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    Carola Vai: "Torino - Alluvione 2000" - Alpi Editrice
    Recensione di Gabriella Bona
      
    Un disastro. Così lunedì 16 ottobre i quotidiani definiscono l’alluvione che il giorno prima ha isolato Torino dal resto del mondo, trasformato una parte del Piemonte in un’immensa distesa d’acqua grigio scuro, piegato la Valle d’Aosta”. Venticinque morti, quattro dispersi, 40.000 sfollati., 4.000 senzatetto, distrutte le strade, i ponti, le case, i negozi, danni immensi ai settori agricolo, industriale, artigiano, disagi in ogni settore, città e paesi senza acqua potabile, luce, telefono: è l’alluvione dell’ottobre del 2000 che troviamo descritta nel libro “Torino – Alluvione 2000” della giornalista dell’AGI pubblicato da Alpi Editrice.  
    Per non dimenticare…” sottotitola l’autrice che nell’introduzione sottolinea anche che “il ricavato ottenuto dalla vendita di tale lavoro sarà interamente devoluto a favore degli alluvionati. E’ una minuscola goccia, ma sono convinta che dai tragici fatti di questi giorni non dovrebbero essere tratti utili”.  
    “Tutto comincia lentamente, quasi in modo silenzioso e tranquillo […] Dopo 36 ore, sabato 14 ottobre, i fiumi appaiono gonfi”, poi la situazione precipita e Valle d’Aosta e Piemonte sono sommersi e travolti dall’acqua, sempre più alta. E’ l’alluvione più spaventosa del ventesimo secolo e, quando smette di piovere e i fiumi si ritirano, un manto di fango e distruzione copre ampie zone del Nord-ovest, si cominciano a calcolare i danni, migliaia di miliardi, anni di lavoro e non tutto potrà essere ricostruito.  
    Il Magistrato per il Po, gli Enti locali, la Protezione civile e i Vigili del fuoco hanno coordinato gli sforzi, riuscendo a limitare i danni, soprattutto in vite umane, ma sarà necessario ricostruire tenendo conto di norme che per anni sono state ignorate. “Per decenni – leggiamo ancora nel libro di Vai – Dora e Stura sono stati pazienti, hanno sopportato tutte le ‘correzioni’, anche le più irrispettose. Improvvisamente reagiscono, dando la netta impressione di non poterne più della presunzione umana, del dilettantismo di ingegneri e architetti convinti di piegare la natura all’incoscienza e ai desideri di imprese edili che ubbidiscono in primo luogo all’ingordigia di guadagnare denaro” 
    “Correzioni” che hanno subito più o meno tutti i fiumi e i torrenti della zona colpita che si sono riversati, nella ricerca del proprio spazio e della propria dimensione, devastando tutto ciò che hanno trovato sulla loro strada.  
    Corredato da un’ampia documentazione fotografica, il libro di Carola Vai riesce a darci un’immagine della paura vissuta e del coraggio con cui è stata affrontata, dei danni e dei disagi subiti e delle piccole e grandi solidarietà, dei rischi che il nostro territorio continua a correre e della necessità di una intelligente e giudiziosa opera di ricostruzione.  
    Non dimenticare, perché non succeda mai più.  
      
    gabriella bona

 
 
 
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