Tullio Pironti "Libri e cazzotti"
Edizioni Pironti
Luca De Franco "La boxe americana:
luci ed ombre" Libreria dello sport
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Quando il fiuto e il coraggio si
incontrano nascono cose speciali. Quando “i libri sono cazzotti, cazzotti
d’amore, e hanno dato amore a chiunque li abbia ricevuti”, come scrive
Fernanda Pivano nell’introduzione, siamo di fronte a Tullio Pironti, pugile
ed editore, e al suo libro autobiografico “Libri e cazzotti”. Figlio di
un libraio napoletano, Pironti a quindici anni sceglie la palestra: “mio
padre era stato schermidore e mi sarebbe piaciuto imitarlo ma costava troppo.
Mi piaceva il ciclismo, erano i tempi di Coppi e Bartali, ma non potevo
permettermi una bicicletta. Il pugilato non costava nulla”. In palestra
trova la capacità di affrontare gli avversari, di sconfiggere la
paura, arriva fino alla Nazionale e il pugilato rimarrà uno dei
grandi amori della sua vita, assieme a Napoli e ai libri. Libraio diventa
editore nel 1972, pubblicando “Monaco ’72. La notte dei Fedayn”, prosegue
con libri di grande impegno civile come “Il Camorrista” e “The Vatican
Connection” per proseguire la sua attività scoprendo autori statunitensi
in Italia ancora sconosciuti del calibro di Don DeLillo, Bret Easton Ellis,
Raymond Carver. Pubblica il premio Nobel Naghib Mahfuz e Tahar Ben Jelloun,
attira attorno alla sua persona e alla sua attività personaggi importanti
della cultura ma mantiene rapporti affettuosi con i vecchi compagni di
palestra come quel Peppe Picone teneramente raccontato nel penultimo capitolo
del libro.
“Credo che l’eleganza sia la caratteristica
di questo libro”, scrive ancora Pivano. Eleganza, coraggio, affetto per
ogni autore, per ogni pagina pubblicata, gioia nel riuscire ogni giorno
a superare se stesso: c’è tutto questo nel libro di Tullio Pironti
e nella sua vita, affascinante come un romanzo.
Luca De Franco è uno dei giornalisti
di boxe più conosciuti negli Stati uniti e con “La boxe americana:
luci ed ombre” ci porta a scoprire un mondo così diverso da quello
del pugilato di casa nostra. Allenatori e pugili, palestre e organizzatori
si incrociano in un racconto che mette in luce personaggi, molto spesso
di origine italiana, che hanno reso questo sport il più popolare
negli USA, con incontri “a tutte le ore, 365 giorni all’anno”, trasmissioni
televisive e film, che hanno animato non soltanto i ring ma che hanno anche
fondato, come Rocky Marciano e Stephen A. Acunto, un’associazione che “cerca
di contribuire al miglioramento di ogni aspetto dell’ambiente pugilistico”.
Tra le finalità dell’associazione c’è anche quella di educare
il pubblico: un’esigenza urgente, visto che spesso gli incontri devono
trasformarsi in pagliacciate o in risse per seguire i gusti di un pubblico
poco educato. Tra le pagine scritte da De Franco troviamo gli incontri
per colletti bianchi e i match tra detenuti, personaggi come Angelo Dundee,
figlio di poverissimi immigrati calabresi di cognome Mirenda, che ha allenato
15 campioni del mondo, Micheal Olajide che per primo ha abbinato la musica
al pugilato, Bonnie Canino, campionessa mondiale di pugilato e kickboxing,
che è riuscita a dare visibilità alla boxe femminile e un’analisi
attenta della corruzione e del continuo aumento di sigle e di categorie
che stanno rovinando il mondo della boxe. Un libro pieno di informazioni
utili.
gabriella bona
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