Jeorge Valdano "Il sogno
di futbolandia" Edizioni Mondadori
Luigi Garlando "Cielo Manca"
Edizioni Sonzogno
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
“Se un giorno il calcio morirà,
sarà di serietà”, scrisse in un suo libro Jorge Valdano.
Fedele a questa idea, che il calcio è prima di tutto gioco, ecco
“Il sogno di Futbolandia” che Gianni Mura, nell’introduzione, definisce
“un antidoto al calcio OMG”.
Campione del mondo a Messico ’86,
dopo una lunga carriera nel Real Madrid, Valdano è stato allenatore
e oggi è direttore generale della squadra madrilena, giornalista
e scrittore.
Attraverso le pagine di questo libro
racconta un calcio pieno di sogni: “Il calcio per me, in primo luogo, è
essenzialmente un gioco. Pertanto una cosa seria”; di personaggi e, primo
tra tutti, Maradona: “I palloni cominciarono a obbedire come mai avevano
fatto prima, e forse mai più faranno, ai delicati ordini di un piede”,
Di Stefano, Pelé, Cruijff; di allenatori e strategie, di tifosi,
giornalisti, dirigenti: un calcio ad ampio raggio, avendo potuto Valdano
conoscere da giocatore, da allenatore e da dirigente, giocatori e squadre
di tutto il pianeta.
Mette in guardia da chi sta tentando
di rovinare il gioco che ama e che, nonostante tutto, continuiamo ad amare
e a tentare, con tutti i mezzi, di far sì che il calcio “serva,
insomma, al niente affatto disprezzabile processo di creazione dell’allegria
e dell’emozione”.
“Cielo manca” di Luigi Garlando
è, invece, un romanzo per bambini grandi, tenero e pieno di figurine
Panini: un giornalista della Gazzetta dello sport (come l’autore) viene
rapito in Sardegna. Il suo carceriere, muto, per nove mesi gli racconta
gli avvenimenti del mondo, dallo sport alla cronaca, dalla politica alle
confidenze personali e i progressi delle trattative per la sua liberazione
attraverso i nomi dei calciatori rappresentati sulle figurine, rebus che
giocano sui nomi, sui ruoli, sulle nazionalità e dalle immagini
emergono frasi, racconti, cronache. Tristezza e speranza, paura e solidarietà
si intrecciano nel buio di una grotta sarda nella quale alla litania infantile
dello scambio delle figurine “celo, manca”, si sostituisce una drammatica
realtà: “cielo manca”, la voglia di cielo, di luce, di sole, di
libertà.
Una scrittura veloce, precisa e
piacevole, una rivisitazione di squadre, giocatori, campionati talmente
antichi da essere quasi dimenticati: il libro di Garlando è un’oasi
di piacevole lettura in questi tempi di calcio sempre più triste
e malato.
gabriella bona
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