Remo Bassetti “Storia
e storie dello sport in Italia” edito da Marsilio
recensione di Gabriella
Bona
Stupirà scoprire che un notaio
che, sebbene sia nato a Napoli, vive e lavora a Torino, autore di pubblicazioni
giuridiche, abbia scritto un bellissimo libro sullo sport. In “Storia e
storie dello sport in Italia”, edito da Marsilio, Remo Bassetti attraversa
il periodo che va dall’Unità d’Italia ad oggi: 138 anni, dalle prime
vere manifestazioni sportive nel nostro paese ai grandi incontri e alle
polemiche dei nostri giorni.
Come annuncia l’autore nell’introduzione,
il libro si pone quattro obiettivi distinti e complementari: “il primo
è una storia dei campioni e delle squadre”; “il secondo è
uno spaccato di alcuni momenti della storia d’Italia, visti attraverso
la lente sportiva”; “il terzo è la navigazione nell’oceano delle
questioni che trascendono rapidamente il fenomeno sportivo per diventare
problemi che si riflettono sull’intero funzionamento della società:
dall’uso politico dello sport al doping, dalla violenza negli stadi all’attenzione
per il corpo”; “il quarto è il tentativo di capire quali intrinseche
qualità rendano lo sport così attraente e anche quali ambienti
e quali tipi di personalità lo sport tenda a promuovere e a sviluppare”.
Nonostante la mole considerevole del
volume, circa quattrocento pagine, il libro risulta di piacevole lettura,
non essendo appesantito da elenchi e classifiche, riuscendo ad affrontare
temi difficili senza mai scendere nella sterile polemica, affrontando il
cambio dei gusti dei praticanti e degli sportivi come una questione storica
senza nostalgie dei bei tempi andati.
Bassetti distingue nettamente i campi
dello sport agonistico, dell’attività motoria non agonistica e del
tifo ma dando alle tre categorie una precisa dignità, visto che
è solo dalla loro contemporanea presenza che può nascere
e crescere lo sport. Eccessi, qualità e difetti esistono in tutte
le categorie come in ogni tempo e in ogni situazione, conoscerli è
certamente la via migliore per rendere l’ambiente dello sport più
sano e omogeneo.
Oltre che notaio, Bassetti è
anche organizzatore culturale, giornalista pubblicista ed ex atleta di
scherma: questo eclettismo gli permette di affrontare con competenza, attenzione
e una piacevole e ironica scrittura non soltanto gli sport che sono stati
più praticati in Italia ma anche le dinamiche che portano il pubblico
ad assistere a certe manifestazioni e a praticare alcune attività,
analizza a fondo i meccanismi in base ai quali nascono e tramontano gli
idoli, che non sempre sono i campioni e i grandi vincitori ma chi riesce
a diventare un personaggio che colpisce l’immaginario collettivo, studia
le conseguenze delle grandi ideologie e scuole di pensiero sull’attività
sportiva: il cattolicesimo, il socialismo, il fascismo, il sessantotto,
il ruolo determinante dei mezzi di comunicazione e la loro diffusione ed
evoluzione, lo scambio che avviene tra sport e società e tra società
e sport, la commercializzazione e l’industria dello sport e i problemi
legati al doping, l’intreccio sempre più stretto tra sport e politica
e la metafora sportiva che si sta sempre più affermando nel linguaggio
comune anche perché “il linguaggio sportivo contiene una freschezza
e un’immediatezza evocativa capace di colorire qualsiasi conversazione”.
“Considererei raggiunto il mio traguardo
se questo libro contribuisse ad abbattere lo steccato che troppo spesso
separa la cultura dallo sport e riuscisse a creare un filo comune tra chi
risolve lo sport nella corsetta mattutina e nello snocciolare a memoria
la formazione della Spal e la classifica del Giro d’Italia e chi lo scruta
con fastidio snobistico perdendo l’occasione di partecipare a bellissime
vicende umane e di vivere uno spettacolo e un’emozione”, è un messaggio
intelligente di tolleranza che l’autore lancia a corredo di questo libro
che può davvero essere prezioso per superare facili e stupidi pregiudizi
e sterili rivalità.
gabriella bona
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