Si è tenuta dal 26 al 30 maggio ad Atene l’ottava conferenza annuale dell’Associazione Donne della Regione Mediterranea sul tema "Ambiente mediterraneo: la prospettiva delle donne". Tema di grande importanza, considerando il degrado ambientale e i pericoli per l’ambiente esistenti nella regione, a cui si stanno aggiungendo tragicamente gli effetti della guerra in atto nei Balcani.
Obiettivo della conferenza era di esaminare la realtà odierna con riguardo alla protezione dell’ambiente nel Mediterraneo e cercare di formulare proposte ed avviare azioni comuni per liberare la nostra Regione dall’inquinamento, per fermare la sfrenata distruzione ambientale, per salvaguardare terra, aria ed acqua intorno a noi e per ottenere misure in direzione di uno sviluppo urbano sostenibile.
Nello stesso tempo, le partecipanti hanno potuto aggiornarsi reciprocamente sulla situazione politica attuale nei loro rispettivi paesi: la solidarietà e la comprensione resta infatti uno dei principali obiettivi dell’Awmr.
La conferenza si è sviluppata seguendo un itinerario di discussione a cui hanno partecipato donne provenienti da 16 paesi dell’area, articolato in sessioni plenarie di analisi e workshop in cui si sono approfondite le tematiche relative al rapporto fra ambiente e sviluppo economico, all’equilibrio ambientale come valore sociale, agli agenti inquinanti a cominciare dalla guerra fino ai rifiuti industriali.
Di "modi differenti di guardare ai problemi ambientali da parte delle donne" hanno parlato la geografa Jenny Williams e la giornalista italiana Carla Ravaioli (presente dall’Italia insieme a Mirella Converso, Ada Donno e Marina Visciòla, della sezione italiana dell’Awmr).
Proposte concrete di azione sono venute da diverse partecipanti, fra cui l’ambientalista francese Solange Fernex.
L’emergenza della guerra di Jugoslavia ha inevitabilmente attraversato l’intera conferenza ed è stata oggetto di un intenso confronto fra le partecipanti. Particolarmente appassionato l’intervento di Margarita Papandreu, presidente del Kede, istituto greco di ricerca per la pace, che ha anche preso parte alla marcia contro la guerra per le strade di Atene e davanti al palazzo del Parlamento, a cui spontaneamente hanno dato vita nella giornata di sabato 29 le stesse partecipanti, in seguito alle notizie dei bombardamenti particolarmente pesanti effettuati nella notte di venerdì su Belgrado.