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    Luisella Ceretta "Vita nel medioevo" Susalibri Editore
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    “L’iconografia può essere un importante ausilio nell’indagine sulla vita quotidiana medievale”: il lavoro di Luisella Ceretta raccolto nel volume “Vita nel Medioevo” analizza, infatti, i dipinti della Val Susa del periodo tra il X e il XV secolo, tentando di ricostruire la vita di quegli anni. 
    Il materiale ancora oggi disponibile è frutto delle “profonde radici cattoliche della popolazione – come scrive nella prefazione il Vescovo di Susa Alfonso Badini Confalonieri -, dei fedeli, che pur non particolarmente ricchi, preferivano rinunciare quasi al necessario nelle loro case purché la ‘Casa del Signore’ fosse bella, decorosa e degna dell’onore che si deve al proprio Dio”. 
    Luogo di confine e di passaggio, la Val Susa, da Caselette a Sestriere, risente degli influssi della vicina Francia e dei transiti e dei commerci sviluppatisi nella valle dandole caratteristiche proprie. Dopo una parte storica sui protagonisti, gli eventi e la vita quotidiana, il ruolo delle divisioni sociali e la descrizione delle attività che in quegli anni e in quei luoghi si svolgevano, l’autrice passa alla descrizione delle cappelle, delle abbazie e delle chiese valsusine e degli affreschi che il tempo e gli eventi hanno risparmiato e che sono ancora visibili. 
    È così possibile seguire l’evoluzione della vita nei vari aspetti e nel corso dei secoli: dall’abbigliamento all’alimentazione, dal lavoro alle abitazioni, attraverso gli affreschi e i dipinti. 
    I personaggi, gli edifici, gli animali, la vita quotidiana, gli usi, le leggende, le tradizioni locali fanno da contorno alle rappresentazioni della vita dei santi e al messaggio religioso che veniva trasmesso con quei disegni e destinata, in un periodo in cui l’analfabetismo era ancora diffusissimo, anche “a persone la cui unica lettura possibile era quella delle immagini”. 
    Gli affreschi descritti fondono momenti di vita reale a immaginari simbolici e mitologici e offrono, di fianco a momenti di vita reale, racconti di santi dei secoli precedenti, ammonimenti religiosi, rappresentazioni apocalittiche, ritratti di importanti personaggi del tempo molto interessati a lasciare traccia della loro esistenza ai posteri. È così possibile leggere, nelle immagini, anche un’evoluzione del senso religioso e della pittura a carattere sacro nei secoli. 
    Il lavoro attento dell’autrice, corredato da ampio materiale fotografico e da disegni, “ha permesso di inserire qualche tessera in un puzzle iniziato da molti storici e che è ancora in attesa di essere completato”. 
    Nonostante molte delle opere realizzate in quegli anni siano andate perse (molti dipinti erano stati realizzati sulle pareti esterne delle chiese e di essi rimangono, dove ci sono, solo alcune tracce) e alcune siano “imprigionate” sotto lavori realizzati in epoche successive, il lavoro di Ceretta ci offre la possibilità di conoscere in modo attento e approfondito la Val Susa e la sua storia. 
       
    gabriella bona 
   
 
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