Le recensioni on line di Gabriella
 
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    Giulietto Chiesa "Prima della tempesta" Edizioni Nottetempo
     
    Commento di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
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    “Per diversi anni, oltre un decennio, ci siamo dimenticati dell’atomica. […] Se ne sono dimenticati i grandi media ed è quello che conta perché tutti se ne dimentichino. […] Non fosse stato per la Corea del Nord, prima, e per l’Iran, poi, avremmo potuto continuare a cullarci nell’illusione che di bombe atomiche non era più il caso di parlare”: oggi, invece, ci troviamo in una situazione in cui una guerra atomica è un pericolo reale. Il libro di Giulietto Chiesa - giornalista e scrittore, dal 2003 membro del Parlamento europeo, per vent’anni corrispondente da Mosca per “l’Unità” e poi per “la Stampa”, analizza con attenzione e indignazione la politica di quel piccolo circolo di ricchi sempre più ricchi che sta affamando larghe aree del pianeta e portandoci sempre più vicini al disastro. 
    Ronald Reagan, vent’anni fa, pronunciò la famosa frase: “Il tenore di vita del popolo americano non è negoziabile”, oggi con gli Stati Uniti che consumano da soli un terzo delle risorse e paesi come Cina e India che stanno raggiungendo consumi sempre più elevati, è il tenore di vita di tutti che deve essere messo pesantemente in discussione. Intere popolazioni patiscono la fame, il numero dei poveri aumenta in continuazione: I pochi ricchi, padroni del mondo, si difendono provocando guerre e disastri. 
    Che cosa c’è dietro alle guerre? Spesso menzogne, segreti, progetti studiati per garantire il potere a chi lo detiene a scapito della sicurezza e della sopravvivenza degli altri. 
    L’autore svela o ricorda fatti poco credibili e aperte falsità che hanno determinato gli eventi di questi ultimi anni. Gli Stati Uniti e il loro progetto di difesa spaziale che obiettivo hanno? È possibile che Osama Bin Laden e un gruppo di kamikaze abbiano potuto mettere in crisi la sicurezza dello stato più sicuro del mondo? Perché si è accettata la guerra in Irak, motivata dalla necessità di distruggere le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, prima che fossero trovate, ben sapendo che non esistevano affatto? Una guerra in cui “il sangue doveva essere visto, seguito dalla punizione esemplare, dura, implacabile. Una guerra emblematica, una guerra esemplare, un avvertimento” a chiunque voglia attentare al tenore di vita dei ricchi statunitensi e di quei ricchi sparsi per tutto il mondo che agli Stati Uniti hanno rilasciato la delega della difesa dei loro interessi. 
    La preoccupazione per il futuro del nostro pianeta, per la nostra sopravvivenza e sicurezza, porta Chiesa a rilanciare un pacifismo che sappia porsi contro la guerra “senza se e senza ma”, che capisca che non possono più esserci guerre “motivabili”, guerre “razionali”, né guerre “giuste”, che abbia il coraggio di dire che l’ingiustizia va combattuta, che il terrorismo è prima di tutto quello dei ricchi che stanno tentando di risolvere con la guerra il pericolo di perdere l’egemonia e la possibilità di consumare indiscriminatamente le risorse di tutto il pianeta, che sappia svincolarsi dall’ingenuità di credere a ciò che l’informazione ufficiale tenta di far apparire come verità inconfutabile. Davanti a noi abbiamo pochi anni: “se continuiamo a pensare, magari senza dirlo apertamente, che il nostro modo di vita non è negoziabile, noi prepariamo la guerra”, una guerra atomica. 
           
    gabriella bona 
      
 
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