Claudia Riconda "Le vite
nuove" Limina Editore
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
(in coda
Intervista ad Alessio La Rocca, uno dei protagonisti del libro di Claudia
Riconda)
Dr Jekyll e Mr Hyde sono usciti dal libro di Stevenson e sono entrati
nel Governo italiano con il nome di Girolamo Sirchia, medico e ministro
della Sanità.
Il Sirchia-Jekyll plaude, come medico, alla riuscita dell’intervento
che, utilizzando le cellule staminali ottenute dal sangue del cordone ombelicale
dei fratellini gemelli, nati sani grazie a un impianto selettivo di embrioni,
ha potuto guarire S., un bambino di cinque anni affetto da talassemia.
Il Sirchia-Hyde è colui che ha proposto, appoggiato e continua a
sostenere una legge che vieta, nello Stato italiano, simili procedure.
Il Sirchia-Jakyll sa che Sirchia-Hyde ha costretto i genitori di S.
a emigrare in Turchia per poter effettuare la selezione degli embrioni,
perché in Italia lui, come ministro, lo vieta.
Sono state chieste le sue dimissioni, i medici italiani si sono trovati
in grave difficoltà di fronte a una normativa che limita il loro
lavoro, le possibilità di ricerca, molti hanno già deciso
o decideranno presto di emigrare, per poter effettuare quegli studi, quelle
ricerche, quelle operazioni che possono dare la possibilità a molte
persone di continuare a vivere o di migliorare la qualità della
loro vita. Così come molti genitori si sono rivolti all’estero per
ottenere quello che per la scienza è un enorme passo avanti e per
lo Stato italiano un reato.
Alessio La Rocca è una di quelle persone che stanno aspettando
che in Italia la ricerca possa mettergli a disposizione gli strumenti per
tentare di ricominciare a camminare. L’ho conosciuto grazie al libro di
Claudia Riconda “Le vite nuove”. Alessio ha 27 anni e non cammina: è
su una sedia a rotelle da quel giorno in cui il suo tuffo è finito,
invece che tra le onde, su un banco di sabbia
Le storie delle donne e degli uomini
che popolano gli articoli scritti per Repubblica da Claudia Riconda, e
che Limina ha raccolto nel volume “Le vite nuove”, raccontano i mutamenti
sociali, la nascita di situazioni nuove, sogni e delusioni, successi e
povertà che fino a pochi anni fa non esistevano e spesso non erano
neppure immaginabili.
Accanto alla storia delle “finte
vedove”, le donne di Pagliarelle i cui uomini sono “gli operai dell’alta
velocità, quelli che stanno scavando la galleria dell’Appennino
e che a casa non tornano mai” o del lavoro di umiliazione: “le colf, le
badanti, le donne dell’Est che ci puliscono le case e magari sono laureate”,
troviamo le storie di chi vuole ridare vita e dignità all’Arno,
il fiume e la zona che lo circonda, dopo anni di trascuratezza, per creare
un parco naturale, il trasporto fluviale, un ambiente in cui sia bello
vivere. Ci sono il predicatore arabo e il raduno dei Testimoni di Geova,
l’allevatore di api che esporta le sue regine in tutto il mondo ma continuando
a rifiutare il ricorso alla fecondazione artificiale, storie di biker e
di fanatici ferraristi, i camionisti che devono avanzare in fila indiana
per facilitare l’esodo turistico, i cortei per la pace, gli abitanti dell’
“isola carcere meno carcere d’Italia”, la Gorgona, dove i detenuti hanno
un lavoro e lo possono svolgere all’aria aperta e dove detenuti si sentono
quelli che lavorano per il carcere, guardie e impiegati, isolati dal resto
del mondo.
E c’è la storia di Alessio,
27 anni, che per un tuffo sbagliato, un banco di sabbia che non aveva previsto,
è su una sedia a rotelle, in attesa che la scienza faccia qualche
cosa per lui. Arrabbiato per i ritardi e i divieti che vedono il suo sogno
farsi irrealizzabile. “Un giorno. Un giorno solo qui con me: su una sedia
a rotelle. […] Voi che state al governo di questo Paese e che avete tagliato
i fondi per la ricerca scientifica […] che state dicendo no a tutto, agli
studi sulle cellule staminali, alla clonazione per scopi terapeutici”.
