Giulietto Chiesa – Vauro
"I peggiori crimini del comunismo" Piemme Editore
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Per il giornalista ed europarlamentare
Giulietto Chiesa e per il disegnatore Vauro il peggior crimine del comunismo
è quello di aver creato quei personaggi che hanno permesso l’ascesa
e mantengono (o tentano di farlo) al potere il premier Silvio Berlusconi.
Intingendo la penna nel calamaio
della satira li descrivono, dopo averne scelti dodici, “un numero perfetto
per descrivere un cenacolo, nel quale, tuttavia, i Giuda sono molti più
di uno solo”.
I dodici provengono tutti dal Movimento
studentesco, dal PCI, dalla FGCI: Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, Tiziana
Maiolo, Antonio Baldassarre, Aldo Brandilari, Rosanna Cancellieri, Giovanni
Pilo, Renzo Foa, Enrico Montesano, Maria Giovanna Maglie, Ferdinando Adornato,
e Sandro Biondi. Oggi sono passati dall’altra parte. Alcuni, come Ferrara,
“con una tale rapidità di movimento, ma così agile e perfino
– a tratti – leggiadra capacità di traslazione, da un’onda all’altra,
da rendere problematico finanche il fissare la sua immagine sulla retina
dei nostri pensieri”, altri con giustificazioni acrobatiche come Guzzanti
che sostiene: “la mia posizione è sempre stata, e resta, la liberaldemocrazia
di estrema sinistra”. Ma chi l’ha mai sentita nominare la liberaldemocrazia
di estrema sinistra? Tiziana Maiolo è una che potrebbe provare a
correre i 3000 siepi: da Rifondazione comunista al Gruppo misto a Forza
Italia in meno di due anni!
Baldilari ha cominciato a lavorare
prestissimo: a 13 anni era operaio, iscritto alla FGCI, poi è nel
PCI, fonda, nel 1968, “Servire il popolo” che scioglierà nel 1977
per entrare nella DC, poi passa dal CDU per arrivare a Forza Italia. Ha
poco più di sessant’anni e un animo da maratoneta.
Rosanna Cancellieri, ex giornalista
dell’Unità, nel 1996 dichiarava che “per me la sinistra ha significato
apertura mentale, diritti sociali, cultura e voglia di rinnovare”. Poi
si è stufata.
Pilo è un caso un po’ speciale:
operaio, cameriere, venditore di libri e tessuti, frequenta il Movimento
studentesco, poi diventa sondaggista ma la sua fama di portasfortuna lo
allontana dalla politica e dal 2001 si ritira a vita privata. Foa è
un caso anomalo: “normalmente uno ha dei figli gruppettari” mentre lui
ha avuto i genitori gruppettari: il padre (Psiup, Manifesto, Pdup) e la
madre (Lotta continua) e la confusione è diventata parte del suo
essere.
Enrico Montesano, eletto europarlamentare
nel 1994 nelle liste del PCI, lascia tutto dopo due anni perché
“lì è tutto un cinematografo”. E lui non è un attore?
Quello che colpisce nelle brevi
biografie e nelle sarcastiche vignette, quello che gli autori sottolineano
con arguta maestria, non è che ci sia qualcuno che cambia idea –
succede a molti – ma la banalità e spesso la volgarità che
troviamo nelle giustificazioni che i personaggi ritratti propongono per
spiegare le loro scelte.
“Il compito che gli autori si sono
prefissi è di avvertire il Cavaliere. Egli è circondato da
comunisti e, probabilmente, non lo sa, non se ne rende conto”. La satira
di Chiesa e Vauro non servirà a rendere più dignitosi i personaggi
che ci hanno proposto né ad “avvertire” il Cavaliere. Ma sicuramente
potrà servire a noi che in questo mondo viviamo e andiamo a votare,
per conoscere un po’ meglio il panorama politico italiano che, a destra,
al centro e a sinistra, è sempre più devastato e sempre meno
rassicurante.
gabriella bona
|