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    Sabina Guzzanti "Il diario di Sabina Guzz" Edizioni Einaudi
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
        
     
    “Il cervello ce l’abbiamo tutti, e basta che gli dai un’occasione anche piccola che si mette in moto”: “Il diario di Sabna Guzz” è lo stimolo, il cibo, la benzina che aiuta a riavviare o a rimettere in sesto un motore che sta perdendo giri o che sta per fermarsi. 
    Tre anni vissuti intensamente e tra mille difficoltà, personali e generali “sotto forma di diario. Un po’ Anna Frank, ma comico, spiritoso, fresco”. 
    La storia di un film, “Bimba” di cui Guzzanti è la regista, prodotto da Medusa, casa cinematografica di Berlusconi, raccontata in un libro pubblicato da Einaudi, casa editrice di proprietà di Berlusconi, da una delle voci più antiberlusconiane. 
    Contraddizione? “Chi non è di Berlusconi, oggi? Lavoriamo tutti per lui, qualsiasi cosa fai”, le rispondono “quelli di Einaudi” quando Guzzanti li incontra per gli accordi per la pubblicazione del diario. 
    Poi tutti mettono i bastoni tra le ruote, come quelli di Medusa che prima promettono la realizzazione del film, poi continuano a ritardare i tempi e infine lo boicottano all’uscita. Ma Guzzanti crede nel ruolo della satira, di una satira politica, che colpisce a destra e a sinistra, che cerca di chiudere le falle che si stanno aprendo ovunque, di creare una diga di moralità perché non si disperdano democrazia, senso etico, capacità di giudizio. 
    Passando attraverso i tre anni che hanno visto la seconda elezione di Berlusconi, il crollo delle torri a New York, il G8 di Genova, la morte di Marco Biagi, un film che incontra mille difficoltà, lo scontro con i vertici RAI più berlusconiani di Berlusconi, la fuga dei cervelli nei momenti difficili nei quali sarebbe utile e opportuno saper difendere le proprie idee, responsabilità e i concetti base della democrazia, Sabina Guzzanti continua, con la sua satira pungente e dissacrante a resistere e a combattere. 
    Il riso che accompagna i suoi spettacoli, le sue battute, le sue imitazioni di Berlusconi e di D’Alema è un riso amaro, uno stimolo a far funzionare il cervello, a prendere posizione, a guardarsi attorno, trovando e tentando di allargare gli spazi sempre più ridotti in cui poter vivere davvero, in cui poter esprimere le proprie idee e opinioni senza l’incubo di una censura. 
    “Continuare a combattere è di per sé vincere” scrive Guzzanti: sapere di non essere soli, riconoscersi in molti è l’unico modo per tenere attivi cervello e libertà. 
       
    gabriella bona 
   
 
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