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Egr. Direttore,

ci sono tanti motivi che spingono un ragazzo a impugnare la tastiera del suo computer per scrivere una propria riflessione su quanto visto o vissuto, ma mai come questa volta è il disgusto per quello che è successo nel consiglio comunale di Lunedì 31 Marzo, a spingermi in questa riflessione.

L’ultimo Consiglio Comunale doveva deliberare il Bilancio, documento essenziale per la vita di un comune. Ci aspettavamo la solita pantomima: la maggioranza che difendeva il documento economico e l’opposizione che elencava le malefatte degli amministratori. Solito argomento solito copione… ed invece l’evento che non ti aspetti: delle mamme di ragazzi disabili vengono a protestare per il mancato rispetto dei diritti dei figli, l’accusa è: non ci sono abbastanza fondi per l’assessorato alle politiche sociali.

Scoppia la bagarre, le mamme si incatenano, bloccano il consiglio comunale, gridano la loro protesta. La mia prima reazione è quella di andare ad incatenarmi con loro, guardo i nostri consiglieri comunali, guardo l’opposizione e comincia il disgusto.

Alleanza Nazionale fa immediatamente una proposta per aumentare i fondi attribuiti alle strutture per i disabili, tiro un sospiro di sollievo, la soluzione è vicina, ed invece No. Perché?

Perché i soliti sciacalli della politica non possono perdere la ghiotta occasione, non possono riflettere se la proposta di AN sia buona o meno, non presentano una soluzione. No! Hanno già avvistato la loro carogna e la loro fame dei famosi cinque minuti di celebrità li fa diventare ciechi e sordi.

Il consigliere La Porta si incatena con le donne, il predicatore Mercurio comincia a lanciare i propri anatemi contro il sindaco. Ascoltiamo con attenzione in attesa che o sposino la proposta di Alleanza Nazionale oppure propongano un emendamento al bilancio, una soluzione, un’idea. Quanto tempo abbiamo sprecato in questa attesa inutile.

Intanto la squadra dei giustizieri sociali si ingrandisce, i consiglieri Murano e Persiano fanno i loro pessimi interventi, cercando forse di spostare le luci del palco su di loro, ma La Porta e Mercurio sono i veri protagonisti del film che stiamo vedendo.

Non abbiamo ascoltato nient’altro che accuse, grida, slanci di retorica, anche la dott.ssa Megna, dopo due anni di mutismo assoluto in consiglio comunale si lancia nel suo primo intervento (mai cotanta attesa fu così mal ripagata).

Continuano per ore a strumentalizzare senza argomentazioni e con accuse false il dramma vero di quelle famiglie, ma senza mai arrivare ad una proposta, ma riuscendo a servirsi di un problema che sicuramente non ha colore politico, fanno un tale ed inutile baccano che anche i loro colleghi d’opposizione cominciano a stancarsi e a dissociarsi.

E alla fine il dramma si trasforma in farsa, se il problema non fosse realmente così serio potremmo tranquillamente trasformare il verbale del consiglio comunale in un copione per una ridicola commedia teatrale, neanche il grande Eduardo avrebbe mai pensato ad un finale così pieno di rocamboleschi eventi da scompisciarsi dalle risate.

L’ultimo intervento prima del voto è di La Porta, che, libero dalle catene (perché l’ha fatto?) si lancia in un esercizio di retorica senza nulla dire e pensare ed alla fine l’unica cosa che si capisce è la sua dichiarazione di voto: chiaramente contrario.

Ma non finisce qui.

Prima di cominciare a votare siamo costretti ad assistere alle fantomatiche dichiarazioni di voto, per regolamento deve parlare uno per gruppo a meno che un consigliere comunale non si dissoci dal voto espresso dal proprio partito. A questo punto l’escalation di risate raggiunge il suo culmine: per i DS parla il capogruppo il dott. Caiazza, il vecchio volpone non può consentire ad un pianeta qualsiasi di parlare per la sinistra, ma Mercurio ci rimane male, poverino, voleva terminare il suo spettacolo da protagonista, il figlio segreto di Pippo Baudo si inventa un finale a sorpresa: si dissocia dal suo gruppo.

Vota a favore del bilancio?

Assolutamente No!

Si astiene?

Assolutamente No!

Ed allora?

Deve parlare, non può consentire ad un altro di chiudere la polemica, non può consentire ad una qualsiasi comparsa di rubargli la scena, e no, lui è lo showman, e quindi in barba a tutti i regolamenti e nel completo disprezzo dell’assise più importante della città, il mega-direttore d’orchestra si lancia in un assolo che farebbe tremare anche… le formiche.

Alla fine ci alziamo, convinti che sia tutto finito, ma the show must go on, non può finire così…

E La Porta?

È aperta ! come la sua bocca, non sa che dire, ha già fatto la propria dichiarazione di voto, ha già parlato, ma non può consentire che dopo essere stato incatenato venga fregato dall’elegante Mercurio, e quindi?

Si dissocia pure lui dal suo gruppo, ma lui è il capogruppo, anzi lui è il gruppo, visto che è l’unico rappresentante del suo partito, si mette in minoranza da solo. Non si capisce più niente, ci viene solo da ridere.

La storiella è stata lunga, forse noiosa e non è nemmeno tale da raccontarla ai bambini prima di addormentarsi o da ricordarla nel tempo, forse diventerà una barzelletta per ridere davanti un bicchiere di vino.

Non ci sono eroi, ne buoni o cattivi, ma solo maldestri nanetti della politica che per cinque minuti di popolarità sarebbero disposti anche a stringere la mano al diavolo in persona.

Ed intanto, per noi, il cielo è sempre più blu.

 

Gianfranco Turino

 

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