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    Margherita Hack "Qualcosa di inaspettato" Laterza Editore
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
       
      
    “Pur avendo trascorso gran parte della vita a studiare il cielo, i miei piedi sono rimasti sempre ben piantati per terra”: Margherita Hack, la più importante astrofisica italiana, la studiosa che ha portato un pubblico sempre più numeroso a interessarsi di ciò che succede nello spazio ma che ha anche dato un fondamentale contributo al dibattito sui temi più scottanti del nostro tempo, in “Qualcosa di inaspettato” racconta la sua vita, il lavoro, gli affetti, i valori, le passioni che l’hanno accompagnata negli anni. 
    Nata a Firenze all’inizio degli anni Venti, ha conosciuto il fascismo, lo ha rifiutato quando nel 1938 “in Italia vennero promulgate le vergognose leggi razziali”, è cresciuta in una famiglia aperta, liberale, vegetariana, ha amato la ricerca e lo sport, gli animali e le persone. Affetta da una incurabile curiosità intellettuale, oltre al lavoro che l’ha portata in vari paesi e ai massimi livelli nella carriera, non ha mai perso di vista il mondo di tutti i giorni, dalle ingiustizie che tengono prigionieri i popoli del terzo mondo al maschilismo che ancora relega le donne a ruoli subordinati, dalla mentalità poco scientifica della nostra società e la scarsità di mezzi messi a disposizione per la ricerca ai temi della pace e della guerra. 
    Un linguaggio semplice e diretto attraversa le tre parti in cui il libro è suddiviso: una breve e simpatica autobiografia, il lavoro, i problemi del mondo. Da buona toscana, nonostante da moltissimi anni viva a Trieste, non ha mai abbandonato l’accento della sua regione e quel “pizzico del tipico carattere dei fiorentini, ribelli e strafottenti al limite della cattiveria”. Ed è con questa grinta che affronta due argomenti che le fanno “saltare la mosca al naso” come l’astrologia e quei “giornali e programmi televisivi, continuamente infestati da oroscopi e influenze astrali” e l’ufologia, “una disciplina che non ha affatto un atteggiamento scientifico e pretende di ricondurre ogni fenomeno inspiegabile a incursioni di navi extraterrestri”. 
    Tra osservatori e gattini, manifestazioni in piazza e lunghe notti passate a guardare il cielo, il marito Aldo e gli studenti conosciuti negli anni, le partite di pallavolo e le mille iniziative civili, il libro di Hack è una lunga passeggiata su temi noti e meno conosciuti ma tutti affrontati in modo diretto, appassionato e molto coinvolgente. 
      
    gabriella bona 
   
 
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