Test brevi di Telescopi ed Accessori
Davvero un gran bel pezzo di ottica!! L'esemplare in questione era montato su di una Vixen GP-DX che si è dimostrata perfettamente all'altezza per quanto riguarda l'utilizzo in visuale. Lo startest (effettuato su Altair, una stella bianca) ha mostrato una correzione molto spinta di tutte le aberrazioni, con l'eccezione di una leggerissima (e intendo proprio al limite della pippa mentale) colorazione azzurognola dell'ultimo anello di diffrazione ad immagine MOLTO fuori fuoco. Per il resto, come già detto, assolutamente perfetto. L'osservazione di Giove (seeing buono, 280x con un ottimo Baader Hyperion 3,5mm) è stata molto gratificante: osservati senza sforzo alcuno numerosissimi ovali bianchi, pennacchi, minutissime perturbazioni sulle NEB e SEB e addirittura sulla EB!! Come preannunciato dallo startest l'immagine a fuoco non ha mostrato neanche l'ombra di aloni da cromatismo residuo (e ci mancherebbe). Grosse soddisfazioni anche su M13 ed M8: stelle puntiformi in tutto il campo, fondo cielo nero pece. Grandioso il focheggiatore (un Feather Touch 3545).
Rifrattore Vixen APO 80FL-S f/8
In una sola parola: FAVOLOSO. Per ora il miglior startest da me eseguito: nessun difetto riscontrato!! Ottica leggerissima e compatta: la Celestron CG5-GT su cui era installato ha sfoggiato col Vixen una stabilità di riferimento. Il focheggiatore originale era stato sostituito con un magnifico Feather Touch, rendendo il tutto, se possibile, ancora più perfetto. L'osservazione di Giove mi ha quasi provocato lo svenimento: immagine ferma, luminosissima e contrastatissima ad oltre 250x (!!!) ma soprattutto una densità di dettagli degna di strumenti a riflessione di almeno il doppio dell'apertura (ed è una stima prudente...). Un sogno.
Mi sono accostato con grande curiosità a quest'ottica, forse la più chiacchierata della casa statunitense. Si tratta di un classico Schmidt Cassegrain commerciale f/10, ma con una particolarità che lo rende unico nel suo genere: la focale nativa del primario (f/2.4 in luogo del classico 1.98) e, di conseguenza, il potere di amplificazione del secondario (4.1x invece di 5x). Una particolarità apparentemente irrilevante, ma che comporta tutta una serie di cose che rendono quest'ottica davvero interessante: per esempio, la facilità con cui è possibile tenere alta la precisione di lavorazione degli specchi (e quindi esaltare il contrasto delle immagini). Non a caso praticamente la totalità degli astrofili che possiedono o hanno provato questo strumento lo definiscono un "planet killer", o comunque lo ritengono notevolmente superiore ad altri SC di pari prestigio. Dopo averlo provato, non posso che unirmi a questo coro: il 9.25" Celestron è una vera bomba! L'osservazione di Giove ha rivelato un contrasto ed una tale facilità nel risolvere dettagi minuti che non si può assolutamente giustificare soltanto chiamando in causa il diametro "atipico" (ovviamente mi sto riferendo al confronto - inevitabile - con i classici 8 pollici). Il Celestron si è poi ripetuto nell'osservazione deepsky, mostrando un fondo cielo nerissimo e stelle di dimensioni molto contenute. E' stato davvero un peccato non poterlo provare sulla Luna (nuova al momento del test), ma date le premesse sono sicuro che avrebbe spezzato le reni a parecchi strumenti "specializzati". Passando alla parte "meccanica" del test, da menzionare l'assenza (estremamente gradita) di image-shift durante la focheggiatura. Le dimensioni ed il peso, vicinissimi a quelli di un C8, lo rendono ancora molto trasportabile (sebbene sia necessario qualcosa di più di una semplice GP o clone per reggerlo decorosamente). Unico problemino (stupido, facilmente risolvibile e soprattutto comune a tutti gli SC) è la tendenza ad appannarsi della lastra correttrice. Insomma, una signora ottica, in grado di rivaleggiare con strumenti molto più specializzati (e costosi).