Una battaglia, quella per la ricerca scientifica, che vede in prima linea
l’astrofisica Margherita Hack che firma la prefazione al libro di Riconda.
Parole piene di entusiasmo e di speranza ma anche di accuse e di rabbia,
di fronte a tante ingiustizie senza senso, di fronte a un “Parlamento ignorante
e antiscientifico”. La Margherita Hack che Riconda racconta nel suo libro
durante una gita in Slovenia per una partita di pallavolo, scienziata,
arrabbiata, sportiva: Hack ama le stelle e la Fiorentina e odia un mondo
che riesce a creare contraddizioni che non permettono alla scienza di avanzare
e rendono brutto lo sport: “Puoi anche vincere il premio Nobel, ma in confronto
a Baggio non sei nessuno. E la cosa scandalosa è che per fare i
megastadi, i soldi si trovano sempre. Per fare gli ospedali mai, per l’università
mai”.
Tante storie, scritte con attenzione
e delicatezza, che riescono a dare voce a realtà che sono l’immagine
del mondo nel quale viviamo, della sua ricchezza e della sua povertà,
di una modernità che può portare molto avanti o creare profondi
disagi ma che è importante conoscere..
gabriella bona
=*=
Intervista
ad Alessio La Rocca, uno dei protagonisti del libro di Claudia Riconda
Dr Jekyll e
Mr Hyde sono usciti dal libro di Stevenson e sono entrati nel Governo italiano
con il nome di Girolamo Sirchia, medico e ministro della Sanità.
Il Sirchia-Jekyll
plaude, come medico, alla riuscita dell’intervento che, utilizzando le
cellule staminali ottenute dal sangue del cordone ombelicale dei fratellini
gemelli, nati sani grazie a un impianto selettivo di embrioni, ha potuto
guarire S., un bambino di cinque anni affetto da talassemia. Il Sirchia-Hyde
è colui che ha proposto, appoggiato e continua a sostenere una legge
che vieta, nello Stato italiano, simili procedure.
Il Sirchia-Jakyll
sa che Sirchia-Hyde ha costretto i genitori di S. a emigrare in Turchia
per poter effettuare la selezione degli embrioni, perché in Italia
lui, come ministro, lo vieta.
Sono state
chieste le sue dimissioni, i medici italiani si sono trovati in grave difficoltà
di fronte a una normativa che limita il loro lavoro, le possibilità
di ricerca, molti hanno già deciso o decideranno presto di emigrare,
per poter effettuare quegli studi, quelle ricerche, quelle operazioni che
possono dare la possibilità a molte persone di continuare a vivere
o di migliorare la qualità della loro vita. Così come molti
genitori si sono rivolti all’estero per ottenere quello che per la scienza
è un enorme passo avanti e per lo Stato italiano un reato.
Alessio La
Rocca è una di quelle persone che stanno aspettando che in Italia
la ricerca possa mettergli a disposizione gli strumenti per tentare di
ricominciare a camminare. L’ho conosciuto grazie al libro di Claudia Riconda
“Le vite nuove”. Alessio ha 27 anni e non cammina: è su una sedia
a rotelle da quel giorno in cui il suo tuffo è finito, invece che
tra le onde, su un banco di sabbia
Quante
sono le persone che potrebbero avere dei vantaggi se questo tipo di ricerca
avesse successo?
Posso risponderti
che tutti potrebbero usufruirne, perché a chiunque può succedere
di trovarsi da un giorno all’altro, per un banale incidente, su una sedia
a rotelle, senza più la possibilità di camminare, di muovere
le braccia, di vivere autonomamente. Non è qualche cosa da cui qualcuno
possa considerarsi immune.
Quali possono
essere i risultati di queste ricerche, gli studi che la dottoressa Mazzini
sta facendo a Torino, quelle che non riescono a partire per mancanza di
fondi?
