Grazie alla presenza di Michele Lomuto,
trombonista di eccellente bravura, il
Workshop ha vissuto momenti di grande spessore
musicale e non. Ci ha riferito dei suoi
"sospetti", che lo hanno portato a
scegliere una strada personalissima e non
facile. Semplicemente perché trova che gli
riesce bene a suonare il trombone. Vedi l'intervista
che ci ha rilasciato. Beh certo!, il trombone
meritava una tale crescita di livello tecnico,
virtuosistico e interpretativo. In serata poi
siamo riusciti ad ascoltare il suo concerto.
Bel
programma, soprattutto Berio e Kagel con la sua
teatralità, ma anche il pezzo scritto da lui
stesso è risultato interessante. E' stato molto
coinvolgente.
Bisognerebbe scrivere ancora per questo
strumento, crediamo, e non crogiolarsi su
musiche che, se da una parte ne pongono in
risalto le virtù acustiche e dinamiche,
dall'altra lo condannano quasi ad un
solipsismo, quasi ad un repertorio ad usum
delphini, anche se in questo caso si tratta
di un maestro del calibro di Lomuto. Speriamo ci
sia qualcuno che senta. |