, ventiquattrenne iscritta al III anno di Scienze dei servizi sociali ha ribadito l'importanza del lavoro dell' assistente sociale nei settori privato e pubblico e ha invitato a riflettere sul fatto che «in relazione alle richieste di iscrizione al corso forse immatricolano meno studenti rispetto alla disponibilità effettiva dei posti». Anche i genitori, naturalmente sono interessati alle sorti del polo universitario. Caterina Pedullà, 47 anni, ha due figli che sono iscritti al polo didattico: ha una figlia che frequenta il corso di Servizi sociali, ed un figlio iscritto al corso di laurea in ingegneria gestionale: «L'università – ha osservato – è una grande occasione per la città, soprattutto per chi non ha la possibilità di pagare gli studi ai propri figli in altre sedi universitarie». «Infatti – ha aggiunto – mio marito è cassintegrato dell'Eni. Dobbiamo badare all'interesse dei crotonesi e non a interessi particolaristici».

(sabato 9 agosto 2003)