Rifrattore Zeiss Telementor 63mm f/13.3
Una vera emozione avere a che fare con un pezzo di storia dei telescopi! Quando si parla di Zeiss si parla, oltre che di storia, anche di qualità senza compromessi: e questo piccolo acromatico non fa eccezione. Ottime le osservazioni dei campi stellari nel Sagittario e Cigno, stelle puntiformi fino al bordo, quasi ci si dimentica di stare ad osservare attraverso un 63mm. Non è purtroppo stato possibile osservare pianeti ad alto ingrandimento. Comunque, un piccolo gioiello.
Maksutov Cassegrain Intes Micro 180mm f/10
Potevo mai non buttare l'occhio nel fratello maggiore del mio Intes? ;) In realtà la nuova serie di Mak Intes Micro ha una "marcia in più": non per quanto riguarda l'ottica, bensì per l'intubazione. Finiture di alto livello, diaframmi di contrasto, ventola di raffreddamento e relativo sistema di circolazione dell'aria non intercettante il fascio ottico di serie su tutta la gamma. Insomma, una vera pacchia! Parlando di prestazioni... l'osservazione di Giove ha regalato immagini nitide e contrastate, sebbene stranamente sensibili al seeing (soprattutto se confrontate con le immagini fornite da strumenti di maggiore apertura nei paraggi). Ottimo lo startest, con figure di diffrazione uguali in intra ed extrafocale. La messa a fuoco è quella classica dei SC commerciali, a scorrimento del primario: l'image-shift è risultato assente, sebbene abbia riscontrato una certa durezza del movimento (e la temperatura non era proibitiva). Lo scontro diretto con il C9.25 ha comunque visto quest'ultimo nettamente vincitore (il che fa pensare, considerata la differenza di prezzo tra i due strumenti - circa 600 euro - a favore del Celestron). Nel complesso un ottimo strumento.
Ecco il "cinesone" che da qualche anno a questa parte furoreggia sui balconi degli astrofili (in particolare le nuove leve), complice un prezzo davvero appetibile. Non c'è che dire, a guardarlo è davvero imponente! Un'altra cosa che salta subito all'occhio è l'ostruzione davvero contenuta, 0.25 (lineare), e la crociera a quattro razze del secondario davvero ben fatta e di spessore trascurabile. Le noie cominciano purtroppo appena cala il sole... lo startest evidenzia subito un'errore zonale, indice di una lavorazione un pò "cattivella" del primario. L'osservazione di Giove è infatti poco proficua, nonostante l'ostruzione facesse ben sperare: il gigante è poco inciso e si fa fatica a discernere dettagli che dovrebbero essere tranquillamente alla portata di un 200mm. L'economico focheggiatore poi non aiuta. Ho notato inoltre la spiccata tendenza dello strumento a perdere la collimazione, molto più di quanto ci si aspetti da un Newton (che già normalmente fanno dannare...); il che fa pensare ad una progettazione (o ad un montaggio) superficiale della cella del primario. Ipotesi confermata dai seguenti interventi di collimazione: l'intervento su alcune viti non produceva alcun effetto visibile sull'allineamento. Sospetto sinceramente di essere incappato in un esemplare un pò sfortunato: infatti anche la montatura di serie (una H-EQ5) sembrava particolarmente "ballerina" anche in visuale. E' diventato ormai un luogo comune: prima di acquistare strumenti cinesi, bisognerebbe provarli.
UPDATE: L'amico Dario Castellano mi ha fatto notare che lo stesso esemplare, da lui testato la sera successiva, correttamente montato e bilanciato e con il treppiede ben tensionato smorzava le vibrazioni in circa due secondi: un ottimo valore. I problemi di instabilità da me riscontrati potrebbero quindi esser stati provocati da un montaggio approssimativo del treppiede.
