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    Terence Ward "Alla ricerca di Hassan" Edizioni Ponte alle Grazie
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
     
     
    Un viaggio nel tempo, nello spazio, nella storia, nei sentimenti: “Alla ricerca di Hassan” racconta un’originale famiglia, quella di Terence Ward che, con i genitori e tre fratelli, parte dagli Stati uniti per raggiungere l’Iran dove ha vissuto tra il 1960 e il 1969. Dopo quasi trent’anni, nel 1998, la nostalgia dei luoghi e delle persone li riporta in un paese amato, alla ricerca di “Hassan, il nostro famiglio, il nostro cuoco, il nostro giovane padre persiano” e della sua famiglia. 
    Hassan ha rappresentato, per i giovani Ward, un novello “Virgilio [che] ci conduceva attraverso labirinti di bazar male illuminati e ci insegnava affettuosamente tutti gli usi e i costumi della sua terra”, il narratore entusiasta e ipnotizzatore di indimenticabili saghe. La ricerca, visto che dalla loro partenza non hanno più avuto contatti con la famiglia iraniana, sembra più un sogno che un vero obiettivo. “Avevamo programmato un percorso via terra di mille chilometri”, in un paese governato per decenni dall’ayatollah Khomeini, con le frontiere chiuse e il turismo, anche dopo l’elezione di Khatami, se non proibito, altamente sconsigliato: “isolato come un paria, l’Iran era rimasto tagliato fuori dal mondo”. 
    Un viaggio intrapreso tra dubbi, entusiasmi, speranze, la paura di veder svanire ricordi conservati gelosamente per tanti anni e di non riuscire a rintracciare Hassan e la sua famiglia. È mamma Ward, con la sua determinazione e intraprendenza, a guidare lo strano gruppo in un viaggio quasi incredibile. 
    Finalmente, l’incontro con Hassan, sua moglie, i figli e i nipoti e il riannodarsi di un’amicizia che è stata tanto importante è pieno di gioia e di commozione. 
    Ma il libro di Terence Ward è anche l’occasione per conoscere l’Iran, la sua storia millenaria, cultura, religione, tradizioni, il profondo senso dell’accoglienza, tra deserti e montagne, città, paesi, monumenti, suoni, profumi, cibi e bazar. L’autore, consulente per aziende all’interno del mondo islamico, dimostra in questa sua prima opera letteraria la capacità di incantare il lettore passando agilmente dalla storia di viaggio all’approfondimento storico, dalla narrazione poetica di un paese complesso e pieno di bellezze alla colorata descrizione di mercati e dei compagni di viaggio, con un’attenta curiosità verso il mondo circostante e i suoi personaggi. 
       
    gabriella bona 
   
 
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