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    Davide Dutto - Michele Marziani "Il gambero nero - Ricette dal carcere" Edizioni DeriveApprodi
     
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
        
    Il cibo, che nella nostra vita di ogni giorno appare così scontato, così normale, fino a farci dimenticare che cosa abbiamo mangiato soltanto poche ore prima, in carcere assume un significato particolare, ha un’importanza che chi vive libero difficilmente riesce a immaginare. 
    Davide Dutto, fotografo, e Michele Marziano, giornalista, per più di un anno sono entrati nel carcere di Fossano “a dividere il cibo, a dividere i sapori e i gesti della preparazione quotidiana e rituale del pasto” e il libro fotografico “Il gambero nero – Ricette dal carcere” è il loro modo per ringraziare le persone con cui hanno condiviso il tempo, le ricette e i sapori. E la difficoltà nella realizzazione dei piatti: in carcere la mancanza degli strumenti adatti – dai coltelli ai forni, dai fornellini da campeggio che sostituiscono i veri fornelli, rende ogni spaghettata una vera impresa. Ma la capacità di inventare, il desiderio di mangiare i cibi di casa, la voglia di normalità e di abitudini quotidiane, sono gli ingredienti fondamentali per la preparazione di pizze, di torte, di ogni genere di manicaretti. Forni costruiti con pentole, scatole vuote di pelati, fogli di carta stagnola, coltelli sostituiti da coperchi di lattine e ogni ricetta diventa possibile. 
    Basilico, salvia, prezzemolo vengono coltivati sui davanzali delle celle e nelle ricette si incontrano e si incrociano gusti e profumi di ogni parte del mondo. Italiani di ogni regione – e un solo piemontese – e stranieri di mezzo mondo propongono con orgoglio le loro ricette, dalla pizza al taijne, dal pollo alla jardinera al couscous. 
    Tra le mille difficoltà tipiche del carcere, dalle “domandine” per procurarsi gli ingredienti al rischio di ammonizioni se trovati in possesso degli strumenti per tagliare le verdure – e per fortuna a Fossano sono permesse le teglie e le padelle di acciaio, proibite in altri carceri – il ricordo della propria casa, della famiglia, della normalità viene ricreato attraverso il cibo. 
    Davide Dutto è stato “secondino” durante il servizio militare, per Michele Marziani il giornalismo sociale e d’impegno è una grande passione. Interessarsi di carcere e di carcerati e farlo in un modo così originale dimostra un’attenzione piena di affetto e porta a conoscere aspetti umani e intimi che è spesso difficile immaginare. 
    Parole, fotografie, ricette ci portano a conoscere un mondo separato dal nostro ma nel quale troviamo gesti e momenti pieni di quotidianità e di somiglianze con la nostra vita. 
          
    gabriella bona 
   
 
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