Proprio perché
la mancanza di fondi impedisce uno sviluppo della ricerca, si possono soltanto
fare ipotesi. Per ora alcuni risultati ci sono stati ma è ancora
troppo poco. Pensa che il ministro Sirchia ha stanziato 9 milioni di euro
per la ricerca sulle cellule staminali adulte e sulle cellule embrionali
animali. È quello che guadagna Vieri in un anno. Ti sembra che il
paragone tenga?
Molti sostengono
che queste ricerche potrebbero portare ad abusi.
Certo, oggi
molti si rivolgono alla chirurgia estetica e domani potrebbero volere un
figlio perfetto. Certo, ci sono rischi molto alti, come quello della clonazione
riproduttiva. Ma si sa che la ricerca va dove la portano i soldi. Pensa
a quanti soldi sono stati spesi per andare sulla luna. E a fare che cosa?
Dobbiamo sperare che le ricerche siano rivolte alla clonazione terapeutica,
che gli studi sulle staminali siano indirizzati a curare patologie che
non hanno altre soluzioni, che ci sia correttezza e senso civico in chi
lavora in questi campi.
Perché
questo ritardo nella ricerca, questi finanziamenti miseri, questi veti?
Perché
questo ritardo nella ricerca, questi finanziamenti miseri, questi veti?
Una larga
parte dei politici e anche della chiesa sono contrari a questa ricerca
perché non sono vicini a noi. Vorrei che venissero da me, che stessero
con me per un’intera giornata, ma proprio sempre, anche quando vado in
bagno, e poi mi dicessero chiaramente in faccia che non gliene importa
niente, che continuano a essere contrari.
Sono troppo
poche le persone che si impegnano per sostenere la ricerca, mancano i soldi,
manca una giornata del tetraparaplegico. Negli Stati uniti Christofer Reeve,
l’attore che interpretava Superman e che a causa di una caduta da cavallo
è rimasto miracolosamente vivo ma completamente immobilizzato, sta
portando avanti un grande lavoro, coinvolgendo attori famosi, chiedendo
soldi per finanziare la ricerca. In Italia siamo soltanto all’inizio e
il lavoro è duro. Io sono molto arrabbiato ma spesso devo smorzare
i toni perché voglio coinvolgere tutti, per creare associazioni
(e non ce ne sono perché chi sa di non avere possibilità
di guarire non si impegna in questo senso), per convincere la Faip (Federazione
associazioni italiane paratetraplegici) a un maggiore impegno, ad andare
al di là della logica dell’asssitenza, delle barriere architettoniche.
Bisogna unire tutte le forze disponibili per poter andare avanti.
Se si riusciranno
a raccogliere le firme e se sarà ammesso, ci sarà un referendum
per l’abolizione della legge 40/2004.
Ci sono stati
troppi referendum e temo che ormai sia difficile convincere ad andare a
votare. Ma se gli elettori avranno voglia di andarci, sono sicuro che sarà
abolita. C’è una sensibilità diffusa, un’attenzione che chi
ha scritto e votato questa legge non immagina neppure. Certo, se ci fossero
altre strade, meno rischiose delle cellule staminali, della clonazione,
tutti sarebbero felici. Ma, purtroppo, non ci sono. Anche chi dice che
queste cure, dopo un po’ di tempo potrebbero degenerare in tumori, ha ragione.
Ma bisogna tentare, non dimenticando di provare a trovare altre soluzioni.
L’impegno
dei paratetraplegici non basta.
Anche perché
a molti non hanno interesse a impegnarsi. Alcuni lo sono diventati per
incidenti e sono stati rimborsati con grosse cifre dalle assicurazioni;
altri, e sono molti, non sollecitano ricerche che li possano aiutare a
camminare: il loro unico problema è quello dell’impotenza, per risolvere
questo darebbero veramente molto, ma per camminare… Anche dagli atleti
impegnati negli sport per disabili, nelle paraolimpiadi, non abbiamo solidarietà
e impegno. Abbiamo bisogno di soldi e di visibilità.
E dell’entusiasmo
e della rabbia che hai tu.
Lasciami finire
con una provocazione: in natura l’handicap non esiste, se un cagnolino
nasce malato la madre lo lascia morire. Gli esseri umani hanno deciso che
si tengono anche quelli che non sono perfetti? Ma allora devono garantire
anche una qualità della vita migliore e possibilità di guarire!