|
Già in Gaudenzio la stesura d'insieme è arcaica "vangelo ad uso del popolo, a pagine affiancate"; in lui è ancora la sistemazione quattrocentesca a scomparti, come quattrocentesco il modo di comporre regolare e simmetrico, con la figura principale centrata nel mezzo. Messo di fronte ad una vasta impresa, anche il pittore di Gattinara sceglie senza esitazione un modo di disporre arcaico: sono più piani illusivi che reali e per fare della regìa egli si riprende ancora ad una tradizione diventata magari artigianale, ma nella quale avverte di trovare l'avvio per l'attuazione del suo ciclo. Si direbbe che egli cerchi di seguire il maestro valsesiano e iconograficamente ed in spirito. Il nostro non è un grande artista, ma sa cogliere, anche se in superficie, alcune tendenze proprie a Gaudenzio, perchè come Gaudenzio sente, sia pur con maggiore esteriorità, il bisogno di fare del teatro popolare ricco di sentimento e forza religiosa. L'Annunciazione (figg. 1 e 3), si ricollega a quella delle Grazie con richiami al tardo Borgognone, dell'Annunciazione di Lodi per es., forse richiamo ripreso attraverso Gaudenzio stesso. Confronti si possono ancora fare con l'Angelo Nunziante (benchè ridipinto e la testa di Santa della Pinacoteca di Varallo e con la gaudenziana Annunciazione della Cappella di Loreto a Roccapietra (benchè più tarda). |
|
|
|
|