Simone Urbani Grecchi - Dino
Meneghin "Te lo do io lo sport" Libreria dello sport
Commento di
Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Un ragazzo obeso, disteso sul divano, un sacchetto di patatine in mano
e lo sguardo perso nel vuoto o, più probabilmente, in uno schermo
televisivo, dà il benvenuto dalla copertina di "Te lo do io lo sport!"
È il modello di quello che Simone Urbani Grecchi - dirigente d'azienda,
appassionato di sport ed ex atleta di pallacanestro, tennis e nuoto - e
Dino Meneghin - il più grande cestista italiano di tutti i tempi
che dal 2003 è entrato a far parte della Hall of Fame - vorrebbero
evitarci.
Le tecnologie, che hanno ridotto il lavoro fisico, la televisione che
ha un tempo sempre più ampio nel nostro tempo libero, la vita frenetica
che spesso porta a trascurare la qualità del cibo, sono soltanto
alcuni degli elementi che provocano sovrappeso, obesità e vari problemi
di salute.
Lo sport, anche quello fatto a livello amatoriale, purché in
modo costante, può essere di grande aiuto per il nostro fisico,
la nostra salute e il nostro futuro.
Il libro affronta vari aspetti dell'attività sportiva. Dall'avviamento
allo sport, analizzando le varie discipline e la loro utilità nella
crescita dei bambini, crescita non soltanto fisica, visto che, se fatto
con passione e nella giusta dimensione, lo sport può aiutare anche
la crescita mentale oltre che fisica. L'attività motoria aiuta anche
nella socializzazione, nella gestione delle attività quotidiane,
nella scoperta di materie collegate. dalla storia alla fisiologia, dal
diritto alla fisica.
Grande attenzione è dedicata, dagli autori, all'alimentazione
dei ragazzi e degli adulti, sotto l'aspetto qualitativo e quantitativo;
all'utilità dello sport a tutte le età; al ruolo di genitori,
insegnanti e allenatori nell'avviamento dei giovani allo sport; al ruolo
dei media nella diffusione delle varie attività sportive e allo
scarso investimento nello sport di scuola e istituzioni.
Toni accesi e sicuramente comprensibili da parte di chi ha praticato
quelli che sono considerati "sport minori", anche se al livello più
alto come Meneghin, contro un calcio sempre più lontano dall'etica
sportiva e che assorbe la maggior parte dell'attenzione ed è quasi
sempre soltanto visto in televisione e mai praticato.
Il delirio collettivo per la vittoria del Mondiale e Moggiopoli sono
lì a dargli ragione.
gabriella bona
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