Le recensioni on line di Gabriella
 
Recensione precedente
Prossima recensione
 
 
 
    Manlio Cancogni "il Mister" - edizione Fazi Editore
    Recensione di Gabriella Bona
       
    Un calcio povero, squadrette di rione, le domeniche romane, nei primi anni ’30, di chi “non avendo le sei lire per pagarsi l’ingresso al Testaccio o allo stadio” per vedere la Lazio o la Roma, si appassiona al torneo cittadino ULIC: la storia raccontata da Manlio Cancogni nel romanzo “il Mister”, pubblicato da Fazi Editore, e una storia in cui il pallone e il fascismo, la poesia e la dittatura, si intrecciano sul fango dei campi di periferia. Ed è la storia di una Roma lontana nel tempo, strade sterrate e bar-latterie, vecchi palazzi e quartieri sorti dal nulla in pochi anni, già vecchi e tristi, di personaggi, quelli del calcio e del fascismo dei rioni periferici che la Storia non ha registrato. 
    Ma “il Mister”, che l’autore ha più volte riscritto e rivisto prima della stesura definitiva, è soprattutto un gesto di amore e di ammirazione verso Zdenek Zeman, allenatore che Cancogni ha cominciato a seguire dalla sua prima esperienza italiana, a Foggia, diventandone acceso tifoso. “Per lui sono stato del Foggia – scrive Cancogni nella postfazione – ora ero della Lazio; più tardi sarei stato, per lui, della Roma. Mi piaceva il suo aspetto, così alto, magro, dinoccolato, una specie di grande Pinocchio. Mi piaceva la sua faccia che nonostante l’apparente calma mal nascondeva un interno rovello. Mi piaceva la sua ironia; mi piacevano le sue risposte un po’ sibilline; l’infinito numero di sigarette che fumava seduto in panchina, pur non essendo io un fumatore”. E su Zeman che “gioca per far qualcosa di bello, per dare gioia a chi gioca e a chi guarda” è nato il protagonista del libro, Vecto Zoran, giocatore-alllenatore del Malafronte, squadra neonata ma in grado di giungere alla finale cittadina scombussolando i piani della spaccona tifoseria fascista dell’altra squadra del rione: l’Aquila romana. 
    Come Zeman, anche Zoran sembra arrivato dal nulla, un cognome che tradisce l’origine slava e quasi nessuna notizia sul suo passato. Ma entrambi dotati di quel fascino capace di far nascere amore o odio ma che immediatamente esclude l’indifferenza. 
    Zoran diventa un modello, una calamita per compagni e tifosi e un pericolo, l’uomo da odiare, lo straniero da eliminare, per gli avversari. 
    Ugo, un ragazzino che abita nel quartiere Savoia dove è ambientata la storia, diventato tifoso del Malafronte per caso, è disposto a correre rischi più grandi di lui, ad attraversare Roma in ogni direzione, per salvare Zoran, la stella che è venuta ad illuminare la sua vita, fino a quel momento difficile e triste. 
    “il Mister” è un libro bellissimo, pieno di poesia, di entusiasmo, di figure indimenticabili, di delicatezza, di affetto, di storia e di storie e il suo autore, nato nel 1916, giornalista ed autore di molti romanzi, incanta chi lo legge con una prosa elegante, semplice, briosa e con la capacità di parlare di amicizia, di solidarietà, di ideali e di coraggio, sempre in tono alto, senza mai cadere nella retorica.    

    gabriella bona

 
 
Recensione precedente
Prossima recensione