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    Jorg Blach "Gli inventori delle malattie" Edizioni Lindau
     
    Commento di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
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    Un vecchio proverbio medico dice che una persona sana è una persona che non è stata visitata come si deve. L’investimento nella sanità continua ad aumentare e parallelamente aumentano i malati e il numero delle malattie, ormai nessuno può ritenersi sano: una malattia, per quanto piccola, cercando bene, la si trova a chiunque, o almeno la predisposizione ad ammalarsi. Chi non si è mai sentito un po’ stanco o un po’ agitato o con qualche chilo di troppo o distratto o triste? Chi riesce a non invecchiare o a non crescere o a non attraversare i normali momenti della vita? Situazioni assolutamente normali, che hanno una soluzione naturale e che, invece, riescono a diventare malattie. E le malattie si curano, ci sono i farmaci adatti a ogni problema, la soluzione in pillole per chi ne ha bisogno. E le industrie farmaceutiche si sono scatenate nella corsa alla produzione di preparati per risolvere tutto. Sei stanco e vorresti prenderti qualche giorno di ferie? Ma non perdere tempo: c’è la pastiglia che risolve il tuo problema. Il bambino è un po’ vivace, presta scarsa attenzione a compiti e lezioni? Ci sono gli psicofarmaci per renderlo tranquillo e ubbidiente. Perdi i capelli? Stai invecchiando? Sei incinta? Sudi? Ti senti infelice? Ti senti “troppo” di buon umore? Hai le lentiggini? Patisci il jet lag? Soffri di solitudine o di mal di testa dopo una sbronza? C’è una medicina per tutto. E se non hai proprio niente… è meglio che ti fai visitare attentamente, perché non è proprio possibile! 
    L’industria farmaceutica spende più nella pubblicità che nella ricerca e molti dei prodotti che mette sul mercato sono inutili o addirittura dannosi alla salute. Un uso scriteriato di farmaci non può che indebolire l’organismo, scatenando malattie che non sarebbero, altrimenti, mai apparse. 
    Il libro di Jörg Blech, studioso di scienze naturali e giornalista, racconta “l’invenzione delle malattie in un unico volume”. Non è un medico ma “molte delle ricerche e delle opinioni presentate in questo volume – scrive – sono da attribuirsi a medici. Ma gli studi e le analisi che quei medici hanno compiuto si trovano sparpagliati in una quantità di riviste specializzate, in modo che finora la gente comune non ha potuto prenderne visione”. 
    I legami tra i laboratori scientifici e le case farmaceutiche, i prodotti spacciati come risolutivi per tutti i mali in base a ricerche fasulle, la dipendenza dai medici e dalle loro diagnosi, il bisogno di sentirsi malati per essere curati, i modelli proposti che inducono a sentirsi inadeguati se non si è belli, giovani e magri, i convegni pagati dalle case farmaceutiche ai medici, l’accanimento terapeutico assolutamente inutile su persone sane ma con una predisposizione anche lontana ad ammalarsi, i risultati mai dimostrati e milioni di persone sane che vengono trasformate in cavie. 
    Pazienti e medici cominciano a ribellarsi, chiedono che l’investimento sia trasferito a nuove ricerche, su quelle malattie che ancora non hanno una cura, su quelle popolazione che hanno malattie vere e non un po’ di ciccia o la tristezza o la calvizie. 
    Un libro intelligente, che aiuta a pensare alla nostra salute e alle nostre condizioni di vita, scritto con vivacità, ironia e un entusiasmo coinvolgente. Alcuni medici, per fortuna, invece che accettare i viaggi premio delle industrie farmaceutiche, hanno deciso di lasciarne copie nelle loro sale d’attesa. 
           
    gabriella bona 
      
 
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