Le recensioni on line di Gabriella
 
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    AA.VV "Azzurri" Edizioni Rizzoli
     
    Commento di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
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    Venerdì 9 giugno 2006: Germania-Costa Rica inaugura il diciottesimo Mondiale di calcio. In Italia si respira aria di bufera, chi tifa Italia e anche chi ha il cuore altrove non può non sentire il peso di quello che è stato chiamato Calciopoli o Moggiopoli. 
    E poi ci saranno quelle lunghe ore tra una partita e l’altra: per ingannare l’attesa e la disillusione di fronte al nostro gioco preferito, arrivano in soccorso undici scrittori – Eraldo Affinati, Giuseppe Culicchia, Giancarlo De Cataldo, Paolo Di Stefano, Gian Luca Favetto, Giuseppe Genna, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Aldo Nove, Alessandro Perissinotto e Dario Voltolini – con i loro racconti ambientati in undici momenti particolari delle grandi competizioni della Nazionale azzurra. A ogni racconto è affiancato il tabellino della gara e un articolo del tempo. Tutti gli articoli sono tratti dalla “Gazzetta dello sport” e sono di Lodovico Maradei, Giorgio Mottana, Gualtiero Zanetti, Emilio Violanti e Bruno Roghi. 
    Racconti, quelli di “Azzurri”, che spaziano dalla reinterpretazione della partita ai momenti di contorno: c’è chi trova moglie e chi la prima storia, vecchie amicizie e antichi debiti. Tra il Messico e Rueglio sfilano i Mondiali del 1934, 1966, 1970, 1974, 1982, 1990, 1994, 2002 e gli Europei del 1988 e del 2000, sconfitte e vittorie, gioie e delusioni, il fascismo e l’emigrazione, l’adolescenza e la memoria, in mille suggestive interpretazioni dello stesso evento, modificato dai sentimenti individuali, dall’età, dalla collocazione sociale. 
    Una sola donna in formazione – il calcio pare non volersi accorgere di noi – ma il suo racconto è un vero gioiellino di affetto e ironia. 
    Il pallone corre e rotola, i campioni del passato e quelli delle più recenti manifestazioni si incontrano e incrociano i loro gol e i loro dribbling, saltano fuori cartellini gialli e rossi, ingiustizie arbitrali e tranvieri che bloccano il loro mezzo davanti alla vetrina del negozio che vende televisori tra l’apprezzamento generale (l’unico che non accoglie con gioia la scelta però…), nonne tifose e napoletani svizzerizzati, in una giostra di palle e sentimenti, scherzi e tanti tanti bambini e ragazzini, quelli che nel pallone, oggi come ieri continuano a vedere, prima di tutto – e come dovrebbe essere – un gioco, un modo per divertirsi e stare insieme. 
           
    gabriella bona 
      
 
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