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AWMR Italia - Associazione Donne della Regione Mediterranea

AWMR - 4a Conferenza Internazionale
Salute nel Mediterraneo
Malta 20-23 luglio 1995

A Malta, dal 20 al 23 luglio 1995, si è ripetuto per la quarta volta l'appuntamento estivo dell'Associazione donne della regione mediterranea, con la conferenza La salute nel Mediterraneo.

Vi hanno partecipato una cinquantina di donne provenienti dai diversi paesi dell'area mediterranea. Oltre alle fondatrici e socie dell'Awmr, molte nuove presenze, fra le quali: le maltesi Moyra Mintoff, socia onoraria, e Myriam Spiteri Debono, presidente della Lega donne laburiste di Malta, Aicha Belarbi dell'Università di Rabat, la francese Solange Fernex di Greenpeace, la bosniaca Marjana Senjak psicologa di Medica Zenica, Yvonne Deutsch delle Donne in nero di Gerusalemme, la giornalista marocchina Amina Barakat, Roni Ben Efrat redattrice della rivista israeliana Challenge.
Dall'Italia hanno partecipato Ada Donno, Elena Del Grosso dell'Associazione Orlando e Cesarina Asioli di Spazio pubblico di donne di Bologna.

Parlando di "Salute nel Mediterraneo" abbiamo cercato di "visualizzare l'iceberg" del malessere, cercando d'indagare non solo la punta emergente - l'allarmante aumento di malattie come il cancro, la Tbc, il colera, le artriti ed i traumi emozionali - ma anche la parte sommersa, dove troviamo le guerre, l'inquinamento, le povertà, le molte forme di violenza, le distorsioni del modo di sviluppo capitalistico unite al perpetuarsi degli schemi oppressivi patriarcali nelle relazioni di genere".

La salute intesa nell'accezione complessiva di stato di benessere fisico, mentale, e sociale, codificata dagli organismi internazionali ed inscritta come diritto umano fondamentale nelle leggi degli stati, resta tuttavia un obiettivo ancora da raggiungere per la maggioranza delle donne (e delle persone in generale) della regione mediterranea.
Le guerre, i conflitti e le violenze, unite alle distorsioni del modello di sviluppo capitalistico, centrato sul profitto privato e sulle leggi del mercato cui vengono subordinati i bisogni umani, e al perpetuarsi degli schemi oppressivi patriarcali nei rapporti fra i generi e nelle concezioni dominanti della sessualità, sono stati individuati come le cause primarie del malessere.

Il prospetto degli argomenti affrontati è stato molto ampio: si è andate dalle tematiche della salute riproduttiva e delle tecnologie genetiche, alle difficoltà d'accesso delle donne ai servizi sanitari, alle mutilazioni sessuali, all'Aids, alla nuova emergenza nucleare.
Il tentativo, insomma, è stato quello di "visualizzare l'iceberg" - secondo l'espressione usata da Yana Mintoff Bland - per capire cosa c'è sotto la parte sommersa della punta emergente dell'allarmante aumento registrato in tutta la regione di malattie come il cancro, la Tbc, il colera, le artriti ed i traumi emozionali: nella parte sommersa della grande massa galleggiante troviamo le guerre, le povertà, gli inquinamenti, i narcotraffici, la criminalità, i razzismi e la crescente violenza contro le donne ed i bambini.

I lavori si sono articolati in cinque sessioni:

  1. La salute è un diritto umano - Prospettiva mediterranea
    Coordinatrice Renee Laiviera (Malta)

    Marti Farha Ammar (Libano/Usa) sottolinea la continuità del percorso fin qui compiuto dall'AWMR, collegando il tema della salute con quello della militarizzazione del Mediterraneo di cui s'è discusso lo scorso anno. Tale militarizzazione ha fatto ulteriori passi avanti, il conflitto nei Balcani si è inasprito; continua a mietere vittime, nonostante gli accordi di Oslo, il conflitto palestinese-israeliano; l'aumento generale delle spese militari continua a sottrarre risorse ai servizi socio-sanitari e all'istruzione; il conflitto sociale all'interno dei paesi si acuisce, le donne ed i bambini sono coloro che maggiormente ne soffrono le conseguenze.
    Noi donne del Mediterraneo dobbiamo reagire e dire con forza il nostro NO a quelli che continuano, siano essi Stati o individui, a compromettere la nostra salute e la stabilità psicofisica nostra e dei nostri figli.

    Solange Fernex (Francia) parla di "mafia nucleare" e lancia l'allarme contro il rinnovarsi dell'emergenza nucleare ed i pericoli di catastrofe globale. Presenta un dettagliato rapporto sulle conseguenze della contaminazione nucleare e sui rischi sempre presenti, siano usate o meno le armi atomiche, di incidenti ("Cernobyl può accadere di nuovo, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo"). Invita perciò le donne a non chiudere gli occhi di fronte alla realtà, per quanto dura, e ad unirsi al movimento che nel mondo si batte per abolire il nucleare.

    Renee Laiviera relaziona su "Donne e violenza in famiglia". La nostra società non può permettere che tante donne, molte delle quali sono madri, subiscano entro le pareti domestiche violenze e trattamenti umilianti, i cui effetti lasciano il segno non solo su di loro ma anche sui loro figli che soffrono insieme a loro ed imparano ad essere aggressivi a loro volta.

    Elena Del Grosso (Italia), parlando di "mito del gene e realtà delle donne" nell'ambito della tematica relativa alla salute riproduttiva, affronta la questione dell'autodeterminazione femminile, sottolineando con forza che il diritto di decidere del proprio corpo spetta alle donne.

