Le recensioni on line di Gabriella
 
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    Su Doku a cura di Wayne Gould Edizioni Fandango
     
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
      
    Potrebbero essere nove lettere dell’alfabeto, nove fotografie di amici, nove disegni di ortaggi. Invece, sono i numeri da uno a nove ma, nonostante le apparenze, non hanno nulla a che vedere con la matematica. Sono soltanto forme diverse che devono trovare una collocazione unica all’interno di una griglia formata da ottantuno quadretti, suddivisi a loro volta in nove riquadri di nove caselle. È il Su Doku, rompicapo numerico, molto più simile a un cruciverba o a un puzzle che alle vecchie e gloriose tabelline delle scuole elementari. 
    Ogni numero deve essere usato una sola volta in ogni colonna, in ogni riga e in ogni quadretto da nove. Alcuni numeri sono già inseriti nella griglia e da quelli bisogna dedurre gli altri, fino a completare il gioco. Ci sono quattro livelli: facile, medio, difficile e diabolico: ognuno può trovare quello più adatto e continuare a perfezionare le proprie doti logico-spaziali. Tiene poco posto, lo si trova anche su diversi quotidiani e ora la casa editrice Fandango lo pubblica anche nei tre volumetti particolarmente adatti per le giornate sotto l’ombrellone, per le code alla posta, per un momento di svago totale. È un gioco che riesce ad assorbire completamente l’attenzione (in Giappone, dove è molto diffuso, pare che ci siano diverse persone che si dimenticano di scendere alla fermata giusta, nella ricerca della collocazione di quel numero che non si riesce proprio a sistemare) e quindi particolarmente adatto a chi sta vivendo periodi di tensione, che non riesce a scacciare un chiodo dal cervello, che ha un problema che non riesce a risolvere. 
    Cento schemi del “rompicapo numerico che dà dipendenza assoluta”, come lo definisce l’editore. Sicuramente il Su Doku è contagioso: è quasi impossibile riuscire a resistere alla tentazione di provarci dopo aver visto qualcuno totalmente preso da griglia, numeri, matita e gomma, e aver notato la sua faccia, così immersa nella ricerca della soluzione. 
    Provare per credere! 
         
    gabriella bona 
   
 
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