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    Stefano Massini "Dialoghi prima dell'alba" Vallecchi Editore
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      

    “Si pensa che il teatro civile si proponga in primo luogo di convincere […] Il primo obiettivo non è convincere ma informare […] ovvero infondere forme, trasmettere modelli, arricchire con nuovi punti di riferimento”: sono nati così i quattro testi teatrali sulla pena di morte raccolti nel volume “Dialoghi prima della morte” di Stefano Massini. 
    “Io sono il mare”, dialogo tra un secondino e un cappellano nel braccio della morte, poche ore dopo l’esecuzione di Derek Rocco Barnabei; “Prima dell’alba”, dialogo tra una madre condannata a morte e il figlio che non conoscerà mai; “Ultimo giorno di un condannato a morte”, tratto dal testo omonimo di Victor Hugo e “La ballata della morte”, testo del video “Non vale la pena”, il racconto in versi di fronte alla morte in Giappone, Cina, Uganda, USA, Iran e Cuba. 
    Sono testi forti: Walter Veltroni, sindaco di Roma, li ha definiti “la rivolta dell’arte contro l’orrore” e l’attore Massimo Bonetti ha sottolineato come “la bellezza del testo stia proprio nel fatto che non si conclude con soluzioni rassicuranti o consolatorie. I testi di Massini ci pongono di fronte a una realtà, quella della pena di morte, presente ancora in moltissimi paesi, Stati Uniti in testa, nonostante le lezioni di democrazia che questo paese tenta di dare a tutto il mondo. 
    È un teatro che non vuole “suggerire scelte, ma mettere nelle condizioni stesse di operare una scelta consapevole, libero da quelle torbide manipolazioni che inquinano – urbi et orbi – il tam tam delle réclame e il circo degli strilloni”. Perché, scrive ancora l’autore, “teatro d’impegno significa per me dare voce a quelle storie che non farebbero altrimenti notizia”, un impegno “sulla pena di morte applicato nel Sol Levante per i reati più banali […] sulla pena di morte contro anziani, minorati, donne incinte, [sulla] la carneficina a cielo aperto che immola alla sharia centinaia di condannati [e] i tanti patiboli eretti contro intellettuali, omosessuali, presunti dissidenti e fedeli di diverse confessioni”. 
    Il dramma umano che si trasforma in teatro, che propone personaggi, contrasti, ipotesi, che crea riflessione, discussione, confronto su un tema fondamentale e aperto, che si sviluppa partendo dal lavoro del giovane regista e drammaturgo Stefano Massini, fiorentino, e che nella Toscana, grazie all’appoggio di enti e istituzioni, riesce a realizzarsi. Il Granducato di Toscana è stato il primo paese nella storia ad abolire la pena di morte e il ruolo della moderna Toscana è quello di proseguire un ideale antico. 
    Il volume è corredato dalle fotografie, tratte dagli spettacoli realizzati, che mostrano i momenti più drammatici, visi che esprimono dolore, perplessità, rabbia, coraggio, disperazione, sbalordimento di fronte a una morte ingiusta, che queste opere denunciano perché si possa arrivare a farla diventare un ricordo, un triste ricordo del nostro passato. 
       
    gabriella bona 

   
 
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