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    Ruth L. Ozeki "Carne" Einaudi Editore
    Recensione di Gabriella Bona
      
    Quando l’Europa decise di non comprare più la carne prodotta negli Stati uniti, dopo aver scoperto che gli animali venivano ingrassati, insieme ad ogni sorta di alimenti non adatti e di farmaci, anche con l’ormone DES (il dietilstilbestrolo), le imprese USA cercarono di imporsi sul mercato giapponese. Il compito venne affidato alla regista Jane Takagi-Little, figlia di uno statunitense e di una giapponese. Doveva realizzare episodi per la serie “Una moglie americana!”, che sarebbero stati trasmessi dalla televisione giapponese, scegliendo donne disponibili a far entrare la troupe televisiva nelle loro case e nelle loro famiglie e a cucinare in diretta ricette a base di carne, possibilmente bovina. 
    Il romanzo di Ruth L. Ozeki, scrittrice al suo esordio che vive tra New York e Vancouver, racconta l’intero anno che la regista ha trascorso tra telecamere, nastri, famiglie statunitensi e carne, tantissima carne, possibilmente bovina, come ordinava la BEEF-EX, grossa società nordamericana specializzata in bestiame, allevatori, esportatori, imprese farmaceutiche e gruppi agroalimentari. 
    Mentre Jane produce gli episodi, continuando a scoprire sempre più a fondo i metodi dannosi per gli animali e per chi li mangia con cui il bestiame viene allevato, in Giappone Akiko, giovane e infelice moglie del rappresentante nipponico della BEEF-EX guarda “Una moglie americana!” in televisione e cucina, su ordine del marito, le ricette presentate. 
    La sempre maggiore conoscenza di Jane trasforma gli episodi coinvolgendo il pubblico che la segue, Akiko prima di tutti. 
    Scopriamo, pagina dopo pagina, e fa venire i brividi e la nausea, che cosa cercano di rovesciare nei nostri piatti, la violenza sulla natura, i grossi interessi industriali e commerciali il cui unico obiettivo è il guadagno, ad ogni costo, le truffe che la televisione riesce a confezionare facendoci vedere cose inesistenti e negandoci di sapere buona parte della realtà. 
    Ma nel libro di Ozeki troviamo anche una incredibile schiera di personaggi, alcuni bellissimi ed altri orrendi e spunti interessanti sulla vita negli Stati uniti e in Giappone, sulla storia degli emigrati, famiglie allargate, una chiara presa di posizione su ogni tipo di razzismo oltre, naturalmente, ad una precisa denuncia contro chi sta attentando alla vita del pianeta, dalle foreste al bestiame, dall’aria agli esseri umani. 
    “Le informazioni sulla tossicità dei cibi sono ampiamente accessibili, ma la gente non vuole sentirne parlare”, scrive l’autrice. E si rende conto che spesso questo avviene perché “consapevolezza equivale ormai a impotenza”: di fronte ai colossi che ci troviamo davanti, che cosa possiamo fare? Ma davvero tutto è perduto? Davvero Akiko dovrà rimanere per sempre nella sua casa giapponese al servizio di un marito violentatore e Jane dovrà scegliere il silenzio? 
    Le risposte scaturiscono dalle pagine di questo romanzo dove competenza, entusiasmo, dolcezza, ironia e femminilità si fondono in modo perfetto. 
       
    gabriella bona

 
 
 
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