AUTODIFESA- SELF DEFENSE

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2010:La soluzione finale

 

 

In agosto 2009 arrivammo in un paese senza un posto dove dormire e in condizioni di indigenza. Qui trovammo un prete, che per aiutarci ci diede in uso un locale della curia. Alcuni parrocchiani, non gradendo la nostra presenza, non solo non ci aiutarono ma  fecero pressioni sul prete perché ci cacciasse. Il prete, per non inimicarsi parrocchiani facoltosi e per non fare brutta figura di persona avara utilizzò alcune sue amicizie per allontanarci dalla zona, facendo passare l’intera azione per pulizia. Coinvolse dunque il sindaco del paese, cioè un suo amico d’infanzia che svolgeva l’attività di avvocato, per farci sbattere fuori dal paese dalle forze dell’ordine.
A tale scopo vennero raccolte delle testimonianze che ci delineavano come delinquenti, la fonte di tali testimonianze erano quei stessi cittadini che non ci gradivano. Le forze dell’ordine interpellate dal sindaco, vista l’autorevolezza della fonte, intervennero senza permetterci di esprimere la nostra difesa, senza porsi il problema di constatare se le testimonianze corrispondessero a verità, e se vi fossero prove a riguardo.

Per i dettagli di quanto accaduto nel paese ove soggiornammo da agosto 2009 a agosto 2010 leggete questo documento:

"M2010_as_public.htm"


Dall'inizio di agosto fummo sbattuti in strada, da forze di polizia evidentemente confuse, senza un regolare sfratto, e cominciammo a vivere a cielo aperto in un comune poco distante. Quando andammo a raccontare la nostra storia al giornale della provincia, nessuno si prodigò a raccontarla. Quando andammo a chiedere aiuto alle autorità di quest'ultimo comune, non solo non ci aiutarono lasciandoci in strada, ci dissero pure che non si muore rimanendo fuori, è solo questione di abitudine. Noi invece con i mesi diventammo sempre più stanchi e malaticci. Quando tentammo di interessare i cittadini, delle persone si prodigarono a diffamarci anche in questo territorio creando una situazione simile a quella accaduta nel comune precedente: cioè coinvolsero vice-sindaco, vigili urbani e carabinieri in una caccia all'uomo, dipingendoci come le peggiori persone, da espellere dal territorio.
Comune dopo comune, regione dopo regione, dal 2005 ad oggi i fatti delineano sempre di più  come si è di fronte una vera e propria persecuzione nei nostri confronti portata avanti da quel potere che avevamo denunciato fin dai primi esposti, poi spariti.
Le azioni sono sempre quelle: si fa credere alla gente che siamo delinquenti o persone giramondo, che vivono di espedienti e grazie a proventi del crimine così ci isolano dalle persone dalle quali potremmo ottenere aiuto e alle quali potremmo anche raccontare verità scomode del loro paese. Dal lato servizi sociali, nessuno interviene, dicendo che solo il nostro comune di residenza potrebbe farlo. Ma di fatto, pur avendone i requisiti, non ci hai mai aiutato in nessuna maniera! Dal lato organismi della Chiesa, questi si limitano, quando è tanto, a darci un supporto come fossimo barboni, pur non avendo né l'aspetto né  la mentalità , senza riconoscere che siamo una famiglia.  Noi dovremmo accontentarci, tacere e ringraziare.

Per un approfondimento di quanto accaduto da agosto 2010 a novembre 2010 leggete questo documento:

"senzaservizisociali.htm"


Dopo la spiccia azione amministrativa della Polizia di Stato, che se lo vengono a sapere gli ispettori che ci diedero una mano a Terni, li piglia un infarto, siamo rimasti per più di due anni a vivere all’aperto come i senzatetto, senza riuscire più ad uscire da questa situazione (che perdura anche oggi) per complicità, ignoranza, diffamazione, negligenza, cuore duro, criminalità, collusione, mafia, massoneria… Insomma hanno tentato di farci morire con il freddo, il gelo, la fame istillando su tutte le istituzioni che siamo gente non a posto di testa e/o criminali e/o gente fannullona, gente che ha deciso di vivere per sua spontanea volontà all’aperto fuori dal sociale, gente che non vuole essere aiutata,  e via così…

 



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