    Samira Hamzoui di Tunisi riporta la sua esperienza di medico tra le donne vittime di violenze, cercando le radici di queste nel "bisogno di aggressione" che una società violenta come quella in cui viviamo, fondata sui valori della competizione e del profitto, oltre a quelli ereditati dalla cultura patriarcale, crea negli individui e nei gruppi, contro i più deboli.

    Ada Donno (Italia), collegando la salute alle nuove forme di schiavitù delle donne, analizza alcune forme di sfruttamento del lavoro femminile ed infantile diffuse anche nel "sommerso" dei paesi sviluppati dell'area mediterranea, come l'Italia, legate soprattutto all'immigrazione. Accanto a queste, sono in allarmante aumento fenomeni vergognosi come il commercio degli esseri umani, in particolare la cosiddetta tratta delle donne e dei bambini provenienti dall'Est europeo e dall'Asia, destinati allo sfruttamento sessuale, al commercio degli organi, e ad altre attività illegali. Non si tratta di fenomeni "residuali", ma di vere e proprie forme di moderna schiavitù, legate ai processi di globalizzazione dell'economia capitalistica e alle nuove povertà che le prescrizioni neoliberiste, da parte delle istituzioni finanziarie internazionali, producono nei paesi del Sud oberati dal debito.

    Yana Mintoff Bland, presidente dell'AWMR, relaziona su "Economia della salute e dello sviluppo nel Mediterraneo", disegnando un quadro panoramico dello stato d'infermità della regione, sottolineando la novità rappresentata dalla presenza politica delle donne che, con una nuova consapevolezza di sé, "stanno attraversando i confini dei nazionalismi e spezzando l'oppressione patriarcale per celebrare la nuova comunità di vita nel mare Mediterraneo".

  2. La salute è un diritto umano: aspetti specifici
    Coordinatrice Myriam Spiteri Debono (Malta)

    Le cipriote Maroulla Vassiliou e Ninetta Kazantzis parlano di sanità e di allarmante aumento di tumori dell'infanzia, e in generale di malattie croniche ed incurabili a Cipro. Rilevano, inoltre, un netto peggioramento del servizio socio-sanitario nazionale a seguito del passaggio al governo di destra, che si riflette sulle condizioni di salute generale della popolazione, specialmente di donne e bambini.

    Ferina Bekic, Marjana Senjak, Haira Boskailo (Bosnia), parlando di "Effetti psicologici e medici della guerra sulle donne in Bosnia Erzegovina", illustrano l'attività ed i risultati di Medica Zenica, il primo centro terapico femminile costruito in Bosnia, per offrire servizi di cura alle donne vittime di stupro, specialmente alle profughe.

    Aicha Bouabaci disegna drammaticamente la realtà dell'Algeria, lacerata dalla cosiddetta "guerra culturale" scatenata dal fanatismo integralista, e delle condizioni di salute di donne e bambini, prime vittime della lenta degradazione sanitaria del paese.

    Wijdan Jaber di Gaza sostiene particolarmente i "diritti dei disabili", illustrando la condizione dei palestinesi dell'Intifada, vittime della violenta repressione israeliana nei territori occupati.

    Myassar Al Hassan, palestinese rifugiata in Giordania, parla della "salute dei profughi", testimoniando direttamente sulle tristi condizioni di vita e di salute nei campi profughi, dove ancora non si vedono i frutti degli accordi di Oslo.

  3. Salute ed empowerment delle donne
    Coordinatrice Aicha Belarbi (Marocco)

    Shadia Matar, operatrice di Gaza Community Mental Health Programme, parla di empowerment delle donne in Palestina, sottolineando l'importanza della promozione e dell'acquisizione di nuova autorevolezza delle donne nella costruzione del nuovo Stato palestinese.

    Amina Barakat (Marocco) relazionando su "Donne e media nel Maghreb", indaga le ragioni dello speciale accanimento dell'integralismo islamico contro le donne giornaliste, nel quadro della generale discriminazione che le intellettuali subiscono nella regione.

    Una "scuola per le madri" realizzata in un villaggio arabo è l'oggetto dell'intervento di Roni Ben Efrat (Israele). Un'interessante esperienza di corsi d'alfabetizzazione e formazione professionale per donne arabe, promossa dall' Organization for Democratic Action

    Teufika Ibrahimovic (Bosnia) illustra il progetto "Viva Zene" a Tuzla, attività e prospettive di un centro psico-terapico per donne e bambini, costruito col supporto dell'associazione europea Medica, ma ora completamente gestito da donne bosniache. Obiettivo fondamentale del centro 6 assistere donne e bambini traumatizzati dalla guerra, che hanno perduto i familiari o l'intera famiglia, stuprati o comunque fisicamente e psicologicamente danneggiati.

  4. Attività e ruolo dell'AWMR in vista di Pechino e oltre
    Coordinatrice Yvonne Deutsch (Israele)

    Nella sessione dedicata all'adozione per consenso di risoluzioni ed appelli, vengono sottoposti all'attenzione delle presenti, fra gli altri, i casi di tre detenute politiche, per le quali si chiedono migliori condizioni di detenzione e/o la liberazione: la palestinese Abu Daka, l'italiana Silvia Baraldini detenuta negli Usa, l'albanese Nexhmije Hoxha.

  5. Nella sessione finale dedicata al bilancio politico-organizzativo dell'Associazione e alle sue prospettive, si sottolinea la necessità di snellire e velocizzare la comunicazione tra le associate per rendere più visibile e incisiva la presenza dell'associazione nei singoli paesi e nell'intera regione mediterranea. L'Awmr è in crescita ed ha notevoli prospettive di crescita. La conferenza conferma la presidenza di Yana Mintoff e l'esecutivo internazionale.

    (Ada Donno, 1995)

I materiali della conferenza sono disponibili in inglese presso l'AWMR Italia .

Introduction of book: Health in the Mediterranean

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