Rifrattore solare Coronado PST 40mm
Uno strumento PICCOLO e COSTOSO, ma che sta spopolando (e a ben donde). Questo rifrattore è infatti ottimizzato per le osservazioni solari in H-Alpha: indescrivibile poter osservare il Sole di un colore rosso vivo, con tanto di protuberanze (purtroppo poche e piccole, causa minimo storico dell'attività solare). L'inclinazione del flitro è variabile, il che permette di osservare la superficie della nostra stella a differenti "profondità". Dei due esemplari da me provati, uno aveva il trattamento antiriflesso del doppietto (il filtro è interno e quindi ben protetto) notevolmente degradato: sembra paradossale, ma era questo esemplare che regalava le immagini più pulite ed incise... come dice il vecchio adagio astrofilo: "non bisogna guardare DENTRO un telescopio, bisogna guardarci ATTRAVERSO" !! In conclusione, davvero impressionante.
Newton Geoptik Formula 250mm f/4,8
Un bel bestione!! E soprattutto, il nome del telescopio, il colore del tubo e lo stile dei caratteri sullo stesso danno una sensazione come di deja vu... per un pò mi sono chiesto dov'era il cavallino rampante ;) Altra cosa davvero impressionante è il peso, stimato "a mano" intorno ai 17-18 kg. Considerata la lunghezza del tubo, anche una EQ6 comincia a vacillare (ipotesi confermata subito, in quanto lo strumento è stato montanto proprio su una di queste montature). Il peso è comunque giustificato da una notevole robustezza del tutto: il tubo (in alluminio) è spesso mezzo centimetro!! A beneficiarne è soprattutto la collimazione, rivelatasi molto stabile (grazie anche ad un'ottima cella). Ostruzione dichiarata dalla casa 0.23, confermata sul campo: straordinario (e praticamente invisibile) il supporto del secondario. La casa garantisce su ogni esemplare uno specchio primario lavorato come minimo ad 1/8 di lambda, con tanto di certificato: il proprietario di questo Formula ha invece riferito di una correzione intorno ad 1/25 di lambda (???), una sorta di "premio alla pazienza" (lo specchio originario si era spaccato durante la spedizione, ed è stato sostituito dalla Geoptik). Mancando il certificato (ed un interferometro...;) non mi è stato possibile verificare la veridicità di queste affermazioni: è stato comunque possibile verificare, attraverso un rapido startest, la notevole bontà delle ottiche (figura di diffrazione regolarissima!!). La prova su Giove ha confermato quanto emerso dall'esame stellare: ottimo contrasto ed un mucchio di dettagli, a conferma del fatto che un Newton ben progettato è un'ottima configurazione per le osservazioni in alta risoluzione. Purtroppo il seeing (complice anche il tubo aperto) non ha permesso di spingere con gli ingrandimenti oltre i 300x: in ogni caso promozione a pieni voti in hires. Con queste premesse, e considerando l'apertura, i risultati sul deep non potevano che essere entusiasmanti. Perfettamente risolto M4, magnifiche M8 e M20, assolutamente spettacolare M104!! Ovviamente lo strumento è affetto da coma ai bordi, ma il problema è insito nello schema ottico e nel particolare rapporto focale, quindi non si può parlare di difetto vero e proprio. Uno strumento davvero notevole, che merita una montatura di grande stabilità.
Montatura AstroPhysics GE600-GTO
Ho purtroppo provato questa montatura per poco tempo. Nell'occasione reggeva un Celestron C9.25, dal peso ben al di sotto del limite dichiarato (circa 30kg). A reggere la montatura invece c'era un magnifico Badeer ATH. In questa configurazione, la GE600 ha sfoggiato prestazioni incredibili: smorzamento delle vibrazioni immediato, messa a fuoco sicura e agevole anche ad ingrandimenti elevatissimi. Inseguimento e puntamento oggetti precisissimo! La montatura soffriva di un certo gioco in DEC, dovuto forse al trasporto e comunque rettificato in pochi minuti agendo sulle apposite viti. Spero di poterla provare di nuovo, magari con più carico: comunque una gran montatura.
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