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CUBA LIBERA DAL COMUNISMO Personalmente
ritengo la parte più bella della giornata quella dedicata alla lettura
dei quotidiani, con particolare attenzione alla stampa locale. Mi è
sempre piaciuto, appena sveglio, sfogliare le pagine dei giornali freschi
di stampa: leggere le notizie nazionali ed estere e poi soffermarmi sulle
pagine riguardanti la nostra città e la nostra provincia. Spesso, però,
questo piacere viene, diciamo così, rovinato dalle dichiarazioni
inconsulte e fuori luogo di alcuni personaggi in cerca d’autore che sono
costretto a leggere in queste pagine. Non ultimo il “comunicato
stampa”dei giovani comunisti che attaccava veementemente un manifesto di
Azione Giovani contro Fidel Castro e il regime comunista cubano. Questi
giovani comunistelli hanno avuto il coraggio di dichiarare testualmente
che non si poteva pensare di far “togliere il comunismo da Cuba solo
perché Castro ha fatto fucilare tre dissidenti che avevano dirottato un
battello verso la Florida”! Ma stiamo scherzando? Tralasciando il fatto
che non mi sembra che questo sia l’unico crimine commesso dal regime
castrista, ma non mi sembra neanche possibile poter difendere un
“mafioso” di questa portata. La stessa dichiarazione si commenta da
sola…e il comunismo si rivela, anche in questa circostanza, per quello
che è: una stupida utopia usata per gli interessi di pochi (con l’uso
spropositato della violenza) a discapito dei più deboli. Da
sottolineare inoltre che l’intento di Azione Giovani non è
assolutamente quello di far trasformare Cuba in uno stato satellite degli
Stati Uniti o di far riemergere una nuova dittatura (come invece avrebbero
voluto fare alcuni personaggi con un fazzoletto rosso al collo qualche
anno fa in Italia), ma è quello di far instaurare un nuovo governo,
democraticamente eletto, che garantisca a tutta la popolazione gli stessi
diritti. Le
notizie che arrivano dall’Avana sono feroci ma non scuotono
assolutamente la “fede” dei compagni di casa nostra. Approfittando
dell’attenzione del mondo puntata sulla crisi irachena, il governo
cubano, oltre ad aver messo a morte i tre dissidenti sopra citati, ha
incarcerato un numero imprecisato di oppositori. In tutti questi anni il
regime castrista ha esportato in mezzo mondo guerriglia e terrorismo e,
all’interno, ha sempre esercitato una brutale repressione sui
dissidenti. Anche oggi, incamminato verso un declino inglorioso, non
rinuncia ad impiegare la più cieca ed inutile violenza contro gli
oppositori. Ma
i nostri “democratici” accampati all’ombra dell’Ulivo non si
scuotono per così poco: continuano a sostenere “l’eroico” Fidel
Castro e, nel contempo, condannano fermamente la pena di morte in ogni
luogo e per qualunque motivo. Insomma duri, puri e anche un po’
gaglioffi, perché pensano di mettersi in pace con la coscienza
condannando (a parole) la pena di morte nel mondo, ma senza distinguere
tra chi viene giustiziato perché, ad esempio, è colpevole di stupro o di
omicidio e chi viene mandato a morte solo perché è oppositore di un
regime comunista. I regimi comunisti, a quanto sembra, quando uccidono,
sono sempre più giustificabili, hanno sempre un attenuante in più, sono
comunque meritevoli di comprensione. E quando queste cose vengono fatte
notare e sottolineate a più riprese, ecco che si comincia a snocciolare
un interminabile elenco di dittatori e torturatori latinoamericani, la cui
esistenza in vita legittimerebbe, ai loro occhi, qualunque eccesso del
marxismo castrista. “Non si può condannare Cuba fintanto che esistono
gli altri!” Con questa logica la sinistra italiana copre i crimini del
comunismo cubano che da anni opprime un intero popolo, ridotto in miseria,
passato da un fallimento all’altro e spinto, nell’indifferenza del
regime, alla prostituzione e allo sfruttamento sessuale dei minori. Con
questo stesso spirito la sinistra italiana ha celebrato la Liberazione.
Senza pudore, i sodali politici e morali di spietate dittature
internazionali, in Italia, si ergono a maestri di libertà. Su un
manifesto comunista di qualche mese fa si leggeva: “25 aprile: un giorno
lungo una storia. La nostra”……gran brutta storia, mi andrebbe di
aggiungere. Un passato tragicamente orribile ed un presente
malinconicamente penoso. Ma sempre e ovunque la stessa, identica
personalità omicida, la stessa ributtante impostura e la costante ottusità
mentale. Anche di fronte ai miti che crollano ed alle brutalità più
infami.
Il Presidente del Circolo di AG “Sergio
Ramelli” di Crotone
(Daniele Caroleo)
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