Claudia Perugini "Sete d'Africa"
Ediciclo Editore
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
“Acqua è vita” è una
campagna di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi lanciata dall’associazione
di volontariato LVIA per lottare contro la sete e per il diritto all’acqua
per tutti ed è nel quadro di questo progetto che Claudia (Claude)
Perugini e il marito Max, trentenni albergatori di Cesenatico, hanno attraversato
in bicicletta, percorrendo duemila chilometri tra la fine del 2003 e l’inizio
del 2004, Mali e Burkina Faso. Un viaggio difficile, a prima vista assurdo,
ma al quale hanno dato il loro appoggio, convinti dall’entusiasmo dei due
ciclisti, enti pubblici, privati, associazioni. Un viaggio che ha portato
Claude e Max a inaugurare due pompe per l’acqua in Mali, “il terzo paese
più povero del mondo [che] non avendo risorse,a parte quelle umane,
è vittima del disinteresse internazionale”, a consegnare decine
di scatoloni di materiale didattico in Burkina Faso, un paese più
ricco e moderno del Mali ma afflitto da gravi problemi come la deforestazione,
l’erosione del suolo e una mortalità precoce: contrariamente a ciò
che succede in molti paesi del mondo, dal 2000 al 2003 l’aspettativa di
vita è scesa dai 47 ai 43 anni.
Nelle pagine di Claude incontriamo
un’Africa piena di bellezza e di dolore, di contraddizioni profonde: “L’Africa
è scomoda, dura, polverosa, sporca, malata, inquinata e morente.
Ma è anche e soprattutto sole, terra, luna, stelle, cielo, colore…
È ospitalità, gentilezza, umiltà, cordialità
e fantasia. […] L’Africa è fortemente vita”.
Tra deserto e oasi, campi di cotone
e di canna da zucchero ed enormi termitai, zanzare e tramonti spettacolari,
febbri e fatica, sole cocente e difficoltà di incontrare una doccia,
cibi che non sempre il delicato stomaco occidentale è in grado di
digerire senza problemi, bambini che giocano aspettando il turno all’unica
pompa d’acqua del villaggio (dove l’acqua c’è) e “occhi, occhi e
ancora occhi, questo è un continente dove hai sempre degli occhi
addosso che chiedono, interrogano, come se noi avessimo le risposte alle
loro domande. Noi, purtroppo di risposte ne abbiamo ben poche. Abbiamo
piuttosto la testa piena di domande, che si moltiplicano ogni giorno”.
Domande che nascono spontanee di fronte a un paesaggio e a una popolazione
vittime del saccheggio dei paesi ricchi, del colonialismo, a classi elementari
con cento allievi che percorrono chilometri e chilometri ogni giorno per
raggiungere la scuola, a una società dove “il superfluo non esiste:
qui tutto è semplice ma essenziale” e dove ogni giorno ci si trova
immersi nella “precarietà, provvisorietà, labilità,
le principali caratteristiche dell’esistenza in Africa”.
Con l’appoggio dei volontari dell’LVIA
che vivono in queste regioni, la generosità della popolazione indigena,
i medici volontari (soprattutto cubani) che tentano di intervenire in una
zona dove le malattie e la morte sono, assieme alle inondazioni e alla
siccità, le dolorose compagne di ogni giorno, con le loro informazioni,
la loro vicinanza e contributo logistico, il viaggio di Claude e Max ha
potuto portare aiuto e speranza non soltanto in Africa ma anche a chi oggi
può leggere questo libro.
In appendice sono raccolte le informazioni
e gli indirizzi per chi volesse avventurarsi in quelle zone, le fotografie
del loro viaggio e informazioni sulla campagna “Acqua è vita” e
i progetti in Burundi, Etiopia, Guinea Bissau, Kenia, Senegal e Tanzania.
gabriella bona
|