Spiacente, il tuo browser non supporta Java

via Panella 39 - 88900 Crotone tel e fax 096224286 E-mail   crotone.ag@virgilio.it

 

 

 

 

 

CIRCOLI

CROTONE

DOCUMENTI

RASSEGNA STAMPA

APPUNTAMENTI

FOTO

FORUM

CHAT

BIBLIOTECA

MUSICA ALTERNATIVA

LINK

 

Per gli studenti universitari in giurisprudenza, l’iter prima era più o meno così: quattro anni di studi, (quando tutto andava bene), due di tirocinio, i fatidici giorni dell’ esame di stato e la partenza ad una lunga ed estenuante carriera professionale.

Ora, dopo quattro anni di studi, quindi di sacrifici, di ansie e due anni di praticantato (che significa lavoro a tutti gli effetti, spesso senza alcuna retribuzione) gli aspiranti avvocati dovranno sostenere l’esame di stato con regole del tutto nuove.

Il Consiglio Nazionale Forense, infatti, già dalla prossima sessione d’esame ha previsto uno “stravolgimento” delle regole in uso.

Il decreto legge prevede che la sede per le prove di abilitazione scritta sia quella dove si è svolta la maggior parte della pratica,  il divieto di utilizzare i codici commentati, la preselezione informatica dei candidati, (come già avviene per magistrati e notai) e l’abbinamento delle commissioni d’esame alle sedi attraverso sorteggio ( per fare la prova orale, un candidato di Messina potrebbe andare, se sorteggiato, anche a Udine).

Tutto ciò potrebbe sembrare una semplice riforma se non fosse che queste regole verranno attuate a partire dall’entrata in vigore della legge.

Sottoporsi ad un esame è di per sé una tensione quando le regole sono già ben rodate e cosa succederebbe a coloro i quali si troverebbero a sostenere una prova tanto importante senza avere la ben che minima certezza? Si avrebbe il caos.

Le regole del gioco, in genere, si decidono prima e non durante!

Ci si chiede perché aggiungere ansia all’ansia. Non si parla, infatti, di un concorso per ottenere un posto di lavoro, ma di un esame di accesso alla professione di avvocato dove la fiducia, la professionalità sono le qualità essenziali per un professionista che vuole fare carriera.

Oltre a questo il bisogno di rendersi indipendenti, soprattutto nelle regioni meridionali, è ancor più una chimera. Non c’è spazio per i giovani, che spesso vengono sfruttati; le risorse delle famiglie sono sempre minori e adesso anche un esame molto più oneroso. Perché non studiare una legge che favorisca l’immissione nel mondo del lavoro come viene sancito dall’articolo 4 della Costituzione?

Azione Giovani si sta adoperando a livello nazionale per evitare che il decreto Castelli venga convertito in legge con la consegna in Commissione Giustizia dell’unico atto ufficiale in opposizione.

Si sta altresì attivando per una manifestazione di protesta di fronte a tutti i tribunali d’Italia.

L’invito è rivolto a tutti coloro che vorranno parteciparvi. Per una raccolta di firme , per un volantinaggio e/o per avere maggiori informazioni mandare un fax al numero 0962/23667 o in alternativa scrivere un e-mail ag-calabria@virgilio.it.

 

Il Coordinatore Regionale

Gianfranco Turino

 

< INDIETRO