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    Beppe Severgnini "Interismi" Rizzoli Editore
    Recensione di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
      
    “Quanti disturbi psicosomatici per niente. Ansiosi per nove mesi, affranti in un pomeriggio. L’Inter dovrebbe brevettare questi modi di farsi del male, sempre diversi e fantasiosi. Perché, per esempio, non mettere in commercio una caffettiera ‘modello Gresko’? Manico d’acciaio, in modo da ustionarsi ogni mattina?” Così ha scritto Beppe Severgnini sul Corriere della sera del 6 maggio 2002, il giorno successivo a quel Lazio-Inter 4 a 2 che è servito alla squadra milanese per buttare alle ortiche uno scudetto che tutti davano per già vinto. 
    L’articolo è stato inserito nel libro “Interismi – il piacere di essere neroazzurri”, uscito in libreria ad un mese da quella disgraziata domenica. 
    Severgnini scrive, in apertura del libro: “Detesto gli istant-book e amo l’Inter. Ma ho scoperto di amare l’Inter più di quanto detesti gli istant-book”. Se avesse vinto l’Inter, non avrebbe scritto nessun libro ma “abbiamo perso e dobbiamo consolarci. Ci provo con questo piccolo libro. Un libro sul piacere di essere neroazzurri”. 
    Un libro scritto con quel “pessimismo ironico” che l’autore sostiene essere una delle caratteristiche tipiche del tifoso interista, assieme ad una buona dose di masochismo. 
    Le interviste impossibili all’Avvocato Prisco e numerosi commenti già pubblicati sul Corriere, riflessioni di un tifoso passionale, innamorato della sua squadra, irrazionale come la maggior parte dei tifosi: “faccio l’interista, non il commentatore sportivo” dichiara tranquillamente quando Ronaldo scatena la sua felicità nella rimonta sul Brescia, a chi gli fa notare che fino ad un attimo prima aveva continuato a sostenere che Ronaldo andava sostituito “perché si faceva sempre anticipare”. 
    Quel 5 maggio 2002 rimarrà nella memoria degli interisti come uno dei giorni più tristi, una giornata che ha fatto apparire “Dorando Petri, in confronto all’Inter, [come] un dilettante: nessuno è mai caduto sul traguardo in maniera tanto rovinosa”. 
    Parziale e irragionevole, tenero e ironico, profondamente innamorato, Severgnini ci offre pagine scritte con vivacità e ottimo stile, la freschezza e lo spirito un poco infantile che si addicono ad un tema come il tifo calcistico, un affetto, una passione, un entusiasmo che non diventano mai odio, aggressività, desiderio di vendetta. Un libro piacevole e divertente, che mostra il volto di un tifo troppo poco considerato: fanno più clamore le risse, i treni sfasciati, gli assalti agli autogrill, i tifosi violenti ma il tifo non è soltanto quello. Anzi! 
       
    gabriella bona 
   
 
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